capitolo 53.

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Oggi è il giorno della gita. Io e la mia classe siamo radunati fuori dall'aeroporto, ognuno con le proprie valigie colorate, il cellulare in mano e l'amica o l'amico vicino con cui parla animatamente, eccitato dall'imminente partenza.
Anche io sono felice di andare in Spagna, a Barcellona. L'ultima volta ci sono stata con Blake, diverse estati fa nella sua prima tournée: mi sono divertita molto e con lui ho vissuto una vera e propria vacanza d'amore. Speravo di viverla a Parigi, invece i ricordi più belli li ho a Barcellona.

Il mio fidanzato è con i suoi amici, mentre io sto confabulando con Ari, Leila e le gemelle. Oggi faccio fatica a distinguerle: sono vestite uguali e la faccia ed il fisico è lo stesso. Spero di non fare brutte figure scambiandole fra di loro: che amica sarei?
-non vedo l'ora!-
Esclama Lisa (o almeno penso che sia lei).
-oggi siete uguali. Datemi il braccio entrambe.-
Leila è confusa quanto me, e questo mi lascia leggermente sollevata: non sono l'unica ad avere il caos in testa.
Con un pennarello scrive i loro nomi sul braccio, in modo che nessuno possa poi confonderle. Io non avrei avuto il coraggio.

Saliamo sull'aereo a gruppi in modo da non creare troppo scompiglio fra i passeggeri. Prima di accedere a questo mezzo, tutti i prof si sono raccomandati di non fare rumore e di non essere maleducati o volgari con le Hostess. Il motivo? Hanno sentito i piani malvagi e strani dei più perversi della classe, in pratica tutti i maschi, compreso Blake.

io mi metto ovviamente vicino ad Ari, compagna d'avventure da sempre. Voglio bene alle altre, darei tutto per loro perché sono la mia seconda famiglia, ma con Ari ho un rapporto inspiegabile, forse perché con lei ho condiviso davvero tutto. Mi ha detto mille volte che per lei é lo stesso. A lei devo tutto, e anche Blake le deve molto: se non fosse stata per lei, io quella remota estate in Texas, dopo aver visto il ragazzo che amavo con Loren, avrei preso il primo volo e sarei piombata in Italia, chiudendo tutti i rapporti con lui e con l'America. Probabilmente sarei ancora single.

-ti ricordi quando a Barcellona eravamo andati in quel bar e Hunter, Blake e Cameron avevano avuto una rissa con cinque spagnoli ubriachi?-
Eccome se mi ricordo quella serata. Mi ricorderò per sempre del sangue che usciva a flotte dal naso di Blake, l'occhio nero di Hunter e la storta alla caviglia di Cameron.
Bart, da sempre stato molto sbrigativo con noi, ci ha detto di curarli. A noi.
Io ed Ari eravamo due ragazzine in preda al panico, era la nostra prima tournée ed era il primo atto di violenza che avessimo visto.
Non sapevamo dove mettere le mani. Avevamo entrambe quindici anni ed eravamo state sempre viziate e servite dalle nostre famiglie: cosa fare? Fortunatamente me la cavo con lo spagnolo. Ce la siamo cavata.

-ovvio che mi ricordo. Ma la cosa che mi rimarrà impressa per sempre è stata la prima bestemmia di Hunter.-
Ridiamo entrambe e poi iniziamo a parlare per tutto il viaggio. Non rimaniamo zitte un attimo, infatti i nostri vicini ci stanno guardando male. Non credo che siano inglesi, penso che siano tedeschi, ma se parlassero la nostra lingua probabilmente ci avrebbero intimato di fare silenzio.

Atterriamo con mezz'ora di ritardo, ma non abbiamo appuntamenti speciali il primo giorno quindi andiamo tutti molto con calma.
-oddio! tutti i cartelli in spagnolo!-
Esclama Millie, alzando un applauso da tutte le sue amiche stupide quanto lei. Questa osservazione è inutile.
-oh mio Dio! I cartelli in spagnolo in Spagna! Pensavo che fossero in cinese mandarino.-
Ribatto, facendole alzare lo sguardo in tono di minaccia. Non può farmi niente qui, quindi sono libera di prenderla in giro tutte le volte che voglio, come lei faceva con me quando io non avevo la possibilità di alzare la voce e di metterla a tacere.

Un autobus posteggiato fuori dall'aeroporto ci porta direttamente al nostro college: una struttura molto antica ma tenuta abbastanza bene, circondata da un giardino immenso con diverse aiuole che abbracciano il perimetro dell'edificio, e una fontana stupefacente nel mezzo di tutto questo, che rigetta acqua con grande maestosità ed eleganza.

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