capitolo 58.

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Finalmente, il suono meccanico ed irritante della campanella spezza l'aria tesa che si era creata in classe, in seguito ad una rissa tra Lisa e Lena, le due gemelle. Dopo la confessione di Lena e lo svenimento di Lisa, non si sono più parlate ed entrambe si sono evitate come se fossero semplicemente delle perfette sconosciute. Il loro silenzio, la loro rabbia, tutti i sentimenti contrastanti soppressi dal mutismo e dall'orgoglio, sono scoppiati tutti d'una volta sola come una mina sotto terra, creando scompiglio tra quasi tutti i compagni. Non so davvero come comportarmi in questa occasione, e mi sento maledettamente in colpa per non aver invogliato le due a fare pace prima che la bomba scoppiasse drammaticamente, ma ero troppo presa da Blake e dalla sua ex amica Clara. Loro mi hanno detto che io non ho colpa, nessuno ha colpa. Secondo loro, io sono stata vicino alle gemelle fin troppo tempo. Ci hanno detto di lasciarle in pace, e abbiamo constato che per il momento è inutile essere appiccicose come una gomma sui capelli, inizieremo a spingerle sulla retta strada tra tre giorni, se non quattro.

-Tu da che parte stai?-

chiede Blake, seguendomi fino ai dormitori, luogo in cui c'è sempre una grossa e beata pace. Non capisco il motivo di questa domanda: sono entrambe mie care amiche, non posso scegliere da che parte stare! Anche perché sono entrambe dalla parte del torto, ma allo stesso tempo, per i loro motivi ragionevoli, dalla parte della ragione.

-Blake, non sono domande da fare! Io non sto dalla parte di nessuno.-

dico, ridendo per la stupida osservazione che fatto. Si unisce anche lui alla mia risata, e poi mi invita ad uscire, solo noi due. Annuisco senza pensarci due volte, così ci diamo appuntamento per le quattro. Lui mi dà un bacio sulla bocca e poi sparisce tra i corridoi immensi del college.

-oggi io e Blake usciamo.-

affermo, mentre entro in stanza. Mi butto sul letto e mi passo una mano sulla faccia, senza nemmeno guardare a chi ho spifferato i miei piani per la giornata. Solo dopo mi accorgo di essere appena entrata nella stanza sbagliata: ecco cosa succede a seguire Blake, si perde il senso dell'orientamento! Clara mi guarda piena d'odio,  so che probabilmente mi vorrebbe strozzare, ma si sta contenendo in maniera stupefacente. DI sicuro starà pensando che io sia entrata di proposito nella sua stanza, per rinfacciarle che il ragazzo che aveva pensato di conquistare, ora l'ha già dimenticata. Il destino mi ha giocato un brutto scherzo, e adesso devo riuscire ad uscirne viva da questo covo di vipere.

-ho sbagliato stanza. Chiedo scusa.-
Mi alzo e con la faccia paonazza mi dirigo verso la porta.

-certo, ed io dovrei crederci.-
il suo tono scettico da spagnola irritata, mi fa capire che è meglio andarsene senza risponderle, ma ormai la mia bocca ha già iniziato a parlare e non si può tornare indietro. Sembrerei più stupida di quanto io sia già.

-non sei obbligata a crederci, ma ... io ... ehm...-
La vecchia Carol, quella insicura ed impacciata, spunta fuori in un momento inopportuno.

-tu cosa?-
Uscire adesso sarebbe da vigliacchi e  non voglio risultare questo a lei, anche perchè la gente si prende sempre gioco dei fifoni che evitano di affrontare la realtà.

-io non sbaglierei mai camera di proposito. Io evito questa zona come la peste, ma non per te, tranquilla. Io con te dovrei solo essere arrabbiata per averci provato con il mio fidanzato. E tu sapevi che era impegnato: mi ha raccontato tutto, quindi, se fossi in te, eviterei di fare la spavalda con me.-

Non credo che lei sappia del mio phon, sennò non si sarebbe permessa. Esco dalla stanza senza darle la possibilità di rispondermi e attraverso i corridoi muti ed inquietanti, che sembrano volermi spaventare, sentendomi ancora bruciare dalla vergogna e dalla adrenalina.
Entro nella mia vera stanza, e prima di buttarmi sul letto a peso morto, controllo di non avere sbagliato di nuovo. La prima cosa che faccio, è raccontare tutto ad Ari. Millie e Madison, sentendoci, scoppiano a ridere della mia disgrazia. Anche la mia amica inizia a ridere, ed io mi lascio andare, guardando l'ironia della situazione.

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