Sono passati due giorni.
Due giorni in cui io non ho rivolto la parola a Blake e lui non ha rivolto la parola a me. Io avevo buone ragioni per farlo, lui no siccome quella ragazza era solo una sua "amica." Io sono amica con Shawn e altri ragazzi, ma non ignoro il mio fidanzato, come lui sta facendo con me. Quindi è dalla parte del torto e mi fa male l'orgoglio a parlare con lui, perciò rimarremo nel silenzio più totale.
Nonostante questo, mi manca tantissimo: mi mancano i suoi baci, le sue carezze, lui.-buonanotte.-
Le altre sono stravolte e stanchissime. Hanno due occhiaia molto evidenti e pronunciate, ed io non sono da meno. Per qualche motivo, questa notte non sono riuscita a dormire, e sento che questa sera succederà la stessa cosa. Oggi abbiamo lavorato tutta la mattina e il pomeriggio: appena le classi si sono svuotate, ovvero alle sei e un quarto di sera, io e le altre siamo uscite. Questa settimana ci hanno concesso le uscite notturne, con il coprifuoco alle undici.Il cielo fuori è coperto da nuvole plumbee, e non c'è traccia di una stella che si distingue tra l'immensa oscurità.
Ho letto su un libro che per prendere sonno bisogna sbattere ripetutamente le ciglia, in modo da stancare gli occhi. Ho sempre dubitato di questo metodo, e infatti non funziona. Cerco di contare le pecore, ma poi, dopo la quinta pecora che salta la staccionata immaginaria, mi ritrovo a fissare le travi antiche del soffitto.Il sonno non si decide a farmi visita, allora, per ingannare il tempo mi siedo alla finestra e prendo il mio cellulare appoggiato sul comodino.
Fa molto freddo, infatti sento subito il distacco letto-davanzale. Prima ero calda sotto le coperte, adesso mi sembra di far parte di un cubetto di ghiaccio. Mi stringo nelle spalle e mi raggomitolo, per poi osservare ciò che succede al piano di sotto.
Guardo il cortile e mi incanto a guardare gli alberi che danzano a causa della musica del vento, poi, riesco a scorgere due sagome che ridono. Sgrano gli occhi per vedere meglio.Due sagome che si tengono per mano, e ci metto un minuto a riconoscere la faccia di Blake. Una lacrima mi riga il viso, e per ogni volta in cui si guardano con quell'aria da Romeo e Giulietta, un'altra goccia di tristezza amara scende dai miei occhi e bagna la faccia.
Cerco di piangere in silenzio, perché non voglio attirare le attenzioni e non ho intenzione di svegliare le mie compagne di stanza. Se non dormono si dimostrano molto irritanti e maleducate, ed è l'ultima cosa di cui ho bisogno. Ho bisogno di qualcuno disposto a darmi affetto.Appena vedo i due sparire, mi infilo la felpa del college e attraverso le scale con l'intento di stare un po' da sola, senza avere tre ragazze che russano e che potrebbero essere svegliate da me. Questo posto durante la notte cambia. Sembra una antica reggia estiva di qualche re che passava le estati qui, a passeggiare per i giardini e a guardarsi intorno. Che vita monotona.
Cosa ti serve la ricchezza, se non trovi l'amore, ma l'amore vero? Io pensavo di averlo trovato. Ma l'ho perso. Chi cerca trova, chi perde piange.Mi siedo su una panchina, e rimango lí per ore. Il clima rigido e il freddo gelido che mi trapassa, sembra svanire ogni minuto che passo qui mentre mi concentro sulla nuova coppia che è nata.
Sento dei passi pesanti venire nella mia direzione. Dei passi così gravi e severi che mi fanno immediatamente pensare che il preside o il sorvegliante sia venuto a conoscenza della mia scappatella dalla camera.
Non ho il coraggio di girarmi e sento il cuore in gola: mi immagino già la delusione percepibile sui volti dei miei genitori, quando il preside li chiamerà.-dormi su una panchina?-
La voce di Blake fa risvegliare in me le emozioni che avevo gelato poco prima. Tiro un sospiro di sollievo e lo guardo velocemente. Tristezza, amore, rabbia, felicità e delusione stanno girando nella mia testa, e la mia espressione racchiude un po' di tutto.
-dov'è Clara?-
È l'unica cosa che riesco a dire. Appena si accorge che sono in pigiama e ho addosso solo una felpa leggera in pieno inverno, mi avvolge con una felpa che ha addosso. Sotto è a maniche corte.-sei gelata.-
Mi tocca le mani, poi appoggia la sua guancia sulla mia. Mi sento come una piccola bambina malata, quando la madre cerca di misurarle la febbre.
-sono qui fuori da ore.-
Ribatto, freddamente.
-perché?!-
Mi prende in braccio come se fossi una sposa, e mi porta dentro. Io non mi oppongo: perché ho i muscoli gelati , forse perché non ne ho voglia, o perché sono felice che lui sia qui a pensare a me e alla mia salute?Mi sembra di essere la protagonista di una fanfiction, ma questa sensazione la provo da quando io e Blake ci siamo messi insieme.
Mi adagia lentamente in piedi, con una espressione concentrata, come se potesse rompermi da un momento all'altro.-non c'è un motivo. Volevo stare sola.-
-tu eviti la solitudine.-
Faccio spallucce e rimango in piedi sull'entrata del college, incrociando le braccia al petto.
-perché non sei con Clara? È andata a dormire e tu ti annoiavi?-
Non ho il coraggio di alzare lo sguardo e incontrare i suoi occhi.
-no, io le ho detto che ti avevo fatto una promessa e non volevo infrangerla.-
Alzo gli occhi, e gli chiedo di essere più chiaro. Ne ha fatte di promesse, ma ne ha rispettate poche, anzi, quasi nessuna. Sentiamo che il parquet di legno cigola leggermente, come se qualcuno di molto leggero, quasi invisibile, stesse camminando per la tenuta. Stranamente, quando sono con lui non ho mai paura, nemmeno delle conseguenze che ci spetteranno in caso dovessero beccarci. Ora siamo costretti a sussurrare.-ti ho vista dalla finestra della tua camera che ci spiavi. Mi sono alzato per andare da te, ma lei ha provato a baciarmi, ed io mi sono scostato. Le ho spiegato di essere fidanzato, e lei mi ha detto che pensava che fosse tutto finito tra noi due. Io le ho detto che tu sei un po' permalosa, ma lo sono anche io. Poi lei mi ha dato uno schiaffo e mi ha detto che avrebbe smesso di fare il broncio quando io l'avrei baciata. Allora sono sparito e l'ho lasciata lì, ho capito che genere di persona è, e me ne pento. Non pensavo che tu stessi soffrendo, ma quando ti ho vista piangere, mi sono ricordata di quella promessa che ti avevo fatto: non ti avrei più fatto soffrire. Non volevo infrangerla, allora ti ho cercata in camera, ma tu non c'eri e le tue amiche non mi sono state d'aiuto. Sei tu la ragazza che amo. Solo ed esclusivamente tu. Ti prego, se ti ho fatta soffrire, perdonami. Sono davvero sciocco e mi ritengo cieco avendo visto con che gente passavo il tempo, quando potevo averti tutta per me. Credo proprio di amarti più di prima.-
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Just a fan? 3.
Fanfiction"Oggi c'eri tu. Con quel sorriso di sempre, con gli occhi che non avevano fine. Poi c'ero io, credimi, m'ero persa solo a guardarti."