capitolo 24.

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Ho la sensazione di essere una piuma sballottata da una parte all'altra dal vento, in questo caso il luogo in cui ci troviamo: prima ero accanto a Blake, ora sono finita accanto ad una piscina, sull'orlo, e se non sto attenta corro il rischio di caderci dentro.

La festa è iniziata da un po', fino ad ora  è stato divertente perché non c'era così tanta gente e si stava abbastanza bene, ma adesso  questo posto sprizza ragazze e ragazzi da tutti gli angoli.

Cerco tra mille persone dei volti familiari, ma dei miei amici nemmeno l'ombra.
Inizio a camminare lungo il perimetro della vasca disperatamente, ma non riesco a trovare niente.
Mi addentro nella folla, chiamando il nome del mio fidanzato ripetutamente.
La musica è troppo alta adesso, e la mia voce viene soffocata dai ritmi forti e veloci che volteggiano nell'aria.

Ad un certo punto, sento una mano toccarmi il fondoschiena. Sento il mio viso avvampare, e sobbalzo, mentre la mia mente inizia a formulare tante parolacce contro questo maleducato.
Mi giro di scatto arrabbiata e pronta a dirgliene quattro. Davanti a me si materializza un ragazzo alto, in costume, con gli addominali scolpiti. Stava facendo il bagno in piscina, infatti ha i capelli bagnati mori e gli occhi intensi che dimostrano un vago divertimento. Tutto il corpo libera goccioline di cloro. È carino, ma è un cafone.

-che cazzo fai?!-
Assottiglio gli occhi, scrutandolo bene. La luce è fioca, ma riesco a farmi una idea dei suoi lineamenti e della sua mascella a dir  poco perfetta. Sembra un semidio, tipo quelli che fanno vedere nei film o nelle pubblicità di profumi.

-Ciao, sono Manu Rios.-
Dice, con voce sensuale e profonda.
-ciao, non te l'ho chiesto. Sei un maleducato, lo sai?!-
Mi rendo conto di essere ridicola da sola. Sono una brava ragazza, quel genere che non ha dimestichezza con i ragazzi e che appena apre bocca sembra solo una quarantenne che ha già avuto due bambini. A volte vorrei avere il carattere di Ari o di Leila.

Lui ride di gusto, sfiorandomi la guancia.
-fammi indovinare: sei la tipica ragazza con la coda di cavallo, la camicia bianca immacolata, bravissima a scuola, orgoglio di mamma e papà?-
Mi sta prendendo in giro?
Cerco di non scaldarmi troppo e di ignorare questo ragazzo. Devo soltanto trovare Blake e poi sarò al sicuro: mi sento minacciata.

-no, e sono anche fidanzata. Levati di torno che devo cercare il mio ragazzo.-
Rispondo acida, camminando a passo spedito verso l'esterno. Esco dal cancello di questa villa assicurandomi di essere sola per poi chiamare Blake. Ha la segreteria.
Chiamo tutti gli altri, ma nessuno mi risponde. Con tutto il casino che c'è lì dentro, un misero telefono non si sentirebbe nemmeno se avessero l'udito di un gatto.

Ho un po' paura a rientrare, ma sono più spaventata dal fatto di stare qui da sola, al buio.
-trovato il tuo fidanzato?-
Riecco quella voce sgradevole ed estremamente divertita e canzonante.

Passo avanti, ritrovandomi ancora a bordo piscina.
Mi arriva un'altra pacca. Mentre mi giro, la folla si avvicina e perdo l'equilibro, cadendo all'indietro, proprio nella piscina.
Mi rialzo subito, in preda alla vergogna. Mi sento soffocare e vorrei soltanto annegare qui.
Persino lui ride. Ma dovevo aspettarmelo. Dov'è Blake?

Sento gli occhi diventarmi lucidi e pizzicare. Le lacrime minacciano di uscire, ma in un attimo, sento una presenza familiare vicino a me.
-Caro, tutto bene?-
Blake mi guarda premurosamente, per poi aiutarmi ad uscire da quella vasca di imbarazzo. Odio la mia goffaggine.
Annuisco a stento sotto gli occhi maligni di tutti.

Manu mi guarda mordendosi le labbra in modo insistente.
-voglio andare via.-
Distolgo lo sguardo, correndo verso l'uscita con le immagini che mi piombano in testa ad ogni mio passo.
-aspetta!-
Mi prende per il polso, costringendomi a guardarlo negli occhi.
-cosa è successo? Voglio saperlo.-
Ha un tono fermo e deciso.

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