capitolo 39.

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È da più o meno un'ora che sono sotto casa di Blake, mi sono svegliata presto apposta, ma lui fa il bambino e ha deciso di imporre il gioco del silenzio. Ha voluto costruire un muro tra noi due, ma io sono determinata a distruggerlo.
Se pensa che io sia così debole da arrendermi solo perché non ha intenzione di aprirmi la porta si sbaglia di grosso: non sarà un pezzo di legno a bloccare e limitare ciò che voglio fare.

Fortunatamente oggi non piove e non fa nemmeno tanto caldo, quindi stare all'aperto è davvero piacevole e rilassante, non è nemmeno troppo noioso: ho il telefono, controllo i social e intanto respiro anche aria buona. Cosa c'è di più bello? Picchietto le unghie sul tavolo da giardino di Blake, e sporgendomi un po' posso notare che è affacciato alla finestra.
Scuoto la testa e ruoto gli occhi in segno di disapprovazione: lui mi guarda male poi chiude la tendina.
Non nascondo la tristezza, la paura e la rabbia nei suoi confronti, ma soprattutto nei miei.

Dopo trenta minuti decide di degnarmi della sua presenza, si precipita di sotto e mi guarda con aria severa e grave, incrociando le braccia al petto in modo solenne. Ho sbagliato, lo ammetto, ma credo che stia esagerando: io gli ho rivolto la parola dopo azioni molto più gravi di questa.
-cosa hai intenzione di dire?-
Chiede, orgoglioso e pieno di sè. È meglio che abbassi la cresta, con me non andrà lontano se non cambierà immediatamente questo atteggiamento di superiorità e superbia.
-fino a quando fai il montato così, a te non ho proprio niente da dire.-
Rispondo in modo acido.

-e allora cosa fai sotto casa mia?-
Alza un sopracciglio ed io esco dal perimetro varcando la soglia del cancello: lui mi segue come un cagnolino.
-ora non sono più sotto casa tua.-
Faccio spallucce, indifferente.
-quanto sei bambina.-
Dice in modo sprezzante e disgustato, come se stesse parlando ad un rifiuto. Divento rossa di rabbia: questo non lo tollero proprio.
-ha parlato il ragazzo maturo. Ma fammi il piacere!-
Dico stizzita e inviperita. Inizia la lite.

-di sicuro sono più maturo di te.-
-L'importante è rimanere convinti. Ti arrabbi e bevi fino all'alba, poi vai a fare casini in giro. Vuoi che ti ricordi
altre cazzate che hai fatto? Ti basta per capire che sei immaturo o continuo?-
Sorrido malignamente, e so che mi sta maledicendo mentalmente per avere sempre risposte spiazzanti.

-sei qui per chiedermi scusa o per insultarmi? Bambina immatura.-
Inizia ad urlare, in preda alla rabbia e alla frustrazione nei miei confronti. Devo smetterla di demolirlo e ridurlo in piccoli pezzi, ma non lo faccio apposta, succede senza che io me ne accorga.
-smettila di dirlo! Io non lo sono, io sono più matura di quanto tu pensi.-
Alzo anche io il tono della voce, e lo spingo all'indietro mentre l'ira si impossessa del mio corpo.

-vedi, sei immatura.-
Ovviamente lui fa solo un passo all'indietro siccome ho la forza di un moscerino, quindi rimane impettito e imperterrito nella sua decisione.
-tu mi provochi!-
Ci ritroviamo entrambi ad urlare in maniera esagerata, a spingerci, a mandarci al diavolo, a dirci parolacce e a disprezzarci.

-io almeno non faccio la gattamorta
con il primo che vedo, a differenza tua.-
-fai a fanculo.-
Mormora lui, visibilmente offeso.
-tu invece sei gelosa di tutti e tutto.-
-ha parlato lui.-
Ricominciamo ad urlare.
Ad un certo punto, dopo vari richiami da parte dei vicini che ci sgridano per la troppa confusione, arriviamo ad un punto saliente.

-ti sei chiesto il motivo della mia gelosia? Prima di darmi dell'immatura, di insultarmi e cose simili, ti sei fatto due domande?-
L'emozione sta avendo la meglio su di me: gli occhi iniziano a lacrimare, ma lui è impassibile perché è praticamente nella mia stessa situazione.

-no, mi sono fatto delle risposte. Ovvero che sei immatura e gelosa.-
Lo fulmino con lo sguardo e sospiro.
-Anche tu lo sei. Lo sei sempre stato.-
-Sai perché? Perché io ci tengo a te! Io ti amo.-
Ricomincia ad urlare, ed io faccio lo stesso, offesa ed emozionata per ciò che mi ha appena detto.
-anche io ci tengo a te, e di conseguenza ti amo. Sennò perché sarei gelosa?!-

Caliamo nel silenzio più totale e abbassiamo lo sguardo, stremati. C'è tensione ed imbarazzo nell'aria: è tutto così strano.
Sono davvero distrutta, ma un piccolo lembo di me stessa continua a brillare e a sprizzare felicità. Una spregevole grazia.

-io ti amo. Sei la persona a cui tengo più al mondo, in genere sono io quella matura e quella che non commette gravi errori, ma posso sbagliare anche io. Sono umana, e mi scuso se non sono perfetta, se ti deludo, ma io sono fatta così e se mi vuoi accettare per quella che sono, ovvero la ragazza imperfetta, mi renderesti davvero felice. Sennò, malgrado la mia tristezza, non possiamo stare insieme.-

Una lacrima mi riga il volto, ma viene subito spazzata via dal dito di Blake che mi sfiora delicatamente la piccola goccia amara, simbolo di estrema tristezza.
-ti amo per come sei. Non pretendo una ragazza perfetta perché sarebbe noioso, ma non pretendo nemmeno una Ariel o una Luna. Pretendo solo te.-
Fa aderire il suo corpo al mio e fa sfiorare le nostre due labbra in maniera fantastica, come fa sempre.

-non ti prometto che non sbaglierò più.-
Dico, mentre lui mi avvolge con le sue possenti braccia e mi culla dolcemente sul suo petto.
-non te lo prometto nemmeno io.-
-mi devo preoccupare?-
Alzo un sopracciglio, ridacchiando ingenuamente insieme a lui.

Siamo entrambi molto infantili e sbagliamo molto spesso, credo che sia per questo che stiamo bene insieme. C'è diversa gente che ha una relazione senza litigi o imperfezioni, solo falsi sentimenti, tutti limitati. Alla fine preferisco così, due uragani selvaggi di amore.

Il nostro umore è cambiato subito grazie a poche parole ed è strano, ma allo stesso tempo magnifico: mi piace il fatto che piccoli gesti possano convertire una giornata intera.
Mi bacia di nuovo, ed io ricambio senza esitare. Chissà cosa staranno pensando i vicini, probabilmente stanno valutando l'opzione di mandarci entrambi in manicomio.

-Una cosa però posso promettertela.-
Dal suo sorriso capisco che è sincero.
-cosa?-
chiedo, incuriosita dalla situazione.
-ti amerò per sempre.-
Arrossisco delicatamente e lo bacio mettendomi in punta di piedi nonostante la mia altezza. Non ho altro da aggiungere se non che la cosa sarà reciproca.

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