capitolo 21.

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Alzo la testa con uno scatto brusco, spaventando Blake che stava continuando il suo discorso con me: una finta addormentata.
Lo fisso con compassione mista a tristezza e desiderio, e lui arrossisce capendo che le mie orecchie hanno sentito il suo monologo personale e profondo. Ma dopotutto non voleva che io sentissi quelle cose?

-ti sei svegliata.-
Afferma, con voce timida. Annuisco rapidamente, senza niente da dire: come per magia, tutte le parole che avevo pensato fino ad ora sono svanite in un soffio, lasciandomi a balbettare frasi senza senso.
-hai sentito tutto?-
Chiede con voce sommessa. Annuisco nuovamente, incapace di articolare una frase corretta.
-cosa ne pensi?-
"Perché ho la lingua in ibernazione che si rifiuta di fare il suo lavoro?" Penso, avvicinandomi sempre di più a lui. L'unico modo è passare ai fatti pratici senza troppe spiegazioni o giri di parole.

Sfioro le sue labbra, e lui coglie l'occasione per iniziare un lungo e passionale bacio. Entrambi sentiamo che il muro che ci divideva è finalmente caduto, lasciando spazio ai liberi e veri sentimenti.
I due anziani vicino a noi ci guardano sbigottiti, ma a noi questa cosa è indifferente: non dobbiamo dimostrare niente a nessuno.

Appena finiamo ci guardiamo esterrefatti.
-ti è bastato come risposta?-
Finalmente riesco a parlare come prima.
-non ne avrò mai abbastanza dei tuoi baci, e lo sai.-
In quel preciso istante, tutto il nostro gruppo ci circonda in cerca di particolari.

-è da un'ora che vi osserviamo.-
Dice Ari, battendo le mani entusiasta.
Joey ha una faccia da funerale ed io non lo posso biasimarlo: se il ragazzo per cui ho una cotta si baciasse tutto il tempo con una delle mie migliori amiche, come mi sentirei? Di certo non farei i salti di gioia come Leila e le altre.
.

Raggiungiamo l'hotel dopo aver cercato una via d'uscita dall'aeroporto. Ho la vaga sensazione che qualcosa andrà storto, ma decido di convincermi che è solo il mio stupido pessimismo e che andrà tutto bene, specialmente adesso che le cose si sono sistemate.

-Ari, facciamo cambio? Tu starai in camera con Hunter ed io con lei.-
Blake indica il mio corpo steso sul letto a peso morto. Sono stanchissima e il sonno mi sta portando via: non dovevo fare le ore piccole ieri notte!
-a me va bene. A te?-
La mia amica mi guarda indifferente. Io annuisco senza nemmeno aver capito, e dopo aver realizzato cosa ho appena accettato divento paonazza.

-hai sonno?-
Si stende vicino a me e aderisce il suo corpo al mio. Riesco a sentire il suo fiato sul mio collo.
-no, no. Che ore sono?-
Sforzo un sorriso stremato in attesa della sua risposta.
-le otto di sera.-
Controlla il telefono e poi lo lancia contro un mobile. Guardo sorpresa quel gesto e deglutisco: cosa ha intenzione di fare adesso?

-ci dobbiamo trovare con gli altri tra mezz'ora nella Hall.-
Annuisco e sbuffo al pensiero di dover uscire e alzarmi da questo comodo letto. Se c'è anche Blake, è un motivo in più per starmene qui con lui.
-okay.-
-tu non vuoi scendere, dimmi la verità.-
Mi fa l'occhiolino ammiccando.
-speravo di rimanere un po' con te.-
Confesso sinceramente.
Lui mi bacia delicatamente e mi stringe a sè con forza, come se avesse paura che io potessi scappare da un momento all'altro.

-e se ci dessimo per malati?-
Propone ancora, lasciandomi una scia di baci sul collo.
-non è credibile!-
Ridacchio lievemente.
-a noi non serve che sia credibile, a noi basta stare un po' da soli e recuperare il tempo perso.-

So per certo che Blake vuole cambiare per vivere come un ragazzo normale, e sentirsi esattamente come gli altri.
Ha rinunciato a tutto: tour, fama, ragazze. Adesso è uno di noi, ma entrambi siamo coscienti che sarà sempre fermato per strada per chiedere foto, autografi o video.
Apprezzo la sua buona volontà: ma la fama è una gabbia. Una via di non ritorno.
Non voglio dirglielo perché ho fiducia in lui, e so che spesso si sente a disagio con i suoi coetanei che parlano di skateboard e di mode. Lui invece può solo parlare di quante ragazzine l'hanno fermato o dello stadio che ha riempito il venerdì scorso. Le persone, sentendo questo, si allontanano da lui pensando che sia un montato che se la tira: pregiudizio, ovviamente. Credo che lui si senta meglio quando è con me perché non lo giudico, a differenza degli altri, che hanno sempre da ridire o da criticare. Blake, dopotutto è un ragazzo sensibile e anche se non lo ammette, queste cose lo feriscono profondamente.

-mi devi insegnare ad essere normale.-
Dice, ad un certo punto.
La mia testa inizia a pensare alla sua domanda e a come rispondere.
-in che senso?-
Ridacchio sotto ai baffi.
-voglio essere uno di voi. Di cosa parlano da te, a scuola?-
Si rivolge a me in tono disperato, ed io cerco di ricordarmi le cazzate che combinano i miei compagni di classe.
-beh, ehm ... fammi pensare.-
Adesso che ci rifletto: non voglio che Blake diventi come alcuni di loro.

-dipende. Ci sono diversi gruppi: nerd, bulli, popolari, Emo, giocatori ...-
Lui mi interrompe.
-il tuo genere preferito.-
-purtroppo non ci sono i Blake.-
Lui ride di gusto e mi bacia passionalmente.
-quelli popolari come sono?-
-se la tirano tanto. E poi sono circondati da ragazze, ed io non voglio. Perché devi assomigliare a qualcuno? Tu sei unico!-
Non nascondo la mia gelosia.

-sei gelosa?-
Inizia a prendermi in giro, ridendo e scherzando sulla mia gelosia.
-ha parlato lui!-
Ribatto a tono, scocciata.
-ammetti che sei gelosa.-
Mi guarda ed io scuoto la testa con convinzione.
-se lo ammetti non cambierò mai.-
-sono gelosissima.-
Mi affretto a rispondere, suscitando le sue sincere risate.
-anche io sono gelosissimo, quindi se Joey si avvicina a te, sarò felice di staccargli la testa.-
Mi bacia il naso, stringendomi di più al suo petto caldo. Si è perfino tolto la maglia, adesso.
-stai tranquillo. Ho occhi solo per.-
Sorride dolcemente e riprende a baciarmi come in un sogno. Le nostre labbra si muovono in sintonia dopo tanto tempo. Ci siamo mancati a vicenda.

.

-avete intenzione di scendere?-
Hunter bussa alla porta facendoci sobbalzare bruscamente. Ha interrotto il nostro momento speciale, ma non possiamo biasimarlo siccome siamo arrivati tardi all'appuntamento.

A malavoglia ci ritroviamo nella hall sotto gli sguardi interessanti dei compagni, che iniziano a fare domande a raffica. Diverse volte incrocio lo sguardo cupo di Joey, ma poi lui lo distoglie come se avesse paura che io iniziassi a parlargli. Adesso ha una faccia scocciata ed irritata: è comprensibile, ma non ci do peso.
-andiamo?-
Tronca il discorso collettivo, lasciandoci tutti senza parole. L'ha pronunciato in un modo troppo scontroso e secco, lasciandomi amareggiata dal suo comportamento.

Io e Blake camminiamo mano nella mano, raggianti e contenti di essere tornati insieme.
Ad un tratto, sento una terza presenza tra noi due: Joey. Alzo un sopracciglio e guardo il terzo incomodo che si sta guadagnando anche lo sguardo truce del mio fidanzato. Joey non sembra disturbato, anzi, è sereno. È strano.

-ti posso parlare?-
Si rivolge a me ignorando completamente le minacce del biondo sulla destra.
-a me?-
Chiedo io, confusa.
-esatto.-
Annuisce e mi prende il braccio, trascinandomi in un posticino appartato. Blake lo sta incenerendo con gli occhi, ma lui è indifferente.

-ho bisogno di te.-

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