capitolo 44.

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È un freddo e rigido pomeriggio, quello di oggi.
Cercavo solitudine e la mia stanza era troppo affollata di ricordi per rimanere lì dentro, ricordi che parlavano e mi comunicavano in ogni modo possibile.
Il mio posto preferito qui a Londra è il Tower Bridge, un luogo turistico che attira molta gente ogni giorno, si può vedere di tutto, e anche io faccio parte di quel tutto. Sulla mia solita panchina, avvolta con una sciarpa, un pesante giubbotto e un cappello fuori moda che mi ricade sulla fronte perché è troppo grande. Guardo la struttura che incombe davanti a me, c'è sempre tantissimo vento ma oggi sembra quasi portarmi via.

Sento due mani toccarmi timidamente la spalla, mi giro e vedo Blake. Non Blake Gray, l'altro Blake, quello della libreria. Era da tantissimo che non lo vedevo, ma lui è rimasto sempre uguale.
-tutta sola?-
Si siede accanto a me ed io gli faccio posto togliendo le mie gambe ingombranti che avevo steso sulla panchina.
-a quanto pare.-
Rispondo con un po' di amarezza nella
voce.

-sai, mi sei mancata. Vediamoci qualche giorno, se non sei impegnata con Blake.-
Mi sorride e si sistema gli occhiali, io annuisco e poi mi chiedo come faccia a sapere della presenza del mio fidanzato.
-come fai a sapere di lui?-
-l'ho visto prima. Mi ha salutato, ci siamo parlati, era con un ragazzo e una ragazza al centro commerciale: mi sono chiesto dove fossi tu, e poi, tornando dal mio stage ti ho incontrata qui tutta sola.-
Annuisco di nuovo a malincuore.
Triste e dura verità.

-tu come stai?-
Cerco di cambiare argomento.
-bene, tutto procede per il meglio. Uno di questi giorni, se ti va, vieni a trovarmi in Liberia. Io sono sempre lì il pomeriggio.-
Sorrido e penso che non ho niente di meglio da fare il pomeriggio siccome Blake va a fare il vandalo in giro.
-con piacere. A presto.-
Lo saluto con un bacio sulla guancia e lo seguo con lo sguardo fino a quando non sale sul primo taxi e sparisce tra la schiera di macchine in coda.

Riprendo a pensare, e come per magia, i tre vandali compaiono che camminano insieme con una sigaretta in mano.
"Per fortuna che era solo un tiro."
Dico tra me e me, disgustata. Non trovo niente di sbagliato nel fumare, per carità, ma non sopporto che mi abbia mentito.
Cerco di nascondermi, ma Blake mi raggiunge come se non fosse successo niente prima.
-cosa fai tutta sola?-
Mi bacia ma io non ricambio.
-esisto.-
Rispondo freddamente.
-questo è poco ma sicuro. Vuoi aggiungerti a noi?-
Ridacchia felicemente e guardo la sua espressione soddisfatta. Sembra felice con loro, e se fosse quella la sua vera natura? Non posso negargli ciò che vuole essere, non voglio essere così di peso per lui.

-no, grazie. Non voglio andare in giro a fare il vandalo e a fumare una sigaretta ogni tre per quattro. Tanto io sono solo una perfettina, vero?-
Questo Blake meschino non è quello che conosco io. Chissà cosa gli sta prendendo. Prima che possa realizzare
Lui abbassa lo sguardo e mi bacia dolcemente, per poi guardarmi bene. Ha capito di aver sbagliato tutto oggi con me.

-mi dispiace per oggi. alle otto vieni da me, staremo tutta la sera insieme come facciamo sempre, non vedo l'ora.-
Mi lascia un altro bacio, ed io incantata da lui ricomincio a sognare. Ecco il Blake che conosco.
Accetto felice e il mio morale si rialza, finalmente sono tornata come prima e sono pronta a rientrare nella camera dei ricordi.

.

Sono le otto in punto ed io sono sotto casa di Blake, felice di poter passare un po' di tempo con lui.
Da quando è qui siamo stati poco insieme e avrei voluto vederlo più spesso, ma non è stato possibile perché si è fatto amici persone sbagliate.
Suono al campanello e mi sistemo i capelli, mi sento ridicola, ma ci tengo ad apparire impeccabile davanti a lui.
Nessuno risponde.

Il cielo si è rannuvolato e una goccia ha appena toccato la mia fronte. Non ho intenzione di prendermi l'acquazzone della situazione, quindi chiamo Blake nella speranza che risponda. Sono così infantile da aver accettato questo invito?
Prima che potessi digitare il numero, mi arriva un suo messaggio.
Mi si illuminano gli occhi: di sicuro mi dirà che non ha sentito il campanello.
Invece è tutt'altra cosa.

Blake: Ciao amore, mi sono dimenticato, mi dispiace! Sono con Jade e Zack, ti va di venire?

"Ma vaffanculo"
Penso, in preda da mille emozioni.
Non ho nemmeno le lacrime che escono dagli occhi come sempre, sono solo maledettamente delusa e arrabbiata. Non so cosa sia ciò che provo, fatto sta che non mi piace e non ho intenzione di continuare a sentirmi in questo modo.
Non rispondo e torno a casa, sbuffando e imprecando contro il carattere  difficile di Blake e contro la mia voglia di farlo integrare nella mia scuola, sapevo che sarebbe stata una grossa idiozia.

Mi tempesta di messaggi per tutta la serata, ma io sono così offesa ed irritata che mi rifiuto di rispondergli.
Il rumore insopportabile del cellulare che mi avvisa che mi è arrivato un messaggio, mi costringe a mettere fine a questa conversazione.
Io: Blake, sto a casa. Grazie per aver pensato a me.

Se vi state chiedendo perché non ho spento il telefono è solo per il fatto che sto aspettando una telefonata da Ari che è andata a parlare con il professore per una nostra imminente gita scolastica.
Le ho consigliato una marea di posti, ma so già che farà di testa sua, quindi non mi illudo.

Blake: mi dispiace moltissimo. Mi farò perdonare.
Io: non ho bisogno dei tuoi tentativi di perdono.
Blake: comunque avevi ragione, sono delle persone di merda. Le ho mandate a fanculo in questo istante perché hanno cominciato a prenderti in giro. Eh, nessuno può farlo. Nemmeno io.

Mi sento avvampare leggermente: questo ragazzo mi manda in  confusione.
Prima dice che mi ama, dopo mi dà buca per i suoi amici.
Prima ride per le mie prese in giro, poi mi difende.
Non capisco se è uno scherzo o se lui lo faccia apposta!

Il campanello suona e mi fa sobbalzare dallo spavento.
Blake è davanti a me con un occhio nero, quell'immagine è raccapricciante: quel suo bellissimo viso con una chiazza violacea mi mette i brividi.
-cosa hai combinato?!-
Urlo, in preda al panico.
Il mio fidanzato mi fa segno di fare più piano ed io cerco di ricompormi.
-io? Niente.-
Incrocio le braccia al petto in attesa di una sua risposta che però non tarda ad arrivare.
-ho picchiato Zack perché ha detto che ti dovevo condividere con lui, pretendeva che tu facessi le stesse cose che facciamo noi due anche con lui. Ha detto cose raccapriccianti. Ho pensato che veramente volesse farti del male, allora l'ho messo subito fuori uso. Non si avvicinerà a te, fidati.-

Gli butto le braccia al collo, dimenticandomi di ciò che ha fatto prima: non mi interessa più.
-grazie.-
Sussurro in tono sommesso.
-ti amo.-
È la sua risposta, prima di darmi un bacio rassicurante che mi trasmette mille emozioni.

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