Meglio se stavo zitta...

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ormai in argentina era quasi finita la mattinata,iniziava davvero a fare caldo,essendo le 11.
Mio padre fischiò la fine dell'allenamento,dando un taglio alle sofferenze dei giocatori. non capivo proprio come facevano a correre sotto questo sole,era impossibile. Il ferro stava probabilmente fondendo,l'acqua delle pioggie di due giorni fa evaporando e i cervelli dei giocatori andando piano piano a farsi fottere. Lucas Biglia si abbandonò alla freschezza e la comodità del campo,che probabilmente trovò,visto che si alzò poco dopo.
Uscimmo tutti insieme dal campo e rientrammo nel centro,appena fui dentro una freschezza mi sbattè sul volto,facendomi rilassare. Si stava veramente bene,dentro alla struttura.
I ragazzi andarono a fare la doccia,mentre io e Lionel rimanemmo a sedere sulle poltrone blu.
Poco dopo,la porta che dava sui campi si aprì. Riconobbi subito la voce di mio padre,che entrò. Stava parlando al telefono con qualcuno,ma non seppi chi. Quando riattaccò l'ingresso si aprì:entrarono due donne che portavano al loro seguito due valigie,che riconobbi come mie. Le dettero a mio padre e salutarono cordialmente, per poi andarsene. Mio padre si avvicinò a noi e lasciò le valigie accanto alla poltrona dov'ero seduta. Che cosa c'era dentro? Perché mi ha fatto portare le valigie?
"starai in ritiro" spiegò poi. Una figura procedeva lentamente dietro di lui;sempre più nitida. Quando fu vicina lo riconobbi.
"come?" sbottai verso mio padre e mi alzai,mentre con la coda dell'occhio guardavo Paulo sedersi sulla poltrona davanti a noi.
"starai in ritiro,mi sembra di essere stato abbastanza chiaro" continuò,con una voce seria. Vidi gli occhi verdi guardarmi con divertimento e un sorrisino era spuntato sul volto del 21 della Juventus.
Detto questo,mio padre si allontanò,dandoci le spalle.
"era meglio se stavo zitta..." dissi a Lionel,riferendomi alla battuta sul ritiro.
Perché non me ne sto mai zitta,perché?
Pensai poi.
Alzai lo sguardo verso la figura di mio padre,che stava tornando indietro.
"starai nella stanza di Paulo,è l'unica libera" appoggiò una mano sulla spalla del mio coetaneo,che guardò mio padre e poi guardò me,con furbizia e malizia.
"Cosa? No!" sbottai ancora,battendo una mano sul bracciolo della poltrona.
"sì invece e niente storie" si impose e se ne andò definitivamente.
"a quanto pare staremo in camera insieme" ammise Paulo,sorridendomi malizioso.
Ero certa che questo avrebbe portato solo guai.

"come? Non ci credo! Ma..." appena dissi la notizia a Leandro dette di matto,iniziando a polemizzare.
"è Inutile leo,mio padre ha deciso così" si calmò e mi prese una mano,iniziando a giocare con le punta delle mie dita.
"poi,non succederà nulla. Gli starò più lontana possibile... Però non è che sei geloso?..." sorrisi maliziosa verso il mio migliore amico,che mi mandò a fanculo.
"Mi prometti stare attenta?" domandò poi.
"oh Gesù,Leandro! Non sto andando in guerra" rise e io con lui. In realtà era una guerra,Paulo era il nemico da combattere e io la guerriera che lo doveva sconfiggere. La storia della 'guerra' poteva sembrare un po un eufemismo,ma io lo trovavo antipatico,stronzo e pieno di sé,genere di persone che io non sopportavo.
"vado in stanza,a domani" mi salutò, lasciandomi un bacio sulla guancia.
"notte" sussurrai dolce e gli sorrisi. Ricambiò il sorriso e si allontanò. Mi alzai dalla poltrona e andai verso i dormitori,nella direzione contraria a quella del mio migliore amico. Avanzai davanti alle porte,fino a che non ne trovai una su cui era scritto:Paulo Dybala. P.s. Se non ti ho invitato non entrare,grazie.
Molto gentile anche sulla scritta sulla porta,cavolo. Bussai.
"leggi il cartello che hai davanti" lo sentì urlare.
"Paulo,sono Luz" e appena dissi queste parole la porta si aprì. Lui era sull'uscio,con solo i pantaloncini della seleccion addosso.
"entra" e detto questo,dopo avermi squadrata da testa ai piedi,si allontanò. Entrai nella stanza e chiusi la porta. C'erano,per fortuna,due letti singoli. Era una stanza abbastanza grande,la porta finestra dava su una specie di giardino,che però era delimitato da una rete. Davanti ai due letti c'era una TV,abbastanza grande;aveva anche la PlayStation. Il bagno era giusto oltre una porta bianca,la luce era accesa.
"hai intenzione di restare ancora ferma nel mezzo alla stanza?" domandò con tono strafottente..cazzo che rabbia.
"perché,non posso?" allargai le braccia e lui ruotò gli occhi,per poi prendere il cellulare e mettendosi a guardarlo,sdraiato sul letto. Solo dopo realizzai che fosse senza maglia e che aveva davvero un bel fisico,gli addominali erano ben scolpiti,si vedeva che faceva uno sport basato sulla Corsa e l'Atlecitismo.
Le mie valigie erano già dentro la stanza,accanto al letto vuoto. Ne aprì una e trovai subito una canottiera non troppo scollata e dei pantaloncini corti che mi arrivavano poco sopra il ginocchio. Entrai nel bagno,mi spogliai e mi misi quello che avevo preso,poi tornai in stanza,aprì l'altra valigia e trovai lo spazzolino con il dentifricio alla menta. Sentì addosso lo sguardo di Paulo,ma cercai di non badarci e tornai nel bagno. Aprì il tubetto del dentifricio e ne misi un po sullo spazzolino,portandolo poi alla bocca e iniziando a lavarmi i denti. Appena ebbi finito lavai lo spazzolino e lo riposi sotto lo specchio,accanto al suo,assieme al dentifricio. Presi i capelli con una mano e mi abbassai verso il rubinetto,prendendo un po di acqua per sciacquare la mia bocca. la Sputai e spensi la luce,tornando in camera. Appoggiai i vestiti sul letto e alzai le coperte,sdraiandomi. Detti le spalle al mio connazionale e provai a dormire,ma la luce accesa me lo impediva.
"puoi spegnere la luce?" gli chiesi,con tono annoiato.
"spegnila da sola,se usi quel tono con me" rispose,spegnendo il cellulare e appoggiandolo sul comodino,si sdraió e mi dette anche lui le spalle.
Che palle che è questo ragazzo.
Pensai e mi alzai. L'interruttore si trovava vicino al suo letto,molto intelligentemente,invece di essere All'ingresso,dalla mia parte. Andai verso il muro e d'istinto lo guardai,pensando che avesse gli occhi chiusi;invece,appena vide che lo stavo guardando,li aprì meglio e alzò il busto,sorreggendo il peso della testa sui gomiti.
"perché con gli altri fai la dolce e con me non ci riesci?" domandò,lasciandomi di stucco. Già,perché? Perché mi stava antipatico? O perché forse mi stavo innamorando di lui? A quella domanda non sapevo rispondere,non c'era un motivo,solo non riuscivo a essere Dolce con lui.

Eccomi qua!
La nostra luz ha dubbi sull'amore.
Papà Edgardo la obbliga a fare tutto ciò che lui vuole...
#mainajoya versione luz bauza. 😂
Ho dimenticato di dirvi che per chi non lo sappia Leandro Paredes(il mio bff😍💕) è un centrocampista della Roma. Come avete capito,assieme a molti altri giocatori non juventini,è uno dei miei preferiti😆.
sto scrivendo questa nota mentre aspetto di andare alla cena di squadra;Ho fame e porca di quella (Gigi può accompagnare solo😂) non ho voglia di fare la partitella.
Ci vediamo,la povera affamata,Arianna.

La hija del entrenador || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora