Fantasie

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Le sue labbra erano appoggiate sulle mie,le sue mani stringevano i miei fianchi. Ricambiai il bacio,stringendo le mani attorno al suo collo.
Sorrise sulle mie labbra e poco dopo ci staccammo.
"quindi,mi perdoni?" domandò,ingenuamente.
Risi e tornai sulle sue labbra.
"torniamo dentro" dissi poi,quando ci staccammo definitivamente.
"andiamo" mi porse la sua mano che accettai volentieri. Aprì la porta e tornammo nella sala. Si erano già sistemati tutti a tavola,avanzavano due posti all'inizio del tavolo. Mi sistemai accanto a joana e alla mia sinistra si sedette il mio ragazzo. 
"allora,che è successo?" mi domandò lei,sussurrando al mio orecchio.
"abbiamo chiarito" sussurrai anche io,per poi tornare composta sulla sedia. Con la coda dell'occhio vidi Paulo sorridere,probabilmente ci aveva sentite. Si voltò verso di me e sorrise ancora,così mi sporsi verso di lui e gli lasciai un bacio sulla guancia,cosa che sembrò apprezzare.

Dopo pranzo scendemmo nel giardino. Volevo mostrargli il giardino che avevo visto sulla terrazza,così girammo tutta la villa,in cerca dell'uscita che portava a quel paradiso. Dopo una buona mezz'ora riuscimmo a trovarlo. Il gazebo era in ferro bianco,era circondato da rampicanti che gli davano quella raffinatezza e quel tocco naturale stupendo. Vicino c'era una bicicletta decorativa,con tre cestini in vimini contenenti fiori colorati. C'erano rose tutte d'intorno e anche piante selvatiche. Camminammo mano nella mano verso il gazebo,fino a andarci sotto. Ci mettemmo uno davanti all'altro, tenendoci per mano.
"sarebbe bellissimo,un giorno,tornare qui e tenerti le mani,come ora,sotto questo gazebo,e guardare il tuo bellissimo vestito bianco" iniziò a fantasticare di nuovo,mentre io mi avvicinai a lui. Era strano vederlo fantasticare sul matrimonio,chissà su cos'altro si sarebbe fatto un film mentale.
"oppure,entrare in chiesa come il presidente,con un piccolo me in braccio" continuò,stavolta riferendosi ad un bambino. Sarebbe bellissimo,c'è lo vedrei a fare il papà,a giocare in giardino con un bambino.
"e se ci pensassimo?" dissi io,improvvisamente,così. In realtà era troppo presto,eravamo giovani e stavamo da solo un mese insieme e c'erano già stati troppi problemi fra noi,ma forse un bambino avrebbe messo le cose in chiaro e calmato le acque.
"sul serio?" domandò,colto alla sprovvista dalla mia proposta. 
"sì...forse un bambino potrebbe legarci per sempre...non soffriremmo mai più..." mi fece appoggiare a lui e mi strinse a se.
"piccola,sai bene che è impossibile una favola,sai che non esistono,ma non sarebbe certo un bambino a unirci;so che è brutto da dire,ma noi siamo già uniti,siamo uniti da un amore indissolvibile,che vivrà contro tutti e tutto,un bambino sarebbe solo il culmine di tutto,ma sì,se vuoi fare dei bambini con me,inizieremo a provarci..." alzai la testa lo baciai.
"sì Ma...tuo padre?" domandò poi. Già,mio padre non voleva la nostra relazione,figurati un bambino.
"questa è la mia vita,amore,è la nostra vita,lui deve fregarsene,decidiamo noi" lo vidi distogliere lo sguardo e ruotare gli occhi,segno che era infastidito
"piccola,non voglio rovinare la vostra relazione,per un mio capriccio" ci abbracciammo,lui mi resse dalla schiena, unendo le sue mani. 
"Paulo,la nostra relazione era già rovinata dapprima che ci conoscessimo,non sarete certo tu o un bambino, a rovinare tutto" sospirò e distolse ancora lo sguardo.
"amore,devi passare il più tempo possibile con tuo padre,perché quando un giorno non ci sarà più,ti mancherà. Io ho perso mio padre a 15 anni,ci sono stato troppo poco e ora lo rimpiango,tutte le notti lo sogno e mi sveglio tra le lacrime...non ti auguro niente del genere" si allontanò,voltandosi e appoggiandosi al ferro bianco del gazebo.
Era turbato, da questa cosa,si vedeva lontano un miglio.
Mi avvicinai a lui e lo feci girare,abbracciandolo. 
"rimandiamo il discorso?" domandò,facendomi la faccia da cucciolo.
"sì" detto questo ci prendemmo per mano e tornammo indietro,perdendoci nella villa.
"da che parte era?" domandò lui,grattandosi la testa,imbarazzato.
"credo sia per di là" indicai la porta dalla quale,per cosa ricordavo,eravamo passati per entrare. Lo tracinai dentro e subito trovammo la scala di pietra.
"brava amore" mi disse lui,mi baciò la guancia e salimmo la scala.
"eccovi,eravate scomparsi! C'è da fare le foto!" ci accolse subito Claudio,che seguimmo fino alla sala. Stavano facendo delle foto,il presidente e tutta la famiglia,così ci allontanammo,aspettando il nostro turno.
Fummo gli ultimi,affiancammo i due genitori,Paulo si mise dalla parte del presidente e io da quella di sua moglie Deniz,che teneva in braccio la bambina. Sorrisi verso il fotografo,che scattò la foto.
"grazie di essere venuti" disse la donna,verso di me.
"figurati" le dissi,per poi accarezzare la mano piccolissima della bambina e allontanarmi,riunendomi a Paulo,che sta ridendo con Gonzalo.
"bu!" lo spaventai,abbracciandolo da dietro.
"che paura" ironizzò,appoggiando un braccio sulla mia spalla.
"siete tornati insieme,eh? Bene! Perché Paulo iniziava a essere davvero rompipalle" esclamò Gonzalo. Probabilmente Paulo lo assillava dei suoi pensieri tristi,riguardo al fatto che l'avevo lasciato.
"ma non è vero!" si difese il mio ragazzo,tirandomi affianco a lui
"no pipa! Mi manca! No pipa,la amo! No pipa,cosa posso fare? No pipa,aiutami!" imitò la voce del suo compagno,enfatizzando le note annoiate della sua voce.
"vabbe,mi arrendo" alzò le mani,per poi appoggiarle di nuovo sulla mia schiena. Io e Gonzalo ridemmo,mentre io gli lasciai un bacio sulla guancia.
Avevo la fortuna di vivere quei momenti felici,di avere degli amici fantastici e un fidanzato stupendo,cosa potevo volere di più?

Visto,sono tornati insieme 😍Paulo si è fatto perdonare,quindi non uccidiamolo...per ora😏
Che ne dite di queste fantasie? C'è lo vedreste,nella storia,un piccolo Dybala? 😍ditemi voi,perché io sono incerta 😏😘
Ciao ciao 😗

Arianna

La hija del entrenador || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora