Everything is not done

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Due giorni dopo
Luz's pov
Avevamo passato poco tempo in Polonia, perché dovevamo tornare al più presto a Torino. A breve sarebbero ripreso gli allenamenti per la stagione 2017/2018 e Paulo voleva essere a Torino con qualche giorno d'anticipo per riprendere gli allenamenti un po' prima, dato che tra il 13 e il 14 luglio sarebbero partiti per il tour in America, dove avrebbero sostenuto diverse amichevoli con varie squadre di tutto il mondo.
Avevo pensato che Dolo, Lautaro, Gustavo, Cris e Alicia tornassero in Argentina, invece erano venuti con noi a Torino e sarebbero rimasti per farmi compagnia una volta cominciato il tour.
Avevo anche litigato con Paulo per questo. Lui voleva che io rimanessi a Torino, che non faceva bene ai piccoli viaggiare così spesso e in giorni così ravvicinati, che il viaggio in America era lungo e non voleva rischiare, preferiva che io restassi in questa città a riposare e a rilassarmi. Io dicevo l'esatto contrario, volevo  sostenerlo e stargli vicino, ma poi tutti gli altri mi hanno convinta a non andarci rimanendo con me nella città della Vecchia Signora.
Devo ammettere che l'aria di Torino mi era mancata, non faceva né troppo né troppo caldo. Mi era mancato il silenzio e il traffico la mattina.
Non mi sarebbe poi così dispiaciuto rimanere qui.
"Cosa volete mangiare per cena?"chiesi. In frigo non c'era nulla. Bisognava aspettarselo conoscendo Paulo, poi mancavano da questa città dalla finale di Champion league.
"Cosa ne dite di un hamburger?"propose il mio ragazzo.
Tutti annuirono e Dolo disse:"Se lo cucini tu, rifiuto l'offerta"
Scoppiammo a ridere. L'unico che non accennò a un sorriso era Paulo che mise un broncio.
"Amor è inutile che fai quella faccia. Sei ancora più carino così."gli dissi dandoli un buffetto sulla spalla.
Sbuffò.
"Bisogna fare la spesa allora."
"Ci vado io. Dovevo già uscire, non mi costa nulla. Anzi ci vado subito così mi tolgo l'impiccio davanti."disse il mio ragazzo.
"Ok ci vediamo dopo allora"
"Zio vengo con te. Però prima di fermo da una parte e poi ti raggiungo"
Io e Paulo ci scambiammo un bacio e lui e la sua nipotina, dopo aver salutato tutti, uscirono di casa alla volta del supermercato che non distava molto da casa, infatti ci andavano a piedi
Paulo's pov
Dolo si era fermata un secondo in un negozio perché doveva ritirare una cosa e subito dopo mi avrebbe raggiunto al supermercato.
Ero quasi arrivato a destinazione, luogo che si trovava dietro l'angolo di casa mia, quindi non avevo poi fatto molta strada. Stavo aspettando che il semaforo dei pedoni diventasse verde in modo tale da poter attraversare la strada.
Lo vidi cambiare colore e le macchine si fermarono ai miei lati, così attraversai. A un tratto sentì un dolore lancinante in tutto il corpo, in bocca un sapore molto simile al sangue e poi buio.
Dolores's pov
Uscì dal negozio a causa delle urla che avevo sentito.
Sembrava come se si fosse scatenato il panico. Tutta la gente era radunata sulle striscie pedonali, chi urlava, chi piangeva, chi urlava parole senza senso. Era un putiferio.
Cosa era successo?
Corsi verso là, ma un uomo mi fermò
"Signorina...non guardi...".
Cercò di coprire il corpo di quella persona, ma quando vidi il braccio tatuato con le due strisce, tutto insanguinato, capì subito che si trattava dello zio. Al solo pensiero mi sentì malissimo.
"È mio zio quello...sono sua nipote, lasciatemi passare!" urlai e nonostante la mia gracilità, riuscì a raggiungere il corpo dello zio, riverso a terra. La bocca era socchiusa, i capelli pieni di sangue, il volto tagliato in diverse parti, il sangue che macchiava i tatuaggi, gli unici due visibili; le strisce e il pallone con la corona sul polpaccio. La canotta grigia era strappata in diversi punti, i pantaloncini anche essi insanguinati.
Mi chinai sul suo petto, ma il mio mondo crollò, quando non sentì nulla.
Era volato in cielo...
Lo abbracciai, piangendo sul suo petto.
Sentì le sirene e un ambulanza arrivò. Qualcuna doveva averla chiamata.
Io invece di preoccupai di chiamare qualcuno e digitai il primo numero che mi venne in mente.
"Nonna"dissi piangendo.
"Dolo stai bene? Abbiamo sentito un'ambulanza."
"Nonna, ha-hanno inv-invest-investito l-lo zi-zio"dissi con la voce spezzata dai singhiozzi.
Chiuse la chiamata e capii che erano arrivati quando sentì urlare un"oddio..."
Mi voltai. Tutta la famiglia era là.
Luz fu la prima che guardai, piangeva a dirotto, stretta da Cristian.
I dottori si avvicinarono e mandarono tutti via, aiutati dai carabinieri apparsi dal nulla. 
"Dolo, vieni qui...allontanati"
Dalla mia bocca non uscì nessun suono di protesta, quando mio fratello con una calma assoluta e assurda mi prese dalle braccia e mi allontanò dal corpo di mio zio, inerme sull'asfalto.
"Lautaro!"sussurrai il suo nome scoppiando a piangere e battendo i pugni sul petto di mio fratello gemello.
Mi strinse a se, coprendomi alla visuale del corpo di mio zio che veniva trascinato di peso sull'ambulanza, molto velocemente.
La nonna era disperata, abbracciava papà e scuoteva la testa mormorando parole incomprensibili.
"Allontanatevi per favore, lasciate passare" dissero i carabinieri, facendoci spostare dal luogo dell'incidente. Le strisce bianche erano diventate rosse, macchiate di sangue. 

La hija del entrenador || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora