Epilogo

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(Che titolo triste😔)

Luz's pov
"ciao Luz,come va?"
"ciao big frate...bene,tu?"
"wow,sembra passato un secolo dall'ultima volta che mi hai chiamato così..io sto bene..i bimbi?"
"hai saputo che sono maschio e femmina? Comunque stanno bene"
"sì, so già tutto...paulo? Ha ripreso a parlare?"
"no purtroppo...ora è negli stati uniti per il precampionato con la Juve,giocherà poco,però...i tuoi bimbi?"
"oh stanno bene!"
"Camila?"
"anche lei sta bene..accidenti Luz,ti ricordi quando tutto è iniziato?"
"si! Mi sembra ieri quando sono entrata nel ritiro.."
"già,tu e Paulo eravate cane e gatto" rise. Era la prima chiamata che facevo con Leandro dopo tanto tempo.
"di peggio...mi ricordo delle stupende lettere che mi faceva trovare ogni mattina" ironizzai,ricordandomi di quelle parole furbe,quelle che non potevo sopportare e alle quali mi incazzavo...wow,era passato così tanto tempo...
"e poi,quando vi siete fidanzati? Il primo bacio in aeroporto"
"già,poi il mio piano geniale che geniale non era" ridemmo insieme. Ricordai tutti quei momenti,ripensando poi a quando rimasi bloccata all'aeroporto e a quando arrivai per la prima volta a casa di Paulo.
Poi a quando conobbi nahuel e fede, poi al ritorno di Antonella e al litigio,poi alla poesia di Paulo e a quando tornammo insieme;a quando diventai la sua agente e a quando iniziammo a pensare di avere dei figli. A quando scoprì di essere incinta,mio padre mi ordinò di abortire,poi a quando ci riconciliammo. Quando feci amicizia con Dolores,quando litigammo di nuovo a causa dei test invertiti e pensai che fosse finita;a quando arrivò cristian,tutta la nostra storia,era passato davvero molto tempo.
"ora vado Luz...ci sentiamo"
"si,ciao Leo" riattaccai al cellulare e continuai a piegare i panni appena stirati da Alicia,che avevo mandato a riposarsi. Infondo,mi stavo annoiando a morte.

Paulo's pov
"bene Paulo,nella prossima partita giocherai gli ultimi dieci minuti al posto di moise;non strafare però,se stai male avverti subito,mi raccomando.." ascoltai attentamente le parole del mister,che indicò moise quando fece il suo nome. Il sedicenne mi dedicò uno sguardo veloce e guardò il mister. Non ci badai e annuì verso il mister,nonostante avrei voluto dire qualcosa del tipo:sì,sono pronto, darò il meglio di me...ma mi era impossibile.
Ci allontanammo dal campo una volta finito l'allenamento,anche se io l'avevo fatto diverso e tornammo in ritiro,con il pullman. Io avevo la stanza assieme a miralem,uno dei giocatori a cui ero più legato.
"frate,giochiamo a FIFA?" propose lui.
Annuì, nulla da fare la voce non voleva uscire dalla mia bocca. Io ci provavo, mi sforzavo, ma nulla da fare.
Decidemmo di fare una partita un po' strana. Juventus contro Juventus.
Iniziammo a giocare, quando arrivò il primo gol fatto dal sottoscritto con il personaggio di Claudio. Mi alzai in piedi e portai le braccia verso l'alto con le mani strette a pugno come segno di vittoria.
"Non fare tanto il figo, frate. Finirai sconfitto."
Ma per favore. Io sono imbattibile. Per fargli capire ciò feci la faccia di uno che la sapeva lunga.
Riprendemmo a giocare, secondo gol, fatto dal sottoscritto col personaggio di colui che stavo battendo.
Non resistetti a prendere un foglio e una penna.
"Ma cosa stai scrivendo?"
Gli feci segno di aspettare e di farmi finire di scrivere.
Mira sbuffò.
Gli porsi il foglietto su cui avevo scritto:«La EA sport ha fatto il tuo personaggio troppo forte in FIFA. Se nella realtà sei uno scarsone, non concepisco come tu possa essere così forte in un videogioco»
"Non parli però le prese per il culo ti vengono benissimo."
Questa fu la sua risposta, risi silenziosamente.
E riprendemmo a giocare.
Gli concessi un solo gol e allo scadere del tempo segnai di nuovo, ma questa volta con il mio personaggio.
Avvertii una sensazione strana, come un senso di potenza e libertà, come se ci fosse qualcuno accanto a me che mi incitava a provarci. Infondo non richiedeva nessuno sforzo no? Cosa mi costava tentare? Nulla, non mi costava nulla e così ci provai...
"Paulo Dybala segna. Paulo Dybala non delude mai."
Improvvisai uno strano balletto e poi mi lanciai sul pavimento, come se fossi un pinguino che slitta a pancia in giù sulla neve.
"Cazzo Paulo! Tu-tu hai parlato?"
Ho parlato? Si, ho parlato. Un colpo di tosse.
"Io ho parlato. Luz-ancora un colpo di tosse- devo chiamare la mia piccolina."
"Paulo non sforzarti troppo, hai ripreso a parlare, ma dovresti fare dei controlli, per essere più sicuri."
Lo liquidai con un cenno del capo. Ora il mio pensiero correva a Luz, al fatto che dovevo chiamarla.
Quello fu il primo pensiero, nessun altro.
Mi ero reso conto che Luz era triste e la sua confessione mi fece il cuore a pezzettini,avrei tanto voluto risponderle,volevo in tutti i modi dire qualcosa e mi sentivo un mostro nell'aver fatto piangere la mia fidanzata incinta...ma non potevo fare nulla. Presi il cellulare e composi velocemente il suo numero,sperai che rispondesse.
Luz's pov
Stavo ancora male.
Sì,mi mancava la voce del mio ragazzo,molto e mi mancava lui. Finì di piegare la tenuta della nazionale blu e sentì il mio cellulare squillare. Non badai al nome e accettai la chiamata,mettendo in vivavoce. Piegai anche i pantaloncini del mio ragazzo,quando sentì una voce.
"Luz!" non poteva essere lui
"Paulo?" domandai,completamente stranita,lui non parlava,non poteva chiamarmi
"Luz amore mio sono io,sono Paulo!" esclamò,ne fui certa. Era tornato...
Le lacrime presero a scendere dai miei occhi, lacrime di commozione.
"Paulo..." mormorai il suo nome,che fu spezzato dai singhiozzo.
"non piangere amore mio...è tutto finito...sono tornato piccola e non me ne andrò mai più" eppure,non ci riuscivo. Forse era la gravidanza,forse ero sul serio commossa,piangevo. Piangevo perché finalmente sentivo la sua voce.
Piangevo perché non potevo fare altro.
Piangevo perché era tutto finito.
Piangevo.
"Luz...cosa succede?" mi sentì chiedere da una voce assonnata,mi voltai ed Alicia era la.
"mamma?" appena Alicia sentì la voce di Paulo chiamarla,corse verso di me.
"figlio mio...sei tu?" domandò la donna,sporgendosi verso il cellulare
"si mamma,sono io..." rispose,ma la sua voce tremò.
"oddio...finalmente.." esclamò lei. Arrivarono anche gli altri,Dolores prese parola
"zio?" domandò. Erano tutti scioccati nel sentire la sua voce,nessuno ci credeva
"sì nipotina mia,sono io"
Vidi Dolores leggermente commossa,anche lei. Abbracciò mio fratello,appoggiandosi al suo petto.
"oh zio,sei tornato a parlare!" esclamò poi
"si piccolina,sono tornato"
Lautaro mi abbracciò,visto che mio fratello abbracciava Dolores. Piansi sulla sua spalla
"piccola mia,Luz,non piangere dai.." disse la sua voce metallica,che però era la sua e abbastanza riconoscibile.
Cercai di calmarmi.
Avrei voluto essere la con lui,baciarlo,abbracciarlo,ma era impossibile.
"ti amo" gli Urlai
"ti amo anche io amore" mi era mancato sentirmi dire quei ti amo da lui,mi era mancato terribilmente.
Due settimane dopo
Lo vidi correre con le sue gambe verso di me,mi abbracciò di scatto e io ripresi a piangere,esattamente come due settimane prima. Bagnai la sua maglietta e quando Paulo si allontanò,interrompendo quell'abbraccio,asciugò le mie lacrime e appoggiò delicatamente le sue labbra sulle mie,lasciando i miei fianchi e appoggiando le mani sul mio collo. Fui io ad appoggiare le mie sui suoi fianchi. Un colpo di tosse ci costrinse a interrompere quel momento,quel colpo proveniva da mio fratello
"evitate davanti a me, sono geloso" disse,imitando in malo modo il tono di voce del mio ragazzo,con la stessa frase scritta per cristian e Dolores.
"dai cris" prese parola quest'ultima,ammonendo il fidanzato,poi vení verso di noi e abbracciò lo zio,che dedicò una linguaccia, come un bambino,a mio fratello.
Ridemmo tutti insieme,mentre il cantante mise il muso.
Paulo abbracciò uno per uno,tutti gli altri, poi tornò da me.
"ti amo" disse poi. Non ero abituata,avevo persino dimenticato quando fosse bella la sua voce. Mi strinsi a lui.
"anche io ti amo" e così,abbracciati,uscimmo dall'aeroporto.
Noi eravamo completamente diversi,anche sull'aspetto fisico,io avevo gli occhi celesti,lui verdi,i capelli biondi, lui castani,io ero alta,lui basso,ma in un certo senso,eravamo uguali. La gente ci avrebbe detto che eravamo incompatibili,che eravamo troppo giovani per sapere cosa voleva dire per sempre,era una prova d'amore,fra me e lui,avremmo imparato l'uno affianco all'altro,saremmo andati avanti mano nella mano
La gente ci avrebbe ripetuto per sempre che non potevamo stare insieme,ma loro non sapevano di cosa stavano parlando,loro non sapevano di quello che lui aveva fatto al mio cuore,loro non sapevano di noi,loro non sapevano che saremmo stati insieme fino alla fine,perché infondo,io ero la figlia dell'allenatore e lui un calciatore,eravamo un classico rapporto nel mondo del calcio,era sempre esistito che un giocatore si innamorasse della figlia del suo allenatore e nonostante tutto sarebbe durato,per sempre.

La hija del entrenador || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora