Colore rosso

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"perché?" domandai solo,quando ci staccammo. Sentivo il suo respiro infrangersi contro le mie labbra,da quanto eravamo vicini. Avevo desiderato il suo bacio,ma pensavo di dover essere io a baciarlo,non lui a me. Pensavo che non mi amasse,forse in realtà mi aveva dato quel bacio solo per provare il brivido del tradimento.
"non lo so" rispose,sussurrando sulle mie labbra. Ecco,non lo sapeva. Io invece pensavo che avessi ragione,lui non mi amava e mai l'avrebbe fatto,era solo il brivido del tradimento,ecco cos'era.
Lo allontanai appoggiando le mani sul su petto e mi alzai.
"io non sono la tua ruota di scorta,Paulo" e detto questo uscì dalla stanza,lasciandolo lì,solo.

"l'Argentina rimane in dieci con l'espulsione di Paulo Dybala" fu l'annuncio dello speaker,con un po di rammarico nella voce. L'arbitro estrasse anche il cartellino di colore rosso,dopo il secondo giallo,e Paulo si piegò. Non capì cosa stesse facendo,fino a quando,dopo le proteste di leo e gli altri,non si alzò e portò la maglia sul volto. Venne abbracciato da tutti i suoi compagni. Angel corse verso di lui e prese la  testa di Paulo sulla sua spalla,consolandolo. Dallo stadio pioverro offese e fischi all'arbitro,ma anche un ovazione per Paulo.  Si alzarono tutti,applaudendelo e urlando il suo nome a gran voce.
D'improvviso provai uno strano senso di colpa,ma non era colpa mia se era stato espulso,di cosa mi incolpava il mio subconscio?
Non avevo colpe,nessuna.
Ma forse,aveva perso la concentrazione e fatto tutti quegli errori,persino i falli,perché pensava a me,forse lo stavo facendo soffrire. Però lui è stato il primo a farlo con me,è stato il primo a trattarmi male,era la mia vendetta.
"la vendetta non è la miglior soluzione" mi voltai alla voce che,come per magia,mi aveva letto nel pensiero;era quella di Exequiel Lavezzi. Ero seduta in panchina,non so come c'ero finita,ma c'ero.
Feci la finta tonta.
"in che senso?" domandai,sapendolo in realtà molto bene. Forse aveva anche ragione.
"hai capito bene" rispose per poi alzarsi e allontanarsi,correndo a riscaldarsi.
Se ne era accorto,era evidente. Paulo era ormai vicino a me,prese la casacca da allenamento verde e,sempre piangendo,sparì nel tunnel. Guardai mio padre,che stava guardando ancora il campo,così mi alzai e di nascosto seguì Paulo. Camminava lentamente,era vuoto il tunnel,svolto l' angolo fino allo spogliatoio e entrò,sbattendo la porta. Sentì poi il suo pianto,un pianto più forte,liberatorio. Mi faceva male vederlo così. Feci una corsa fino alla porta e sentì meglio la sua voce singhiozzare
"scusa papà" lo sentì sussurrare
"scusami" e urlò più forte,così aprì la porta.
"vattene" mi disse subito,quando entrai e chiusi la porta. Non lo voleva davvero, si vedeva
"Vattene!" urlò nelle lacrime,ma non gli detti ascolto. Mi avvicinai a passo svelto e lo tirai a me,abbracciandolo.
"vattene" sussurrò ancora,ma restai. 
"shh" lo tranquillizzai,stringendolo a me
"tranquillo,va tutto bene" continuai e passai una mano sulla sua schiena,su e giù. Ancora scosso dai singhiozzi si calmò,iniziando a respirare profondamente contro il mio collo. Mi stava praticamente facendo la doccia con le lacrime,ma non mi importava,volevo solo consolarlo.  Riprese a piangere.
"basta Paulo,basta" provai ancora,premendo la sua testa contro la mia spalla.
Non smise,così dovetti ricorrere ai mali rimedi.  Lo allontanai e presi il suo volto tra le mie mani. Lui abbassò lo sguardo
"ehy,guardami,ora basta" alzò lo sguardo per qualche secondo,per poi abbassarlo ancora. Si calmò, ma poi Scosse la testa,riprendendo a piangere,non smetteva più. 
Dopo un po che piangeva si calmò,respirando profondamente. Quando fui certa che non avrebbe più pianto mi allontanai da lui. Si alzò dalla panchina,si voltò e si tolse la maglia. Si fermò,tenendo le mani appoggiate sull'elastico dei pantaloncini bianchi.
"esco" dissi solo e mi alzai,andando verso la porta,aprendola e uscendo dalla stanza. Decisi di uscire,anche perché non sapevo come mio padre avrebbe preso la cosa che sono uscita dal campo senza il suo permesso. Corsi fuori,stava ancora guadando il campo,così feci una corsa in panchina,sedendomi in un posto vuoto,accanto al papu. 
"dov'eri?" domandò poi.
"giù da Paulo,sta di merda" risposi,incrociando le braccia al petto.
"ha pianto ancora?" domandò poi.
"molto" sospirai,spostando lo sguardo sul tabellone che segnava ancora 0-0,al 46esimo del primo tempo.  Paulo aveva giocato solo 45 minuti,ero sicura che ne avrebbe giocati di più,se non fosse stato per l'espulsione. Aveva preso anche un palo,aveva giocato benissimo e tutto è andato a rotoli,era comprensibile che piangesse. Questo era il suo debutto.

La partita finì 1-0 per noi,ma fu sofferta. Non rientrai nello spogliatoio con i ragazzi,aspettai mio padre davanti alla porta,sentivo che gli faceva una partaccia,urlava e probabilmente stava anche sbraitando,come era suo solito,ma da allenatore aveva più che ragione a sgridarli,anche se forse doveva avere un po più di tatto,soprattutto con Paulo che non aveva colpe.

Eccoci qua. 👋
Capitolo triste,lo so,ma dovevo scriverlo 😢. È successo davvero questo fatto,come saprete. Ho visto i falli solo il giorno dopo,e ho letto l'intervista di Paulo.  Posso solo dire che sono stata malissimo per lui,quando l'ho saputo😔❤beh,è passato. 💕
Vi mando tanti baci,ciaino😉

La hija del entrenador || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora