Che guardi?

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I campi della struttura di Ezeiza erano circondati dagli alberi. Per accedervi si usciva da un altra porta automatica con i loghi della seleccion,che portava direttamente ai campi. Erano giusto 8,probabilmente c'erano anche le nazionali minori,in quel centro.
Entrammo tutti nel campo 1, attraversando la porta di ferro. Questo campo era diverso dagli altri;era circondato da una recinzione più alta, era persino coperto da una rete.
Mi misi seduta in disparte,una volta che ebbero iniziato l'allenamento. Li osservavo correre da ogni parte,dietro a un pallone oppure senza,osservavo anche i portieri tuffarsi al lancio di un pallone e prenderlo tra le mani,stringendolo al petto come fosse una cosa a loro cara. Mi alzai e presi anche io un pallone;iniziai a palleggiare,anche bene,un palleggio,due,tre,quattro,cinque...otto
...dieci...tredici... Appena sbagliai e il pallone cadde a terra alzai lo sguardo;vidi sempre Paulo,guardarmi con i capelli sudati che si muovevano al vento,non riuscivo a decifrare il suo volto,era semplicemente serio. Non faceva alcun tipo di smorfia, era solo e semplicemente serio;mi guardava,doveva avermi visto palleggiare. Cosa aveva da guardare,che cavolo!
"che guardi?" gli Urlai e lui mi sorrise come vittorioso,per poi voltarsi.
Mi voltai anche io,giusto per vedere Leandro farsi scappare il pallone nella mia direzione e rincorrendolo,venendomi incontro.
"tutto bene?" mi domandò,passandosi una mano fra i capelli biondi.
"se per tutto bene intendi che Dybala mi guarda in modo strano allora sì,è tutto bene" risposi,alzando il pallone e prendendolo in mano.
"in che senso?" domandò ma non feci in tempo a rispondere che la voce di mio padre lo richiamò
"Paredes,lascia in pace mia figlia e vieni a allenarti" Leandro sbuffó,prese il pallone con la punta del piede,lo alzò e lo prese poi in mano,per infine correre verso il gruppo dei suoi compagni.
Tornai a palleggiare,era divertente e non troppo difficile. Sentì dei passi diversi da quelli dei ragazzi,non era una corsa e proveniva da fuori del campo. Mi voltai e la prima cosa che vidi fu la sua folta barba bianca,ma non era babbo natale,no,era Lionel Messi.
Aprì la porta di ferro e entrò nel campo,camminando lungo il perimetro. Non indossava la tuta della squadra,ne tanto meno le scarpette;procedeva lentamente con le mani in tasca e la testa china.
"leo" lo chiamai e lui la alzò subito,mi sorrise malinconico e io gli corsi incontro,fermandomi poco prima di finirgli addosso.
"ciao,Luz" mi salutò lui.
Lionel,dopo la sconfitta in Copa America,aveva deciso di abbandonare la nazionale,ma a quando pare non è stato così,visto che era lì.
"sei tornato?" chiesi poi
"ancora non lo so..volevo vedere come si allenavano loro...-accennó alla squadra-...devo decidere" la sua voce risuonava insicura,non era come l'avevo sentita... Quello non era il solito Lionel messi che avevo sempre ammirato.
"tu invece? Che fai qui?" cambiò discorso
"mio padre mi ha obbligata a venire all'allenamento con lui...credo che mi obbligherà anche a stare in ritiro" scherzai sull'ultima frase anche se mio padre ne era più che capace,quando ci pensai per un attimo ebbi paura che davvero mi avrebbe obbligata a stare in ritiro.
"perché,non ti piace la nostra compagnia?" scherzò anche l'attaccante davanti a me. La nostra,vuol dire che vuole tornare,non mi inganna.
"ma quindi vuoi tornare davvero?" domandai forse con troppa fretta.
"non ho detto questo" si difese,alzando l'indice destro.
"leoooo" sentimmo urlare e Marcos Rojo saltò sulle spalle di Lionel.
"Faustino,pesi" Faustino era il secondo nome di marcos,talmente buffo che noi lo chiamavamo quasi sempre così.
"non mi chiamo Faustinoooo" si imbronciò,unendo le braccia al petto.
"ma come? Non ti piace il nome Faustino?" lo schernì la voce soave di Paulo
"oh bruno,pensa per te" ribatté rojo,assumendo un aria di sfida. Bruno? Non si chiamava Paulo?
"piuttosto chiamami Ezequiel,se proprio non vuoi chiamarmi Paulo" continuò lui.
"chi nomina il mio nome invano?" chiese Ezequiel Garay,smettendo di bere da una bottiglietta di plastica.
"scemo,mi chiamo anche io Ezequiel" si rivolse a lui.
"stai calmo però" scherzo poi Garay, ricevendo in risposta un pugno alzato dal numero 21 della Juventus.
Uno a uno i ragazzi salutarono Lionel,erano felici del suo ritorno,ma a tutti il numero 10 rispondeva che non era ancora certo di tornare in nazionale. Mi voltai un secondo,giusto per vedere mio padre guardarci con un sorriso fiero stampato sulla faccia. Teneva le mani sui fianchi e sorrideva,probabilmente felice di vedere Lionel.
Lui,lui che non sorrideva mai,ora lo stava facendo perché uno dei giocatori più forti del mondo era tornato alla sua nazionale,neanche con certezza?
Mi sembrò davvero strano. Vidi poi un braccio completamente tatuato circondarmi le spalle,mi voltai, per vedere il sorriso fiero di Leandro. Sorrisi anche io e gli detti un pugno amichevole sulle costole,appoggiandomi a lui.
Sentì poi un dito affusolato scorrere lungo il mio fondoschiena,mi voltai per vedere chi fosse,pensai fosse Leandro,ma no,era Paulo,che ora si era messo a chiacchierare con Manuel Lanzini. Lo guardai male,molto male;Manuel si allontano di poco,passando vicino a Me e Paulo lo seguì con lo sguardo,fino a quando il suo non si posò sul mio.
Assunse un espressione furba,piegò la testa di lato,mi fece un occhiolino e si allontanò verso Lionel.
"tutto bene?" a risvegliarmi fu il mio migliore amico,piegando la testa verso di me.
"uhm? sisi leo" risposi,tornando a guardare gli occhi verdi,simili a quelli di Paulo,di Leandro. Era questo che avevano di simile,gli occhi.
Perché tutto si ricollega a lui?
Che mi stava succedendo?
"sicura?" insistette,assumendo un espressione preoccupata.
"sicura" mentii. Odiavo mentire ai miei amici,in particolare a lui,ma quando serviva serviva.
"pausa finita ragazzi,tornare a allenarsi!" li chiamò la voce rauca di mio padre,che era al centro del campo. Velocemente i giocatori si affrettarono a raggiungerlo,lasciando me e Lionel a bordo campo.
"secondo me c'è qualcosa tra te e Paulo" insinuò il capitano. Che cosa? Non ci sarebbe mai potuto essere qualcosa tra me e Paulo,mai.
"seriamente leo,in che mondo vivi? Siamo l'esatto contrario,non potremo mai stare insieme" e nel mentre dicevo queste parole cercavo di convincermi che era vero,che non sarebbe mai nato qualcosa tra me e Paulo,perché sentivo che c'era una cosa nuova,una novità,un sentimento sconosciuto verso il ragazzo dagli occhi ghiacciati eppure ero già stata innamorata,questo non era amore,non poteva essere amore.

Ello pipol, ao ar iuo?😂
Ecco il secondo capitolo,le acque si scaldano...😏che furbo il nostro paulino😏,ma la cosa che mi ha fatto piú ridere di questo capitolo è Faustino(fa anche rima😂)Il bello è che lui si chiama veramente Faustino...povero rojo😂è diventato la mia citazione personale.
Anche la depressione fatta persona incarnata da Lionel è vera,dopo la copa America voleva davvero lasciare la nazionale,ma credo che bauza sia riuscito a convincerlo. (grande babbo💪😂) Beh,spero che vi piaccia e ora vado a deprimermi perché è finito definitivamente il campionato e inizia...il Calciomercato.😓 *organo terrificante da funerale*
Ciau👋

La hija del entrenador || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora