Partido a beneficio

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Il millesimo starnuto del mio ragazzo spaventò persino la povera Abba,che dormiva beata nella sua cuccia,accanto al divano,svegliandola.
"salute" disse lautaro,in risposta
"eh...grazie" la voce di Paulo era mascherata dal naso tappato.
Si era ammalato stando tutti i giorni senza maglia,con 12 gradi,era il momento della bella ramanzina. 
"santo cielo Paulo! Solo tu potevi ammalarti in questo modo!" esclamai,avvicinandomi a lui e appoggiando una coperta sul suo corpo rannicchiato sul divano
Mugolò e tossí ancora. Mi domandai come avrebbe fatto a giocare il giorno dopo,con quella terribile influenza.
"come farai a giocare,domani?" appena domandai questa cosa,saltò giù dal divano.
"è la mia partita e abbiamo impiegato un mese per prepararla,giocherò anche con la febbre a 40!" puntò un dito verso il pavimento,ma poi starnutí di nuovo e tornò sul divano.
"l'hai presa brutta,fratello" disse cristian,ancora concentrato a imparare i versi a memoria della sua nuova canzone. Si era persino impuntato di non farmi sapere un bel nulla di quel brano,fino alla sua uscita. 
"grazie dell'informazione cristian,non lo sapevo" ironizzò Paulo,stringendosi nella felpa che indossava.
"tieni,misura la febbre" ordinò Alicia a suo figlio,con una voce ferma,porgendogli il termometro.
Sbuffò e lo prese dalle sue mani,scostando la coperta dal suo corpo e allargando la felpa nera. Mise il termometro sotto l'ascella e si rilassò.
"ti preparò una tisana" dissi io e mi misi ai fornelli. 

"38...cazzo.." sentì esclamare dal giocatore,così mi affacciai. Aveva il termometro davanti agli occhi e sbuffava.
Sua madre andò verso di lui e riprese il termometro
"sia chiaro,domani gioco" risi in modo isterico
"te lo puoi anche scordare!" dissi e tolsi la caraffa dai fornelli. Versai la bevanda nella sua tazza e andai verso di lui,porgendogliela. 
"cos'è?" domandò,dubbioso e incerto di bere il suo contenuto.
"una tisana,ti fa bene e abbassa anche la febbre,bevi" gliela porsi ancora ma lui mi guardò dal basso verso l'alto, con un espressione che significava:'ti piacerebbe!'
"non la berrò mai" incrociò le braccia al petto e si riappoggiò allo schienale  divano.
Che bambino!
"non fare il bambino piccolo e bevi" continuai. I presenti iniziarono a ridere a quel piccolo siparietto. 
"non me ne frega,non lo bevo" scosse la testa.
Era irremovibile,ma avrebbe bevuto la tisana,che lo volesse o no.
"bada che te la mando giù a forza,bevi" scossi leggermente la tazza,stando attenta però a non versare nulla.
"cos'è che mi mandi giù a forza?" sorrise malizioso. Lui e questi doppi sensi!
"la tisana. Bevi" continuai e il sorriso malizioso che aveva sul volto scomparve,trasformandosi in un espressione indecifrabile
"se vomito pulisci tu" si arrese e prese la tazza dalle mie mani. Quante scenate! Che gli costava mandare giù una tisana?
"ma non vomiti...bevi!" esclamai e lui portò la tazza alle labbra,bevendo un sorso. Fece una faccia terribilmente schifata e le risate dei suoi nipoti e mio fratello si intensificarono.
"fa schifo!" sbottò lui, allontanando la tazza dal suo volto. 
Faceva quasi pena.
"guarda,siccome sei un bimbo piccolino,quando nasceranno i piccoli non so come farò...ti preparo una camomilla che è meglio" se si comportava in quel modo,ora che dovevano nascere i suoi figli,sicuramente sarei morta di stress prima. Erano tre i bimbi,non due. Presi la tazza dalle sue mani e tornai in cucina.
Pulì l'oggetto.
"faccio io vai,tu rilassati un po" disse Alicia e vení verso di me,prendendo la tazza dalle mie mani. 
"grazie"  risposi e mi sedetti a tavola,anche perché il divano era occupato dal signorino in coma,là.
Mio fratello leggeva e rileggeva su dei fogli,mormorando piano le parole della canzone. Teneva una mano appoggiata alla tempia e la testa china sui fogli.
"cris...mi dici qualcosa sulla canzone?" lo pregai,ma lui alzò la voce,facendomi capire che non voleva essere disturbato.
Dolores che era accanto a lui provò a sbirciare,ma il cantante spostò i fogli,continuando a mormorare le parole. Dopo poco si alzò dalla sedia e superò quella di Dolores,senza smettere. Uscì dal salotto e scomparí nel corridoio,poi sentimmo chiudere una porta. Doveva essersi rifugiato in camera sua.
Dolores mi guardò e rise,stranita dal comportamento di mio fratello,ma evidentemente quando lavorava non voleva essere minimamente disturbato e stando in mezzo a noi aveva mille distrazioni.

La hija del entrenador || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora