Venerdì 3 febbraio
Ovviamente, dato l'inizio 'positivo' della giornata, il viaggio di ritorno fu un completo disastro. Proprio mentre rientravamo in paese scoppiò un temporale, e la già precaria fiducia che avevo cominciato a provare nei confronti dell'aggeggio infernale su cui ero seduta e del suo pilota scemò del tutto.
«Stai attento alla curva, la strada è scivolosa!» strillai, vedendo che la moto stava per partire per la tangente, portandoci dritti contro uno degli alberi sul limitare del bosco.
«Ti ho già detto di non preoccuparti» mi ribadì Ewan, sterzando improvvisamente per tornare in carreggiata. «Vedi, nessun problema. Smettila di gridarmi nelle orecchie.»
Io sbuffai, mentre cercavo di scostarmi dal viso una ciocca bagnata di capelli senza usare le mani, che tenevo spasmodicamente ancorate alla giacca di pelle di Ewan. Niente da fare. I capelli mi rimanevano incollati alla pelle come una ragnatela umida e appiccicosa, così come i vestiti. Ormai ero completamente fradicia, e da bravo cavaliere Ewan non aveva minimamente accennato a fermarsi per prestarmi il suo giubbotto...
Lo sentii ridere. «Mi dispiace, ma ho fretta. Mi farò perdonare.»
«Non credo proprio che ci riuscirai. E comunque se mi verrà la polmonite sarà colpa tua, ricorda.»
«E il tuo spirito infesterà la mia casa per l'eternità, ho capito. Senti, se volevi una scusa per restare per sempre con me bastava dirlo. Non c'era bisogno di...»
«Ti consiglio di smetterla. La pioggia mi rende nervosa e non vorrei finire in prigione per omicidio, grazie.»
Rise ancora, ma non commentò. Si limitò a scuotere la testa, schizzandomi di goccioline di pioggia.
Mi sfuggì un gridolino imbarazzante. «Ok, ci ho ripensato. Meglio la prigione.»
«Effettivamente, lì saresti più al sicuro.»
Aprii la bocca per replicare, ma mi resi conto che questa volta sembrava serio. Era tornato al tono cupo di poco prima, quando eravamo usciti dal pub. Aggrottai la fronte. «Puoi dirmi perchè hai così tanta urgenza di tornare a casa?»
«Mmm» rispose.
«Ewan...»
«May, non ho tempo di spiegartelo. In poche parole, i miei zii sono tornati e Juliette ha vuotato il sacco.»
«Ovvero?»
«Tutto quello che sto facendo contro il loro volere. In realtà, l'ha fatto per prendersi le sue responsabilità, dicendo di essere stata lei a cominciare, organizzando la festa a casa nostra e via dicendo, ma non è riuscita a nascondere il mio coinvolgimento nella questione. Comunque, ne sarei andato di mezzo in ogni caso. Phil pensa che io non riesca a tenermi fuori dai guai per più di un'ora, quindi...» Alzò le spalle.
Rimasi esterefatta. «Mi...mi dispiace» mi limitai a dire. Sapevo che la colpa era principalmente mia, anche se non potevo proibire ad Ewan di fare di testa sua. Nessuno poteva, era testardo come un mulo.
Una risata amara gli scosse la schiena. «Non dispiacerti, se non avessi aiutato te avrei sicuramente fatto qualcos'altro che l'avrebbe fatto arrabbiare. È normale, fa parte del nostro rapporto. Si diverte a punirmi. Anche se...» Abbassò la voce, come se stesse parlando unicamente con sé stesso. «In fondo mi merito anche più di questo. Nessuna punizione al mondo basterebbe...» Si interruppe, rendendosi conto di non essere solo, o di essere andato troppo oltre. «Però, se proprio vuoi riscattarti per il danno che mi hai causato, potresti stare zitta e smetterla di lamentati per il mio stile di guida» concluse il discorso, ridacchiando.
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Dreamkeepers
Fantasy«Un mondo di bugie e sotterfugi, dove gli incubi diventano realtà e dove il sangue detta legge. Ecco dove vivo. E dove vivrai anche tu se non mi starai lontana.» Owldale è tutto, fuorché un paese movimentato. Non c'è nulla che riesca a turbare la tr...