Lunedì 6 febbraio
«Ewan!»
Un grido acuto lacerò il silenzio della mia camera, ridestandomi dall'incubo. Ci misi qualche secondo prima di capire che era provenuto dalla mia stessa bocca.
Tirandomi a sedere, mi passai una mano sulla fronte. Ero sudata, affannata, ma più di ogni altra cosa ero spaventata. Sentivo il cuore battere contro lo sterno, come dopo una lunga corsa.
Era ancora notte, la luce della luna illuminava la base del mio letto, le lenzuola attorcigliate. Di solito quel chiarore riusciva a calmarmi, ma non allora; niente avrebbe potuto dar pace al turbine dei miei pensieri.
Gettai a terra le coperte, subito seguite dalle mie gambe, che ispezionai febbrilmente. I pantaloni del pigiama, così come i calzini, erano puliti, senza tracce di terra o foglie. Controllai le mani: nessun graffio, niente sangue. "È stato solo un sogno" mi ripetei. "Solo un sogno, solo..."
Una visione.
Rabbrividii. Potevo ripetermi fino alla nausea che quel che avevo visto non aveva un significato, ma non potevo ignorare ciò che ero. Perchè ero una Veggente. Perchè, nonostante l'irrealtà del mio sogno, esso non era stato altro che una previsione del mio futuro. Un futuro che non prometteva assolutamente nulla di buono.
Dovevo avvertire Ewan.
Mi alzai, incapace di restare ferma, e buttai all'aria l'armadio per recuperare dei vestiti pesanti. Indossati velocemente dei jeans, una felpa nera e le scarpe da ginnastica, mi fiondai fuori dalla mia camera.
Il corridoio interno della casa era buio, la porta della stanza di Lyn chiusa, come sempre. Fortunatamente, non aveva udito il mio urlo di poco prima. Se si fosse svegliata, avrei avuto dei bei problemi a giustificare il mio bisogno di gridare il nome di un ragazzo in piena notte.
Raggiunsi il salotto, schivando i mobili a tentoni, e raccolsi le chiavi di casa da un piattino di ceramica, posato sulla cassettiera dell'ingresso. Era uno dei pezzi di arredamento preferiti da mia zia, soprattutto per lo specchio vintage che lo sormontava, e che ora mi restituiva tristemente la mia immagine: una ragazza terrorizzata, pallida come un fantasma e con le labbra tremanti.
Che cosa stavo facendo? Uscire di notte, senza dire nulla, completamente allo sbaraglio. Non era da me e non pensavo lo sarebbe mai stato. In fondo, cosa credevo di fare? Andare da Ewan, avvertirlo del pericolo? Quante speranze avevo di riuscire a parlargli prima che mi sbattesse fuori di casa? Zero, meno infinito. Valeva davvero la pena di rischiare, uscendo da sola in piena notte, soltanto per ritrovarmi una porta chiusa in faccia?
Distolsi lo sguardo dallo specchio. Non era il momento di pensare. Dovevo agire, prima che fosse troppo tardi.
Cercando di limitare al massimo i rumori, infilai la chiave nella toppa della porta e la girai. Un piccolo scatto, un flebile suono di sfregamento. La porta rimase chiusa.
Presi un respiro, e feci fare alla chiave un'altra rotazione, poi un'altra ancora. A quel punto percepii un ultimo schiocco e, prima che Lyn potesse chiedersi da cosa fosse stato prodotto, sgusciai all'esterno.
L'atmosfera che mi avvolgeva era ancora tinta di un blu buio. Dovevano essere al massimo le due del mattino. Andando a dormire presto dovevo aspettarmi che di conseguenza mi sarei svegliata prima del solito, ma non avevo considerato la possibilità di sognare, né quella sera, né per tutto il resto della mia vita.
Cominciai a camminare, cercando di restare vicina ai radi lampioni che illuminavano la strada. L'ansia non la smetteva di contorcermi lo stomaco. Aumentai la velocità più volte, ma mi era difficile mantenere quell'andatura per molto tempo. Decisi di tagliare attraverso i giardini di alcune case per accorciare la distanza. Se mi avvessero vista sarei scappata, evitare di attirare l'attenzione dei vicini non era la mia preoccupazione principale, al momento. Non quella.

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Dreamkeepers
Fantasy«Un mondo di bugie e sotterfugi, dove gli incubi diventano realtà e dove il sangue detta legge. Ecco dove vivo. E dove vivrai anche tu se non mi starai lontana.» Owldale è tutto, fuorché un paese movimentato. Non c'è nulla che riesca a turbare la tr...