Giovedì 2 febbraio
Mi svegliai a causa della luce che filtrava dalla finestra. Mi stropicciai gli occhi e la osservai pensierosa. Ero sicura che le ante fossero aperte quando mi ero sdraiata sul letto, mentre ora erano socchiuse. Cercai di mettermi seduta, mentre le coperte che io avevo buttato in fondo al materasso mi scivolavano dalle spalle. Le guardai, ancora più confusa. Il mio cervello per qualche motivo si rifiutava di connettere.
"Ma dove... dove sono?" Toccai le lenzuola, che parevano di seta, e osservai le tinte contrastanti delle pareti.
Una lampadina si accese nella mia testa. Ma certo. Ero a casa Blackwood, nella camera di Ewan. Dopo che se ne era andato, non avendo di meglio da fare, avevo deciso di seguire il suo consiglio e mettermi a dormire. Avevo caldo e non mi ero coperta, lasciando anche la finestra spalancata. Evidentemente lui doveva essere entrato a controllare cosa stessi facendo e aveva chiuso le ante per schermare la luce.
Strinsi le coperte fra le mani, arrossendo al pensiero che si fosse preoccupato che potessi avere freddo. "Forse un cuore in fondo ce l'ha anche lui."
«Non esserne troppo sicura.»
Feci un salto. In un angolo della camera, semi sdraiato sul suo puff rosso vivo, c'era Ewan. Mi scrutava con uno sguardo divertito che mi innervosì in meno di un secondo.
«Ti prego, non dirmi che sei rimasto qui tutto il tempo a guardarmi dormire...»
«Sinceramente, avevo di meglio da fare che guardarti sbavare come un cane. Sono qui da una mezz'ora, forse. Ho suonato un po' per riempire il silenzio.» Fece vibrare una corda del violino che teneva sulle gambe.
«Ah... e per quanto avrei dormito?»
«Uhm... 11 ore penso.»
Avevo dormito. Avevo dormito davvero! Non potevo credere che l'idea di un idiota come Ewan potesse essersi rivelata giusta. Mi sentivo così riposata, così... bene!
Ma un attimo... se ero andata a letto alle tre e mi ero svegliata dopo 11 ore...
«Sono le due del pomeriggio!» eslamai, buttando le gambe fuori dalle coperte. «Mia zia mi ucciderà! Ho saltato la scuola...»
«L'ho chiamata io, non preoccuparti.»
Quella frase da sola riuscì a distruggere ogni mia speranza. Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo per non gridare. «Fammi capire bene» sillabai. «Tu, un ragazzo, un maschio, hai chiamato mia zia per dirle che stavo dormendo a casa tua? E lei l'ha presa bene?»
Ewan rise, alzandosi e riponendo il suo strumento nella custodia posata sulla scrivania, accanto all'archetto. «Non sono così stupido, per tua informazione. Le ho fatto credere di sentire la tua voce. Niente di complicato.»
«Hai smanettato nel cervello di mia zia?!» esplosi.
Alzò gli occhi al cielo. «Se è per questo l'ho fatto anche con te, ma non mi sembra il caso di farne una tragedia...»
«Con... con me?» balbettai, stringendo i pugni.
«Già... quella volta, al supermercato, ho fatto in modo che non ci vedessi.» Rifletté un attimo e poi aggiunse: « E secondo te, perchè ti è venuta una voglia improvvisa di andare in giardino? Per una momentanea passione per la botanica?»

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Dreamkeepers
Fantasy«Un mondo di bugie e sotterfugi, dove gli incubi diventano realtà e dove il sangue detta legge. Ecco dove vivo. E dove vivrai anche tu se non mi starai lontana.» Owldale è tutto, fuorché un paese movimentato. Non c'è nulla che riesca a turbare la tr...