Capitolo 18 pt. 1

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Sabato 4 febbraio

Ero rimasta senza parole. Mi sembrava che mi avessero lanciato un masso contro lo stomaco, facendomi espirare tutta l'aria dai polmoni, mentre il cervello si rifiutava di connettere i concetti più semplici.

Restammo entrambi a fissarci per un'eternità senza emettere alcun suono, poi mi schiarii la voce. «Una Veggente? È impossibile. Non ho mai previsto nulla in tutta la mia vita, altrimenti sarei riuscita a studiare per la verifica a sorpresa di due settimane fa, non credi?»

Ewan sbuffò. «I poteri non sono un'abilità da usare in modo così superficiale, May.»

«Ehi! Quella verifica era importante, mi ha abbassato drasticamente la media di storia...»

Lui sorrise, scuotendo la testa. Raramente sollevava entrambi gli angoli della bocca, e solo in questi casi gli si formava quella piccola fossetta sulla guancia sinistra. Sarebbe stato adorabile, se avessi ignorato il fatto che stava ridendo di me. «Potresti spiegarmi?» gli chiesi inarcando un sopracciglio.

«Naturale. Le tue visioni non sono flash di immagini future. Sono simboliche. Ed evidentemente ti giungono solo mentre sei incosciente, e per situazioni particolari. Credo che tutti i tuoi poteri siano piuttosto assopiti, forse per questo non si sono mai manifestati. E, in fondo, non sei mai stata allenata, quindi è normale.»

«Mi stai dicendo che i miei incubi sono solo visioni? E perchè non ne sto più facendo? Cosa...»

«Ehi, una domanda alla volta» mi interruppe, sollevando le mani in un gesto di pausa. «Sì, gli incubi che hai avuto non erano altro che visioni. Ad esempio, hai visto me. E di solito, quando lavoro nella mente di qualcuno, sono presente solo psichicamente. Nessuno dovrebbe vedermi. Mentre tu conoscevi il mio aspetto prima che ci incontrassimo, perchè l'hai sognato.» Fece una pausa. «Anche se questo non si può chiamare incubo...»

«Continua» mugugnai infastidita.

«Poi, alla festa, hai visto me e Juliette litigare. Ma noi eravamo in giardino, non nella tua mente. E infine qualcosa ti ha attirata verso di noi.»

«Mi avevi detto di essere stato tu» replicai.

«Sì. Ho mentito» disse, come se fosse la cosa più naturale del mondo. «Non ero ancora sicuro di cosa tu fossi. Comunque, dopo che ti ho raccontato la nostra storia non hai più avuto incubi. Questo perchè non c'era più bisogno di prevedere nulla, non è successo niente di anomalo. Ma la prima volta che succederà di nuovo preferirei esserne informato.»

«Sarai il primo, non preoccuparti» feci io ironica. «Quindi ora sei sicuro che io sia una Veggente... ma perchè non prima? Perchè non volevi che me lo dicesse direttamente tua zia?»

«Te l'ho già spiegato. Non devi fidarti di loro. E se fosse stata Lily a raccontarti questa storia, l'avresti presa come la tua salvatrice, cadendo nelle loro braccia. Questo non deve accadere. Mai.»

Lo guardai mentre si passava le mani fra i capelli neri, che nella luce lunare rilucevano di riflessi blu. Era stanco, era palese. Gli occhi verdi erano cerchiati da profonde occhiaie, e sembrava più pallido e magro. Se non fosse stato per i muscoli ben formati e le spalle larghe sarebbe stato esile quanto me. C'era qualcosa che lo tormentava da dentro, traspariva fin troppo bene dalla sua espressione. Nonostante il suo comportamento arrogante, avrei tanto voluto aiutarlo...

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