Martedì 31 gennaio
«Oh, è tutto così romantico!»
«Romantico? Ma hai sentito quello che ho detto?»
«Certo che ho sentito. E lui è stato troppo adorabile!»
Appoggiai la fronte ai palmi delle mani, sconsolata. Ero seduta con Claire sotto alla nostra quercia, sul retro della scuola. Le avevo appena spiegato cosa era successo alla prima ora per farmi fuggire dalla classe come se fossi inseguita da una schiera di cani infernali. Ovvero, le avevo detto di non essermi sentita bene e che avevo avuto bisogno di prendere una boccata d'aria. Non era la pura verità, ma ancora non avevo capito cosa mi fosse successo ed era inutile raccontarle delle mie stupide sensazione irrazionali. Probabilmente si era trattato di un semplice attacco d'ansia.
In ogni caso, per qualche assurdo motivo le avevo parlato anche del mio incontro con Ewan. E non avrei dovuto farlo. Ero stata davvero una sciocca, ma nelle condizioni pietose in cui mi trovavo non avrei mai immaginato una reazione del genere da parte sua: sembrava su di giri, saltellava allegra sotto l'ombra gettata dall'albero come se le avessi detto che stavo per sposarmi. Forse perchè per lei vedermi parlare con un qualsiasi ragazzo equivaleva ad una proposta di matrimonio... «Claire, per favore. Non è stato affatto adorabile. Si è preso gioco di me per tutto il tempo. E' solo un ennesimo idiota.»
Claire si fermò e fece un gesto vago con la mano. «Tu non capisci nulla di queste cose. Ascolta me. Quando un ragazzo ti tratta male significa che gli piaci, fidati.»
«Per me significa che mi ha scambiata per un clown fuggito dal circo» replicai. «E poi ammettilo, la tua conoscenza in fatto di amore dipende solo da quel che hai letto nei libri. Non c'è nulla di reale che tu sappia da permetterti di darmi consigli sull'argomento...»
Il viso della mia migliore amica si rabbuiò ed io mi morsi le labbra per la vergogna. Avrei voluto rimangiarmi ogni singola parola.
Fortunatamente, Claire non sembrò offendersi troppo e tornò presto a sorridermi dolcemente. A quel punto il mio senso di colpa aumentò ancora di più: lei era una vera amica, mi supportava sempre, cercava di tirarmi su di morale ed io non sapevo fare altro che piangermi addosso. Non capivo cosa la spingesse a non piantarmi in asso, ero una palla al piede... «Claire, io...»«May, non devi scusarti. So che tu non sei così. E so che il tuo cattivo umore dipende dal fatto che non dormi da tempo. No, non dire niente» aggiunse in fretta, notando la mia espressione stupita. «Credevi davvero di riuscire a nascondere gli effetti della carenza di sonno? Hai delle occhiaie da far spavento!»
Mi sfuggì una risata amara. «Beh, in realtà ci speravo. Non volevo che tu ti preoccupassi per me.»
Claire mi si sedette accanto e mi strinse in un abbraccio. «Io mi preoccupo sempre per te, May. Sei la mia migliore amica, non posso fare altrimenti.»
Mi salirono le lacrime agli occhi. «E tu sei l'amica migliore del mondo Claire. Non so come farei senza di te.»
«Oh, ma piantala!» disse lei ridendo e dandomi una gomitata scherzosa. Poi tornò seria, come se stesse riflettendo su qualcosa. «Senti. Mi è venuta un'idea. Potresti venire a dormire da me e potremmo cercare insieme qualcosa che ti aiuti a prendere sonno. E poi...»
«Ehi ragazze! Vi andrebbe di venire alla festa che organizzerò mercoledì sera a casa mia?»
Feci un salto appena udii quella voce. Non avevo sentito i suoi passi e di solito nessuno veniva mai nella nostra zona, quindi non ero affatto pronta ad interagire col mondo esterno, specialmente con lei. Ma non potevo fingere di non vederla.
Mi voltai lentamente e incontrai due occhi verdi e vivaci che mi fissavano sorridenti. Juliette era una ragazza davvero carina. Aveva i capelli neri e lisci tagliati in un caschetto scalato, più corto dietro mentre davanti le arrivava fino alla base del collo. I suoi lineamenti erano molto simili a quelli del gemello, ma aveva anche qualcosa di diverso, sebbene non riuscissi ad individuare di quale particolare si trattasse: forse dipendeva dall'allegria contagiosa che emanava il suo sorriso, o forse dalle piccole lentiggini che le punteggiavano il naso. Qualsiasi cosa fosse a differenziarli, trovavo che la bellezza di Juliette fosse molto più delicata rispetto a quella decisa del fratello... "Ma cosa sto dicendo? Ci manca solo che mi metta a fare complimenti a quello sbruffone!" «Ehm, perchè lo chiedi proprio a noi? Cioè, ci fa piacere che tu voglia invitarci, ma in fondo non ci conosci» le risposi con cautela.

STAI LEGGENDO
Dreamkeepers
Fantasy«Un mondo di bugie e sotterfugi, dove gli incubi diventano realtà e dove il sangue detta legge. Ecco dove vivo. E dove vivrai anche tu se non mi starai lontana.» Owldale è tutto, fuorché un paese movimentato. Non c'è nulla che riesca a turbare la tr...