Domenica 12 febbraio
Le mie mani si mossero da sole, aggrappandosi con forza alla maglia di Ewan senza che me ne rendessi conto, come sospinte da una forza invisibile. Dal panico, probabilmente, la stessa opprimente sensazione che mi spinse a stringermi contro di lui, pallida e tremolante. Al contrario di come mi sarei aspettata, non si irrigidì al mio tocco e non cercò di allontanarmi: mi circondò invece le spalle con un braccio, attirandomi ancora di più contro il suo petto, con fare protettivo. La sua espressione era impassibile, lo sguardo fissò in avanti, le pupille dilatate per la rabbia, eppure questa volta non era diretta contro di me.
Spostai gli occhi dal volto di Ewan a quello di Alistair, ancora immobile e sorridente di fronte a noi. Il calore del ragazzo e il battito del suo cuore, per quanto accelerato, avevano un effetto quasi calmante su di me, alleviavano i brividi che mi percuotevano le membra. Con quel sostegno alle mie spalle trovai il coraggio di aprir bocca e scollare la lingua dal palato impastato. «Lei... lei è...» riuscii a balbettare, prima di perdere nuovamente la voce. Sembravo un disco rotto, me ne rendevo conto, ma la figura imponente che mi sovrastava mi lasciava letteralmente senza parole. Sbattei le palpebre lentamente, nel tentativo irrazionale di cancellare la realtà che mi si presentava davanti agli occhi.
Accidenti alla mia curiosità. Per seguire Ewan mi ero infilata nella tana del lupo e quest'ultimo in persona mi stava ora fissando con un sorriso scintillante e uno sguardo di divertita compassione. Doveva ritenermi una stupida, e non potevo biasimarlo: dopo aver udito il suo nome, ed averlo collegato alla persona che aveva ordinato a Kyle di rapirmi alla festa, avevo spalancato gli occhi ed ero rimasta a fissarlo imbambolata, piena di terrore.
E ora, eccolo: colui che mi stava rovinando la vita. L'uomo che non si sarebbe fatto scrupoli ad utilizzare i miei poteri come un'arma, che io fossi volente o nolente. L'uomo che aveva ucciso i genitori di Ewan sotto i suoi occhi, facendo ricadere la colpa su di lui. Un uomo che, se avesse voluto, avrebbe potuto ucciderci entrambi con un solo pensiero.
Avevo rischiato grosso andando lì, ed ora mi trovavo nei guai fino al collo.
Alistair annuì per la centesima volta al mio borbottio senza senso, continuando a sfoggiare il suo sorriso di benvenuto. Falso, probabilmente, almeno quanto lo era lui. «Cara ragazza, te l'ho detto, sono proprio io. Immagino che tu sia sorpresa per il mio aspetto. Forse ti aspettavi che io fossi un vecchietto malvagio, con la barba lunga e un carattere burbero, l'anziano capostipite di un'antica famiglia di Guardiani, non è così?» fece, ridendo.
«Non è poi una descrizione molto dissimile da ciò che sei realmente, Jones» ringhiò Ewan a denti stretti. Fino a quel momento era rimasto in silenzio, limitandosi a stringermi con forza, anche se potevo percepire il movimento ansimante del suo petto contro la mia schiena.
Gli scoccai uno sguardo confuso, inclinando la testa all'indietro. Si metteva a fare battute in una situazione simile? Doveva essere pazzo, oppure particolarmente convinto delle sue possibilità di sopravvivenza.
Ewan ricambiò la mia occhiata e accennò delle parole con un lieve movimento delle labbra. Inarcai un sopracciglio, ma non emisi alcun suono. Aveva un messaggio per me? Forse, con il suo commento sfacciato, voleva comunicarmi qualcosa.
Alistair intanto si era messo a ridere, una mano posata con leggerezza sul panciotto nero. Aveva dita lunghe e ossute, ma non curate come avrei immaginato, considerato il suo rango. Anni di battaglie le avevano riempite di calli, dovuti al contatto con le dure else di spade e pugnali. Era un uomo alto ed elegante, sulla quarantina. Forse portava semplicemente bene la sua età, ma non l'avrei mai definito un anziano barbuto. Tuttavia, il commento di Ewan non si era basato su questo, bensí sul suo carattere. Certo, il suo viso era impassibile, come se fosse di marmo, l'espressione gentile scolpita ad arte nella pietra per nascondere l'anima nera che conteneva, ma questa traspariva perfettamente dai suoi occhi grigi, che mi fissavano con un lucchichio inquietante, letale. Mi metteva i brividi.

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Dreamkeepers
Fantasi«Un mondo di bugie e sotterfugi, dove gli incubi diventano realtà e dove il sangue detta legge. Ecco dove vivo. E dove vivrai anche tu se non mi starai lontana.» Owldale è tutto, fuorché un paese movimentato. Non c'è nulla che riesca a turbare la tr...