Capitolo 12 pt. 1

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Venerdì 3 febbraio


«Non farlo mai più, ero preoccupata da morire!»


Inclinai la testa all'indietro, posandola sul legno umido della panchina, e chiusi gli occhi: Claire mi stava sgridando da ore, dal primo momento in cui mi aveva vista mettere piede a scuola, e a me cominciava a far male la testa. «Ti ho già detto che mi dispiace, Claire» esclamai. «Semplicemente mi sono sentita male e mi hanno costretta a dormire da loro. E nella confusione dopo la festa non sono riuscita ad avvertirti di persona.»

Lei continuò come se non avessi aperto bocca. «Te l'avevo detto che dovevi farti accompagnare! Pensa a cosa sarebbe accaduto se non ci fossero stati i Blackwood a soccorrerti.»

"Beh, dato che la colpa del mio improvviso malore è stata loro... Al massimo una tranquilla dormitina sull'erba."

«Adesso manterrò la mia promessa e ti legherò al tuo letto per il resto della tua vita.»

A quelle parole assunsi una posizione più composta sulla panchina, facendo scricchiolare il legno consunto. «Tecnicamente, tu hai detto che mi avresti punita se mi avessi trovata riversa fra l'erba. E tecnicamente tu non mi hai trovata. Quindi il giuramento non è valido.»

Claire mi guardò male e io ricambiai l'occhiata sbattendo le ciglia con fare innocente. Nel giro di qualche secondo la mia amica sospirò e mi si sedette accanto. Doveva essere stanca di strillare, era andata avanti per talmente tanto tempo da battere il suo record personale. Ero stupita che riuscisse ancora a parlare. «Lasciamo stare, dai. So che non è colpa tua, ma mi sono davvero spaventata quando Juliette è venuta a dirci di tornare a casa e non ti ho trovata fra la calca. Ti ho cercata per tutto il piano inferiore, poi ho cercato di salire ma Juliette mi ha bloccata, dicendo che non ti eri sentita bene. E aveva una voce così seccata che non sapevo cosa pensare...»

Mi venne da ridere. Ma certo, Juliette non doveva essere per niente felice della situazione... l'avevo sentita litigare con il fratello per impedirgli di rivelarmi la verità. Quello che non capivo era perchè, nonostante volesse tenermi alla larga dai suoi segreti, avesse tanto insistito perchè io partecipassi alla sua festa. L'avrei chiesto a Ewan più tardi. «Scusami, davvero» le dissi, abbracciandola. «Avrei dovuto ascoltarti.»

«Sì, avresti dovuto. La prossima volta mi farebbe piacere se ti ricordassi di queste parole, grazie» borbottò, ma mi accorsi che stava sorridendo. Le sorrisi anch'io e cominciammo a chiacchierare di sciocchezze come non facevamo da tanto tempo.

Finchè un rombo fastidioso dietro di me mi distrasse. Sembrava quello di un motore, di una...

Una moto mi sfrecciò accanto come un fulmine bianco e nero, e per poco non mi tranciò un braccio. Saltai in piedi spaventata. Il cuore mi batteva furiosamente nel petto per la paura... e per la rabbia, quando riconobbi l'identità del guidatore. «Ewan! Impara a guidare!»

Lui, che come ogni buon pirata della strada era senza casco, non sembrava minimamente dispiaciuto. Mi rivolse un largo sorriso, mentre si toglieva i guanti di pelle senza dita dalle mani. «So guidare perfettamente. Altrimenti non avrei la patente.»

Lo guardai inarcando le sopracciglia e alla fine lui cedette. «Ok, ok, diciamo che non ho una patente 'ufficiale', ma so come far funzionare l'aggeggio.»

L'aggeggio... «Oh, questo sì che mi fa sentire meglio!» commentai sarcastica. Al solo pensare che mi fossi fatta dare un passaggio da lui il giorno prima mi vennero i brividi.

Guardai Claire alle mie spalle, che sembrava piuttosto a disagio. La festa doveva proprio averla traumatizzata, a giudicare dalla sua espressione, ma la capivo. Nemmeno io potevo dire che i gemelli Blackwood non incutessero un certo timore.
«Io vengo in classe fra un attimo. Se vuoi...» feci per dirle, ma lei non mi lasciò finire, esclamando un rapido «Certo!» e correndo verso l'ingresso della scuola. «Ti aspetto lì.»

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