Venerdì 3 febbraio
La scena che mi trovai davanti era piuttosto inquietante.
Quando arrivai nel salone, non c'era anima viva. Nessuno, nemmeno un minimo rumore. Il silenzio che permeava ogni cosa mi faceva rabbrividire.
Camminai per l'intero perimetro della stanza, alla ricerca di una porta, o qualsiasi tipo di passaggio che mi permettesse di accedere agli altri ambienti del piano terra. Passando vicino allla vetrata sussultai. Avevo visto un movimento, ma presto mi accorsi che si trattava solo del mio riflesso. Il vetro si era trasformato in un enorme specchio a causa del buio della notte, che nel frattempo era già calata completamente.
Doveva essere ora di cena e ricordai che Lyn sarebbe tornata a casa fra poco tempo. Le scrissi un rapido messaggio per dirle che ero rimasta a mangiare da degli amici - senza specificare quali amici - e poi lanciai un altro sguardo alle pareti. Avrei scommesso che si trovassero tutti in sala da pranzo ad aspettarmi. Se solo l'avessi trovata!
Ad un tratto qualcosa attirò la mia attenzione. Su una delle superfici bianche che mi circondavano notai un'ombra stretta e verticale, come una lunga lama nera. Mi avvicinai e notai che si trattava di un'apertura. Ma certo! Era una porta scorrevole. Ecco perchè non trovavo maniglie.
Rimproverandomi per la mia stupidità spostai la porta di lato.Mi ritrovai in una stanza illuminata solamente da alti candelabri d'argento, posti su un lungo tavolo. Era simile a quelli a cui sedevano i re nei loro castelli, del tipo in cui, per passarsi il sale da un capo all'altro del tavolo, bisognava alzarsi e percorrere almeno quattro metri a piedi.
Intorno ad esso trovai tutta la combriccola al completo. A capotavola sedeva Phil, alla sua sinistra la moglie e Juliette a destra, seguita da Kenneth e Ewan. Amber si era accomodata fra Lily e il posto vuoto che palesemente mi spettava.
Sentii dei brividi di paura percorrermi la schiena. Con quelle luci basse e le espressioni arrabbiate sui volti di quasi tutti i presenti mi sembrava di star partecipando a qualche specie di rito oscuro.
«Ehm, scusate, non trovavo la porta» dissi in imbarazzo, per poi diventare ancora più rossa. "May, sei patetica."
Con mio grande sollievo, Phil non parve aver sentito una sola delle mie parole, perchè rimase a fissarmi con un sorriso di circostanza che non riuscivo ad interpretare, mentre Amber scoppiò a ridere, sciogliendo almeno un po' la tensione della sala.«Ma che strano...» commentò Ewan, senza nemmeno guardarmi. Stava facendo roteare un coltello fra le dita. Mi venne l'istinto di correre a toglierglielo di mano, non tanto perchè fosse un gioco pericoloso di per sé - a volte lo facevo anch'io, molto goffamente, mentre aspettavo di mangiare - ma piuttosto perchè lo stava facendo con una velocità tale da rendere la lama quasi invisibile. Temevo che potesse prendere il volo e conficcarsi 'casualmente' nel cuore di Phil.
Il quale fortunatamente mi anticipò. «May, ti prego, siediti. E, Ewan, potresti smetterla di giocare con le posate?»
Il ragazzo per tutta risposta piantò con un colpo secco la lama del coltello nel legno del tavolo. «Così va bene?» gli ringhiò contro, fissandolo negli occhi.
Io feci un salto e indietreggiai inconsciamente. L'atmosfera della stanza si era fatta densa come miele. Forse sarebbe stato meglio tornare il giorno seguente e parlare con più calma...
«May, ti ho detto di sederti. Ora» mi ordinò Phil indicando la sedia vuota davanti ad Ewan. Deglutii, spaventata, e mi affrettai a raggiungere il mio posto. Quell'uomo riusciva a farmi gelare il sangue nelle vene...
Phil aveva uno sguardo di pietra mentre fissava il nipote. «Non capisco perchè tu sia così furioso. Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
Ewan rise sonoramente. «Non ci credo. Non riesco a credere che tu me lo stia chiedendo!»
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Dreamkeepers
Fantasy«Un mondo di bugie e sotterfugi, dove gli incubi diventano realtà e dove il sangue detta legge. Ecco dove vivo. E dove vivrai anche tu se non mi starai lontana.» Owldale è tutto, fuorché un paese movimentato. Non c'è nulla che riesca a turbare la tr...