Lunedì 6 febbraio
Aveva cominciato a piovere e la luce diurna era stata subito nascosta dal grigio delle nuvole. Cadendo dal loro nebuloso rifugio, le gocce ticchettavano sui vetri delle finestre con un ritmo cupo.
Appoggiai il viso al palmo di una mano, mentre osservavo annoiata le righe acquose che venivano a formarsi sullo sfondo trasparente, modificando il riflesso delle immagini retrostanti. Il contrasto fra il buio dell'esterno e la luce gialla della classe mi dava uno strano senso di quiete, come quando, nelle giornate invernali, ti rannichi in un angolo del letto, godendoti il caldo delle coperte.
Quella sensazione sarebbe stata meravigliosa, se solo non fossi stata così preoccupata.
Sentivo la necessità di parlare con Juliette con la stessa intensità di una minaccia di morte per un condannato. In classe avevo cercato di parlare con lei, ma la ragazza era riuscita ad evitarmi ogni volta che avevo tentato di attaccare discorso. Avevo anche cercato di bloccarla durante la pausa pranzo, ma subito dopo aver preso il suo vassoio si era unita ad un gruppo di studenti più grandi, confondendosi nella mischia e costringendomi ad una ritirata strategica verso il cortile.
Anche ora fingeva di non vedermi e sembrava particolarmente interessata alle lezioni, come mai l'avevo vista. Se solo si fosse voltata avrei potuto dare inizio ad una conversazione muta a suon di sguardi...
Sapevo che mi stava nascondendo qualcosa, percepivo la tensione circondare il suo corpo come un'aura e il modo in cui continuava a non degnarmi di un'occhiata era molto sospetto. Inoltre, avevo notato che Ewan non era venuto a scuola. Ciò non mi infastidiva di certo, vederlo era l'ultima cosa che desideravo dopo l'imbarazzante colloquio che avevo tenuto con Kenneth e Juliette quella notte, ma la sua assenza mi inquietava, soprattutto per il suo messaggio: "trovami". Quanto avrei voluto capire cosa intendesse con quella frase...
Incrociai le braccia sul petto, rizzandomi sulla sedia. No, non volevo saperlo. Dovevo smetterla di preoccuparmi per lui, me lo ero promesso. Se non aveva voluto venire in classe non potevo biasimarlo. Mi odiava e dover subire la mia presenza per l'intera mattinata doveva essergli sembrato una condanna. Che rimanesse pure a casa sua fino alla fine dell'anno, io sarei stata sicuramente meglio lontana da lui e dalla sua gente.
Tuttavia... Osservando lo strano comportamento di Juliette, qualcosa mi diceva che la situazione era più grave di come potesse sembrare...
«May, mi stai ascoltando?»
Mi voltai verso Claire. Era l'ultima ora di lezione, tenuta dalla sonnolenta Mrs. Twain, professoressa di letteratura, ed io non vedevo l'ora di placcare Juliette fuori da scuola per farle le domande che mi premevano nella testa, ma ciò non significava che non fossi felice di rivedere la mia migliore amica dopo tanto tempo.
Solo che avrei preferito non essere tanto preoccupata per altre questioni.
«Certo Claire. Ti ascolto.»«Beh... ti ricordi la nostra conversazione di ieri, al telefono, giusto?»
La professoressa si schiarì la voce, ma ad un rapido sguardo constatai che non si era accorta di noi. Tornai a voltarmi verso Claire e inarcai un sopracciglio, incuriosita. «Sì, certo. E non hai idea di quanto io sia ansiosa di sapere a cosa ti riferissi. Cosa ti è successo di tanto sensazionale?»
Lei arrossì visibilmente, tormentandosi una ciocca castana sfumata di biondo. Non l'avevo mai vista così agitata. «Io...» Prese un respiro e puntò i suoi occhioni scuri nei miei. «Mi sono fidanzata!»
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Dreamkeepers
Fantasy«Un mondo di bugie e sotterfugi, dove gli incubi diventano realtà e dove il sangue detta legge. Ecco dove vivo. E dove vivrai anche tu se non mi starai lontana.» Owldale è tutto, fuorché un paese movimentato. Non c'è nulla che riesca a turbare la tr...