Martedì 7 febbraio
May
Mi buttai di peso sul letto mentre le molle del materasso manifestavano il loro dissenso con cigolii di protesta. Era così comodo... e io avevo davvero bisogno di riposare.
La notte prima non avevo chiuso occhio per colpa della tensione. Era come se i miei nervi si fossero tramutati in elastici al massimo della loro estensione: mi impedivano di compiere i movimenti più semplici, ma al tempo stesso avevo paura di rilassarmi troppo e farli esplodere definitivamente.
E avevo anche paura di sognare, ovviamente. Dopo la realizzazione della mia visione temevo di vedere ancora qualcosa di traumatico. Non ne avevo affatto voglia. Ero già fin troppo terrrorizzata dall'idea della festa, organizzata da persone senza scrupoli e con la partecipazione della mia migliore amica. O meglio, di quello che era diventata. Ancora non riuscivo a crederci. Non riuscivo a credere di averla persa.
"No, non è così. Io la libererò da questo giogo. Presto imparerò a controllare i miei poteri e sconfiggerò Kyle, farò qualsiasi cosa possa essere utile al suo salvataggio. E non importa se dovrò agire da sola, se Ewan mi rifiuterà il suo aiuto, ci riuscirò comunque. Ci riuscirò..."
Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo. In un certo senso, mi era mancato l'odore di legno antico di quel posto. Sebbene non ci fossi rimasta per molto, mi ero affezionata alla camera che mi avevano assagnato.
Ero così agitata quel giorno da essere arrivata a casa Blackwood in anticipo. Effettivamente, dovevo immaginare che presentarmi da loro quattro ore prima dell'inizio della festa fosse un po' esagerato, ma se mia zia mi avesse vista camminare avanti e indietro per il salotto tormentandomi i capelli con le dita sicuramente si sarebbe insospettita. E difficilmente le mie scuse, senza l'intervento dei Guardiani, potevano ingannarla, nonostante la mia grande inventiva.
Ma a quanto pareva nemmeno fra i miei 'alleati' la mia presenza era particolarmente gradita in circostanze simili.
Quando ero arrivata mi ero trovata davanti ad un caos totale: Juliette impartiva ordini a chiunque la stesse ad ascoltare - in pratica nessuno - mentre Kenneth trasportava pile di scatole, inseguendo affannosamente la figura minuta di sua sorella. Amber stava infatti correndo da una stanza all'altra della casa alla ricerca di chissà cosa, e nel frattempo trovava anche il tempo per chiedere al fratello di aumentare il passo, o di passargli un nuovo scatolone. Avrei voluto dargli una mano, soprattutto quando per poco non cadde a terra, inciampando sui suoi stessi piedi, tuttavia temevo di diventare a mia volta un portaoggetti ambulante.
L'unico che sembrava infischiarsene completamente dei preparativi era Ewan. Se ne stava mezzo sdraiato su uno dei divani del salotto, la testa sul bracciolo e una gamba sopra lo schienale, nel disperato tentativo di accordare il suo violino a dispetto della confusione generale.
Se non fossi stata così furiosa con lui sarebbe stata la persona ideale con cui passare il tempo residuo, ma così non era. Avevo ancora moltissima voglia di ucciderlo con le mie stesse mani, il che non era positivo dato che per quella sera avrebbe dovuto guardarmi le spalle da possibili pericoli.
Così, in mancanza di occupazioni, avevo seguito il consiglio - o meglio, l'ordine - strillatomi contro da Juliette ed ero salita al piano di sopra. Ero entrata nella mia camera godendomi il silenzio che la permeava insieme al suo profumo di cedro. Quella villa era davvero vecchia, ma ben tenuta ed organizzata. Sembrava un albergo, solo più accogliente.

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Dreamkeepers
Fantasy«Un mondo di bugie e sotterfugi, dove gli incubi diventano realtà e dove il sangue detta legge. Ecco dove vivo. E dove vivrai anche tu se non mi starai lontana.» Owldale è tutto, fuorché un paese movimentato. Non c'è nulla che riesca a turbare la tr...