Capitolo 7

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67 giorni prima

Sabato arrivò in un attimo, e io ancora dovevo capire cosa era successo con Ariel in acqua qualche giorno fa.

Sì, insomma... stavamo per baciarci, credo.

Poi Vicky aveva detto quelle cose e Ariel si era rabbuiata, ma poi era tornata a sorridermi ed eravamo usciti dall'acqua.

Tutto procedeva come se nulla fosse successo, e in effetti alla fine nulla era successo; eppure io pensavo a quel quasi-bacio ogni minuto di ogni giornata.
Chissà se anche lei, per sbaglio, ci pensava a quello che sarebbe successo se Vicky non ci avesse interrotti.

«Allora, com'è la biondina a letto?» mi domandò Oli mentre mi preparavo per la serata, infilandomi dei jeans blu.

Avevo perso il conto di quante volte me l'avesse chiesto, in quei giorni.

«Oli.» sospirai, voltandomi a guardarlo. «Quante volte te lo devo dire? Non abbiamo fatto sesso.»

«Non c'è niente di male nel farlo.» osservò lui alzando le spalle. «Sì cioè, mi sembra una tipa apposto, non penso voglia la tua compagnia solo perché sei famoso.»

«Lo so.» dissi prendendo una maglietta bianca.

«Non sarà mica per via di El...»

«No, Oli!» sbottai, interrompendolo.

Poi corrucciai la fronte e mi soffermai a pensare; non riuscivo a ricordare quando fosse l'ultima volta che avevo pensato alla mia ex, da quando avevo cominciato a passare del tempo con Ariel.

«Allora non capisco quale sia il problema.» riprese il mio amico, alzando le spalle. «Ti piace, Louis. Ti conosco da quando andavamo all'asilo e ti mettevi le dita nel naso per scaccolarti. So quando ti piace qualcuno, quando ti piace davvero. E lei ti piace, tanto.»

Continuai a fissarlo e dopo qualche secondo Oli allargò le braccia, esasperato.

«A volte ti odio.» dissi semplicemente, dirigendomi verso lo specchio per prendere la lacca e spruzzarmela sul ciuffo.

«Perché sai che ho ragione.» osservò lui compiaciuto.

«Finiscila.» lo ammonii. «E comunque il fatto che mi piaccia non c'entra nulla con il fatto di farci sesso. Anzi, lo sai come la penso a riguardo. Sesso alla prima occasione si fa solo con le persone da cui sai di non volere nient'altro all'infuori di quello.»

«Come vuoi.» si arrese Oli, alzando gli occhi al cielo.

Finii di prepararmi, presi le mie cose e salutai aprendo la porta della stanza.

«Louis.» mi chiamò Oli quando ero sulla soglia.

Mi voltai ma lui si limitò a guardarmi e basta; poi mi sorrise.

Quando arrivai al chiosco in spiaggia, il soffitto era costellato di fili dai quali pendevano delle grosse mele verdi.

Corrucciai le sopracciglia, cercando di capire per quale motivo ci fossero delle mele appese al soffitto, quando una mano mi afferrò bruscamente il braccio e mi trascinò con sé.
L'unica cosa che riuscivo a vedere era una folta chioma bionda; la sua.

Ad un tratto, durante la corsa, si girò a sorridermi e mi ritrovai automaticamente a ricambiarlo e sospirare nello stesso momento; non faceva nulla, eppure mi faceva stare così bene.

Mi faceva sentire leggero, spensierato, felice.
Adoravo quella sensazione; adoravo Ariel.

Cercò con attenzione la mela che le piaceva di più, e non appena la trovò spalancò gli occhi brillanti, si posizionò davanti ad essa e mi spinse verso l'altro estremo.

Haze||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora