Capitolo 17

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50 giorni prima

Quel giorno, i social erano pieni di foto di Eleanor che tornava in Inghilterra dalle Hawaii; nessuno si era lasciato sfuggire questo piccolo particolare, e ovviamente si cominciava già a vociferare di un possibile ritorno di fiamma.

Scossi la testa, roteando gli occhi al cielo, e due colpi secchi alla porta mi ricordarono dell'arrivo di Ariel.

Scesi alla velocità della luce dal letto e andai ad aprirle.

«Chi è?» scherzai, sbirciandola dallo spioncino della porta.

«Servizio in camera.» disse lei, alzando gli occhi al cielo con una smorfia.

Risi di gusto e decisi di giocare ancora per un po'.

«Un attimo, sono nudo.» la provocai.

Ariel incrociò le braccia e si morse il labbro per non ridere.

«Se non mi apri immediatamente andrò da Chase.» mi minacciò lei a quel punto. «E sono sicura che lui mi aprirebbe subito e non solo la porta...»

Aprii immediatamente per impedirle di continuare la frase.

«Wow, che servizio in camera.» dissi, schiacciandole l'occhio.

«E ancora non hai visto niente.» mi rispose lei, avventandosi sulle mie labbra per poi chiudere la porta dietro di sé con il piede.

«Cosa dicevi a proposito di Chase?» riuscii a chiederle tra un bacio e l'altro. «Dovevo cogliere il doppio senso?»

«Forse.» disse lei, ridendo contro le mie labbra.

Mi schioccò un altro bacio e poi si allontanò, guardandomi con una punta di malizia mentre si dirigeva verso la finestra aperta che portava al balcone.

«La vista da qui è davvero bella.» disse, appoggiandosi allo stipite.

Guardai la sua figura da dietro per qualche secondo ancora, poi mi avvicinai e senza dirle nulla la afferrai per i fianchi e la rigirai tra le mie mani, affinché mi fosse di fronte.

Ariel sorrise e allacciò in automatico le braccia dietro il mio collo, così la baciai.

Feci scorrere immediatamente le mani sotto la sua canottiera leggera a sfiorarle la pancia con le dita; lei sorrise contro le mie labbra, divertita.

«Oli ha le chiavi?» mi chiese, accarezzandomi il labbro superiore con la punta della lingua.

«Oli non verrà.» le risposi brusco, spingendola a grandi falcate verso la camera da letto, tenendo la bocca premuta contro la sua.

Quando fummo ai piedi del letto feci per spingerla a sdraiarsi ma Ariel si girò in un battibaleno e, appoggiandomi i palmi sul petto, mi spinse violentemente sul materasso.

«Servizio in camera.» ripeté in modo provocante.

Sorrisi maliziosamente e lei fece altrettanto, prima di afferrarsi la canottiera con le mani e sfilarsela; indossava un costume a triangolo azzurro.

Mi leccai le labbra e deglutii nel momento in cui cominciò a slegarsi il nodo che le teneva su i pantaloncini, mentre Ariel non staccava gli occhi dai miei neanche per un attimo.

Se li abbassò sensualmente sui fianchi e questi ultimi scivolarono veloci fino alle caviglie, dove alzò i piedi e li spinse più in là.

A quel punto pensavo si sdraiasse su di me, ed io ero già pronto a riceverla, ma Ariel si protese in avanti e afferrò l'elastico dei miei pantaloncini sportivi per abbassarmeli lungo le cosce.

Haze||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora