Capitolo 2

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75 giorni prima

Il mattino seguente mi svegliai, feci colazione, e quando mi affacciai al balcone per fumarmi la mia solita sigaretta mattutina mi persi ad osservare i surfisti che cavalcavano le onde.
Lo facevano con una semplicità tale che sembrava essere facile come andare in bicicletta.

Estrassi il telefono dalla tasca posteriore dei pantaloncini per leggere un messaggio di Niall; come prima cosa aprii la foto in cui c'era una chitarra appoggiata su una sedia, la quale era infilata composta sotto il tavolo e davanti ad essa c'era un piatto e delle posate.

Un sorriso divertito mi si formò automaticamente sulle labbra mentre leggevo il messaggio al di sotto: "Ti piace la mia piccolina? Abbiamo passato una serata davvero romantica."
Risi e scossi la testa, digitando sulla tastiera.

"Hai bisogno di una scopata, Neil."

Uscii dalla chat e premetti con il pollice sulla sua.
Gli ultimi messaggi, da ormai qualche settimana a questa parte, erano costituiti praticamente da una serie di miei monologhi a cui non avevo mai ottenuto risposta.

La cosa che mi faceva arrabbiare di più, che mi faceva stare più male in assoluto, era che non avevamo rotto perché non ci amavamo più.
Lei non mi aveva detto "ti lascio perché non provo più niente per te", anzi, tutto il contrario!

"Ti amo, Louis. Ma io, tutto questo... non ce la faccio più a sostenerlo."

Quelle parole mi rimbombavano ancora in testa, ogni giorno ad un ritmo martellante diverso.

«Hey.» Calvin mi raggiunse, accendendosi una sigaretta, dandomi una pacca sulla spalla. «Buongiorno. Che fai?»

«Nulla.» sminuii, rimettendo il cellulare in tasca per rivolgere di nuovo tutta la mia attenzione al paradiso di posto in cui ci trovavamo. «Qui è bellissimo, cazzo.»

«Già.» rise il mio amico, appoggiandosi anche lui alla ringhiera del balcone. «Ma credo che dovremmo sistemarci meglio con le camere, in quattro non andiamo bene.»

«Io ve l'avevo detto che sarebbe stato meglio prendere una camera ciascuno, ma voi continuavate a sostenere il teatrino "abbiamo organizzato questa vacanza per starti vicino, Louis."» gli feci il verso. «Come se di notte potessi sentire la vostra mancanza!»

«Ma non è colpa mia!» disse subito lui, allargando le braccia. «Il nostro intento era davvero quello di stare tutti quanti insieme, ma Oli fa troppo casino! Fa casino quando è sveglio, urlando per non farci dormire fino a quando non cala il sonno anche lui, e pure quando dorme, russando come un trattore!»

Risi, non potendo che dargli ragione.

«Quindi mi stai dicendo che tu e Luke vi prendete una nuova stanza e a me lasci il rosso?» gli domandai inutilmente, conoscendo benissimo la risposta.

«È il tuo migliore amico!» si giustificò infatti lui, alzando le mani.

Feci un ultimo tiro alla mia sigaretta e la spensi nel posacenere per rientrare in stanza.
Infilai un paio di pantaloni di jeans che superavano il ginocchio di qualche centimetro, una maglietta blu, e andai in bagno per lavarmi i denti e sistemarmi i capelli.

Ogni volta che mi svegliavo la mattina, i miei capelli sembravano essere usciti da una centrifuga; avevo ciuffi che sparavano ovunque ed avevano una forma troppo strana.
Rinunciai a farmi un ciuffo all'indietro come quello della sera prima, avrebbe richiesto troppo tempo dato che come minimo avrei dovuto lavarmi i capelli, e la doccia di mattina non era proprio il mio forte.

Preferivo farla la sera, ancora meglio se molto tardi, anche dopo mezzanotte, e poi mi infilavo a letto rilassato.

Mi aiutava sempre un sacco ad addormentarmi; molto spesso, a causa del tour, facevo fatica a prendere sonno per via del fuso orario e mi ritrovavo alle tre del mattino a fare una doccia calda così che mi potessi rilassare e prendere sonno più facilmente.

Haze||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora