Giorno 95
Una folata di venticello fresco fu la mia sveglia di quella mattina. Lo sentii pungere a contatto con la mia pelle calda e schiusi pigramente le palpebre, cominciando a sbatterle lentamente per abituarmi alla luce del giorno.
Il copriletto bianco mi copriva interamente, arrivando fino a qualche centimetro sotto le spalle, nonostante mi ricordassi perfettamente che la sera prima ero crollata sopra le lenzuola, senza preoccuparmi del freddo che avrei potuto sentire durante la notte. Non ci misi quindi molto a collegare che fosse stato Louis, una volta uscito dal bagno, a coprirmi; mi voltai di conseguenza alla mia destra per cercarlo, ma trovai il materasso vuoto e le lenzuola aperte. Quando ci appoggiai la mano sopra, il materasso era freddo al tatto, segno che aveva lasciato il letto da un bel po' di tempo.
Un'altra ventata d'aria fresca mi colpì in pieno e mi portò ad alzare il viso nella direzione da cui proveniva; fu esattamente lì che ci trovai Louis.
Era fuori in balcone, dando le spalle alla stanza; indossava solamente i pantaloni grigi della sera precedente, decisamente bassi sui fianchi a lasciargli scoperte le fossette di Venere alla base della schiena, lo sguardo rivolto davanti a sé ed una sigaretta accesa tra le dita della mano destra, mentre l'altra era infilata nella tasca. A volte, le tende lunghe della finestra si spostavano a causa del vento, velandomi la sua figura ma facendomela comunque scorgere perfettamente attraverso il tessuto fine di quest'ultime.
Louis rimase fermo in quella posizione ma voltò la testa verso destra, guardando altrove mentre si portava la sigaretta alle labbra ed inspirava profondamente, lasciandomi godere la vista del suo profilo perfetto.
Mi alzai sui gomiti per poterlo guardare meglio, ma non appena sollevai la testa dal cuscino dovetti prendermi qualche secondo di pausa. La mia testa sembrava essere fatta di puro piombo, opprimendo e pesando fastidiosamente sul mio collo.
Aggrottai la fronte ma cercai comunque di sollevarmi sui gomiti una seconda volta, riuscendoci; il lenzuolo mi cadde leggermente sul petto, ricordandomi di non stare indossando assolutamente nulla, dalla testa ai piedi. Me lo rialzai sul seno e poi tornai a guardare Louis, il quale stava buttando fuori il fumo da una fessura attraverso le labbra; poi, camminò verso la ringhiera del balcone e si voltò verso la finestra, con l'intento di controllarmi, e le sue spalle si irrigidirono quando si accorse che non stavo più dormendo.
Mi sorrise leggermente, inspirando l'ultima traccia di nicotina dal filtro per poi spegnere la sigaretta ed entrare in stanza.
«Sei sveglia.» disse, sollevando le labbra in un sorriso appena accennato.
«Sì.» risposi, nonostante non fosse affatto una domanda, tenendomi le lenzuola con una mano sul petto mentre mi mettevo seduta.
«Come ti senti?» mi chiese, rimanendo in piedi davanti al letto.
«La mia testa sembra pesare una tonnellata.» mi lamentai, portandomi l'altra mano alla tempia con una smorfia. «Però non mi fa male, sono solo un po' intontita.»
«È normale.» mi tranquillizzò lui, rivolgendomi un altro leggero sorriso.
Ripensai alla sera precedente, a quanto fossi stata stupida a comportarmi in quel modo. Avrei potuto dare la colpa all'erba che avevo fumato, ed in parte era davvero così. In fondo, però, sapevo che non sarebbe stato corretto attribuire la colpa solamente a quello, perché, spinello a parte, desideravo terribilmente fare l'amore con lui anche se fossi stata completamente lucida.
Lo desideravo anche ora, in quel preciso istante, in cui mi guardava fisso negli occhi con le mani sui fianchi e il labbro inferiore leggermente trattenuto tra i denti.
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Haze||Louis Tomlinson
FanfictionMi chiamo Ariel Reed e ho ventidue anni. Vivo a Brisbane, in Australia, e sono stata in coma per nove mesi in seguito a un incidente. Mi sono ripresa abbastanza bene, il mio cervello non ha nessun difetto; riesco a fare tutte le cose che mi servono...