Capitolo 13

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«Che schifo!» sbottò Ariel incredula, mettendosi una mano davanti agli occhi per poi girarsi.

Fulminai Luke con gli occhi ma lui evitava di proposito il mio sguardo.

Solo in quel momento mi resi conto che ultimamente era stato sempre molto assente, e apparentemente nessuno sapeva dove andasse e con chi.

Tutti pensavamo che avesse trovato qualcuna e non volesse dircelo, ma solo ora capivo il motivo di tanta riservatezza.

Luke sapeva chi fosse Vicky e sapeva anche benissimo che non andava a genio ad Ariel, l'avevo raccontato una sera sul balcone mentre ci fumavamo una sigaretta.

A me poteva dirlo, però. Pensavo fossimo amici, avrei potuto capirlo... o forse no.

No, probabilmente lo avrei convinto a troncare la relazione sul nascere ma non per Ariel; quella ragazza non mi convinceva, e a tutto questo interesse improvviso per il mio amico non credevo neanche un po'.

«Dovresti chiudere il tetto della macchina.» mi disse Vicky, uscendo svogliatamente dal lato del passeggero, sistemandosi il vestito.

«Dovresti trovarti una camera.» le rispose acidamente a tono Ariel, fissandola con le mani sui fianchi e la faccia scura. «Vuoi seriamente farmi credere che tutto questo teatrino è successo per caso?»

«Hey, calmati Sirenetta.» rise Vicky, scuotendo la testa. «Guarda che non sei al centro dei miei pensieri.»

«Ah no? Sei sicura?» la rimbeccò quest'ultima.

«Ci dispiace.» intervenne Luke a quel punto, aprendo la portiera per uscire a sua volta.

Mi guardò e alzò le spalle scuotendo la testa.

«Scusa.» mi disse, ma io continuai a fissarlo senza ritegno.

«Ne parliamo in un altro momento.» dissi infine, salendo sulla jeep. «Ariel.»

Lei continuava a guardare Vicky con la fronte corrucciata mentre quest'ultima la ignorava completamente, sistemandosi i capelli scuri su una spalla.

«Mi dici per quale motivo ce l'hai con me?» le disse ad un certo punto. «Seriamente

Victoria roteò gli occhi al cielo, scocciata, e si mise a ridere.

«Amore, te l'ho già detto.» sospirò infine.

«Non ci credo.» la interruppe Ariel immediatamente. «Puoi essere competitiva quanto vuoi ma io non ci credo che mi stai rendendo la vita impossibile solamente perché sono più brava di te, o perché vuoi vincere questo stupido torneo. Vuoi vincere? Ti farò vincere, se questo è sufficiente affinché tu mi lasci in pace.»

«Io non voglio che tu mi faccia vincere.» le rispose Vicky. «Io vincerò comunque.»

Ariel scosse la testa e guardò altrove, poi si fermò su Luke.

«Mi dispiace.» gli disse. «Tu non dovevi entrarci in questa cosa.»

Luke corrucciò le sopracciglia e la guardò confuso.

«Sei ridicola.» commentò Vicky, ma Ariel la superò ed entrò in macchina.

Nessuno dei due parlò per tutto il tempo del viaggio fino a casa sua, ma il nervosismo di Ariel si percepiva eccome.

«Scusami.» le dissi quando parcheggiai.

«Non sei tu che ti devi scusare.» mi disse semplicemente, senza neanche guardarmi in faccia. «E neanche Luke deve farlo comunque. Vicky lo sta usando e mi dispiace.»

«Lo credo anch'io.» le confermai annuendo. «È come se volesse avere più informazioni possibili su di te, starti vicino e sapere tutto quello fai. Non capisco per quale motivo.»

Haze||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora