Giorno 142
Halloween.
Avevo sempre adorato questa festa!
Fin da quando ero bambina, aspettavo con ansia il trentuno di ottobre per vestirmi ogni anno in modo diverso e andare a bussare alle case, assieme ai miei compagni di classe, recitando il solito "dolcetto o scherzetto?".
Da quando avevo visto come i californiani si preparavano a festeggiare Halloween, però, rimpiansi di non essere nata in quel continente per poter vivere una delle mie festività preferite con l'atmosfera giusta, quando ero più piccina.
I preparativi erano cominciati con gli inizi di ottobre; interi campi pieni di zucche erano visibili fin da subito, girando in macchina o a piedi, e più volte io e Louis avevamo accompagnato Freddie – che nel frattempo aveva cominciato a frequentare la scuola materna – in uno di quei posti per scegliere la zucca perfetta che poi avrebbe tagliato e addobbato con l'aiuto di Louis. Ci avevano messo una candela all'interno – una volta che la ebbero scavata ed ebbero ritagliato una faccia inquietante – e l'avevano messa fuori in terrazza, accendendola ogni sera con una candela diversa.
Dopodiché eravamo passati alla fase "giriamo ogni negozio per cercare il vestito perfetto per Freddie"; e così, dopo essere passati da un semplice vestito da scheletro, a Louis che insisteva per convincere il figlio a vestirsi da dissennatore di Harry Potter, Freddie scelse un semplice costume da vampiro.
Per questo, in quel momento, stavo finendo di spalmargli del trucco bianco su tutta la faccia per farlo sembrare più pallido, aggiungendo un rivolo di sangue che partiva dall'angolo della bocca per finirgli sul mento, e completare il tutto allacciandogli al collo il mantello nero bordato di rosso.
«Sei bellissimo!» commentai infine, guardandolo.
«Anche tu lo sei, Riri.» mi rispose subito lui, guardandomi a sua volta. «O forse dovrei chiamarti Harley?»
Risi di gusto davanti a quelle parole e a quel faccino tenero, scuotendo leggermente la testa per l'incredulità.
Io e Louis, ultimamente, non avevamo fatto altro che parlare di tutte le feste a tema a cui avevamo partecipato l'anno scorso alle Hawaii – cosa di cui ero riuscita a ricordarmi da sola, da un giorno all'altro, mentre ero sotto la doccia – ricordando l'episodio in cui un suo amico – Oli, se non sbaglio, aveva detto che si chiamasse – si era vestito da Sebastian in mio onore.
Questi ricordi ci portarono una nostalgia assurda di quei tipi di feste e questo, unito al fatto che si avvicinasse Halloween e che stessimo girando per cercare il costume perfetto per Freddie, ci invogliò a prendere parte anche noi allo spirito della festa, e cercare qualche locale che avrebbe organizzato una serata a cui avremmo potuto partecipare. Louis amava andare a ballare in una discoteca lì vicino, il The nice guy, e quindi la scelta del locale fu semplice quasi come quella dei nostri costumi.
Le volte passate, io e Louis non ci eravamo mai messi d'accordo sui vestiti da indossare nelle feste a tema. Difatti, non eravamo mai riusciti a formare una coppia: quando Louis era vestito da Danny io impersonavo Baby, e quando io avevo scelto Pocahontas, lui si era vestito da Peter Pan. Per questo, quella volta, avevamo deciso di fare le cose per bene, ed essendo Halloween, la scelta non poteva che ricadere sulla coppia più perfida ed intrigante di sempre: Harley Quinn e il Joker.
«Non sono un po' corti, quei pantaloncini?» Louis uscì dal bagno e ci raggiunse in salotto, facendo la sua entrata con quella domanda.
Mi alzai in piedi ed i suoi occhi percorsero tutto il mio corpo dalla testa ai piedi, per poi fare il percorso inverso e fermare i suoi occhi azzurri nei miei.
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Haze||Louis Tomlinson
FanfictionMi chiamo Ariel Reed e ho ventidue anni. Vivo a Brisbane, in Australia, e sono stata in coma per nove mesi in seguito a un incidente. Mi sono ripresa abbastanza bene, il mio cervello non ha nessun difetto; riesco a fare tutte le cose che mi servono...