1 giorno prima
L'ansia e l'aria da competizione erano percepibili perfino se fossi stato ad un miglio di distanza dalla spiaggia di Pipeline.
Io, Ariel, Oli, Calvin e Lola eravamo lì; noi maschi sulle nostre stuoie, mentre le ragazze erano in piedi davanti a noi a fare stretching. Non potevamo proprio lamentarci della vista, infatti ce ne stavamo tutti e tre sdraiati comodi a goderci il panorama.
Le ragazze davanti a noi, però, non erano così rilassate.
Tre dei giudici della giuria – che mi avevano detto essere composta da sette in totale – avevano appena fatto il loro arrivo in spiaggia, e perlustravano il mare con gli occhi. Ci voltammo tutti verso di loro; un uomo e due donne, tutti muniti di occhiali da sole che rendevano molto l'aria professionale, scrutavano l'orizzonte e si guardavano intorno.
Affianco a loro stavano montando un gazebo e un tavolo, ovvero la postazione in cui sarebbero dovuti stare durante la gara.
«Quanto dura il torneo?» chiesi curioso.
«Il contest è diviso in heats, ovvero batterie.» cominciò a spiegare Ariel, separando le mani dalla sabbia per mettersi in posizione eretta. «Queste batterie sono composte da gruppi di surfisti che può andare da due a sei. Tutte le heats, esclusa l'ultima, durano tra i 15 e 20 minuti. Durante ogni heat, un surfista può prendere un massimo di dieci onde. Di queste, le migliori due o tre verranno conteggiate per il risultato finale della batteria. La heat finale, invece, ha una durata superiore, che va dai 20 ai 40 minuti e i surfisti in finale potranno prendere non più di dodici o quindici onde, e gli verranno conteggiate sempre le migliori due o tre.»
Io, Oli e Calvin sbattemmo ripetutamente le palpebre.
«Scusa, puoi ripetere da capo?» disse infine Oli, alzando l'indice.
Ridemmo tutti quanti e Lola proseguì.
«Comunque, la durata delle heats dipende molto dalle condizioni meteo. Danno brutto tempo domani, e oggi non è da meno.» spiegò quest'ultima, divaricando le gambe ed allungando le braccia sopra la testa.
Il cielo era scuro e il vento era molto forte oggi; speravo con tutto il cuore che domani migliorasse, nonostante sapevo che prevedessero un peggioramento.
«E per quanto riguarda il punteggio?» chiese Calvin, interessato.
«È troppo complicato per spiegarvelo, vi perdereste.» disse Ariel, allungando una gamba lateralmente per poi piegare il ginocchio e lasciare che tutto il peso gravasse su quest'ultimo. «Valutano molte cose, velocità, manovre, la difficoltà dell'onda e altri dettagli tecnici di cui non conoscereste il nome.»
Le due ragazze risero mentre noi alzammo le sopracciglia, fingendoci offesi, ma in realtà avevano ragione.
«E se qualcuno cade dalla tavola?» chiese Oli a quel punto.
«È nullo, punteggio 0.» rispose Lola, riportando le gambe ad unirsi.
«Ci saranno onde alte dieci metri?» volle sapere Oli, eccitato.
«No.» rise Ariel, terminando l'ultimo esercizio di stretching. «Le onde alte dieci metri sono rare, e le puoi beccare solo a dicembre. In quel periodo dell'anno le onde sono pazzesche, infatti si svolge una delle gare più famose e importanti per i surfisti professionisti.» spiegò. «Purtroppo, non ho mai avuto l'occasione di poterla vedere dal vivo, seguo sempre le dirette streaming.»
«Già, sarebbe davvero bello.» concordò Lola, annuendo.
«Vabbè, bando alle ciance!» esclamò Ariel battendo le mani. «Qui ci sono due ragazze che domani vorrebbero salire sul podio.»
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Haze||Louis Tomlinson
FanfictionMi chiamo Ariel Reed e ho ventidue anni. Vivo a Brisbane, in Australia, e sono stata in coma per nove mesi in seguito a un incidente. Mi sono ripresa abbastanza bene, il mio cervello non ha nessun difetto; riesco a fare tutte le cose che mi servono...