18 giorni prima
La sera prima della partenza di Freddie e Briana, scesi alla reception con Freddie sulle spalle, per farmi dare del ghiaccio che ci sarebbe servito da mettere nello spumante, lasciando Briana e Ariel da sole in stanza.
Avevano legato molto, nonostante l'imbarazzo iniziale, e alla fine avevano trovato degli argomenti comuni di cui parlare. Difatti, quella sera Ariel la stava aiutando a preparare la valigia.
Quando tornai in stanza, feci per aprire la porta ma una frase mi colpì particolarmente, così rimasi in corridoio ad ascoltare. La porta era solo accostata.
«Non sapevo che ci aveste provato...» disse Ariel, e tesi le orecchie.
«Sì, beh... come ben saprai, Freddie non era decisamente nei nostri programmi.» sospirò Briana mentre piegava una maglietta. «Ci frequentavamo da poco, non ci conoscevamo ancora del tutto e... probabilmente lui non avrebbe voluto conoscermi di più, se non fosse arrivato Freddie. Si era appena lasciato, voleva solamente divertirsi.»
Quando Ariel abbassò la testa, Briana si affrettò a rimediare, appoggiandole una mano sul braccio.
«Oh no, non voglio dire che con te è lo stesso!» aggiunse premurosa. «Si vede che è diverso, molto diverso.»
Strinsi le labbra in una linea e presi un bel respiro per l'argomento delicato che erano andate a toccare.
«Non ci sentivamo già più quando ho scoperto di essere incinta.» continuò a raccontare. «Aveva deciso di troncare tutto ed io qualche settimana dopo avevo scoperto di non essere più da sola. Quando l'ho chiamato e gliel'ho detto, inizialmente ci sono stati svariati secondi di silenzio, tant'è che ho dovuto controllare due volte che la chiamata non fosse caduta.»
Risero entrambe e lo feci anche io, mentre Freddie mi pestava i palmi delle mani sulla testa. Lo guardai e gli feci segno di rimanere in silenzio.
«Però, comunque poi si è sempre preso cura di me e fatto carico di ogni spesa.» continuò Briana. «E quindi avevamo provato a vedere se potesse funzionare, una relazione tra di noi.»
«E non ha funzionato?» chiese Ariel, attentamente.
Vidi Briana sorridere amaramente, mentre sistemava i pannolini di Freddie nella valigia e Ariel le passava le prossime cose.
«Bisogna essere in due per far funzionare le cose, no?» disse Briana, guardandola con un accenno di sorriso ancora sulle labbra. «Ma comunque, è stato giusto così. Non mi amava e non poteva costringersi a farlo solamente perché aspettavamo un bambino. Sarebbe stato troppo masochistico.»
«E tu?» chiese subito Ariel, non lasciandosi sfuggire nulla. «Tu lo amavi?»
Briana evitò di proposito il suo sguardo, camminando per la stanza, ed io chiusi gli occhi; sapevo benissimo quale fosse la risposta a quella domanda.
«Tu lo ami?» si corresse Ariel, e questa volta il tono non era molto da domanda, piuttosto da constatazione.
«Non ha importanza.» sminuì Briana, scrollando le spalle.
Vidi gli occhi di Ariel ingrandirsi a dismisura; poi cercò di ricomporsi ed incrociò le braccia, visibilmente in imbarazzo.
«Non guardarmi così.» disse subito la madre di mio figlio. «Puoi stare tranquilla, davvero.»
«No, non è questo.» fece Ariel, scuotendo la testa. Poi la guardò. «Lui lo sa?»
Deglutii a stento mentre Freddie cominciava a guaire.
«Certo che lo sa.» rispose infine Briana in un sussurro, e quando Freddie cominciò a ridere, entrambe si girarono verso di me ed io entrai in camera alzando il cestello del ghiaccio mentre accennavo un sorriso tirato.
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Haze||Louis Tomlinson
FanfictionMi chiamo Ariel Reed e ho ventidue anni. Vivo a Brisbane, in Australia, e sono stata in coma per nove mesi in seguito a un incidente. Mi sono ripresa abbastanza bene, il mio cervello non ha nessun difetto; riesco a fare tutte le cose che mi servono...