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Calò un silenzio inquietante. Owen aveva ancora nelle orecchie le parole del Ritrattista e non si sentiva a suo agio. La morale di quella fiaba nera lo inquietava fin troppo, e stava alleggiando fra loro, sguazzando in quel silenzio.

Però... si azzardò a dire, e lanciò un'occhiata di sottecchi al dottore apparentemente distratto, volendosi assicurare che non lo mettesse a tacere nuovamente. Però Charles Powell è vivo, o almeno così pensavo. Non è a causa di quel bambino se lei ora si trova qui? Con la troppa sincerità temeva sempre di inimicarsela, e questo timore provocava nella sua testa ipotetiche visioni terribili dovute ad un Ritrattista offeso. Jane abbozzò un sorriso.

È vero. Ammise. Nessuna traccia di risentimento per quella realtà che la immortalava come sconfitta, in un certo senso. Charles Powell, era vivo la sera in cui Coleen si uccise. Stava solo dormendo profondamente. Quella notte, prima che lei rincasasse, faticava a prendere sonno dato che la preoccupazione per la madre lo tormentava. Ormai stava così spesso.

Lo vidi frugare nell'armadietto dei medicinali e trafficare con dei sonniferi che aveva visto usare a Coleen, e gli dissi che un bambino non doveva maneggiare certa roba. Charles rispose impettito che non era più un bambino, ma l'uomo di casa ormai, e che l'indomani aveva un compito importante e doveva essere in forma. Insistere, non è nella mia natura, signor Walsch. Per quanto mi riguarda tutte le persone, senza limite di età, dovrebbero fare sempre ciò che desiderano senza però mai sconfinare nella libertà di qualcun altro. Charles non faceva differenza, ed io non ero la baby sitter. Ma non ci vuole un genio per capire che una pillola normale per un adulto, è anche una dose elevata per un marmocchio. Probabilmente rischiò di avere problemi, ma di sicuro respirava quando Coleen rincasò. Solo che lei non era lucida, e lui non era intenzionato a svegliarsi. E soprattutto, la gente vede ciò che una mano esperta vuole far vedere, ed io le dissi che suo figlio era morto.

Fu questo ciò che vide, e non era certo un'ipotesi tanto surreale. Sarebbe potuta materializzarsi davvero se il bambino avesse preso più sonnifero. Charles si svegliò nel primo pomeriggio. Aveva dormito parecchio e non fu sorpreso dal fatto che Coleen non lo avesse chiamato per la scuola, o che non fosse in casa. Mi trovò a vegliare il suo sonno, e calmò l'apprensione per il compito ormai saltato quando gli dissi che la madre se ne era andata. Fu strano, non era sorpreso ma sembrava non crederci del tutto. Gli raccontai che già da tempo aveva conosciuto un uomo ricco, e che lui per farle una sorpresa l'aveva portata in vacanza. Domandò dove, fra le altre cose. Dissi, che era in un paradiso terrestre, e magari capì che non l'avrebbe più rivista perché ormai era davvero lontanissima. Per lo meno lo era la sua anima, il suo corpo stava in un camper fuori città. Oh... Jane parve estasiata. Sembra che sia arrivato il momento di parlarle un po' del mio camper, signor Walsch. E con questo riprese a giocare con la sua catenella, divertita.

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