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Chi sono quelle persone? La voce di Sebastian sussurrava al mio fianco in una notte ventosa. Il suo corpo rachitico di fronte al mio letto, come una statua. La magrezza gli faceva apparire gli occhi ancora più grandi, e per un istante fra veglia e sonno pensai fosse uno spettro e sussultai. Guardai i suoi piedi scalzi sul legno freddo.

Vieni sotto le coperte. Dissi in un sussurro facendogli posto. Obbedì subito.

Accanto a noi tutti gli altri bambini dormivano beatamente.

Chi sono quelle persone? Quelli da cui vai ogni volta che puoi? Chiese con la pelle gelida addosso alla mia.

È un segreto. Per un istante ci guardammo in silenzio. Se nostro padre lo scoprisse, non mi ci farebbe andare più. Mi chiuderebbe qui per sempre.

Io non lo dirò a nessuno. Il vento batteva sui vetri.

La prossima volta ti porterò con me. Decisi così. Non avrei voluto parlare di Bid a nessuno, ma di Sebastian volevo fidarmi. Lui sorrise, e ci addormentammo insieme.

Due giorni più tardi, mi presentai alla riserva con mio fratello. Era stato restio nel varcare i confini imposti da nostro padre, ma alla fine lo aveva fatto. Non credo che agì per curiosità, voleva solo stare con me e per questo mi seguì. Solo per questo.

Presentarlo ai Portnov fu strano. Bid era fuori con alcuni suoi compagni di scuola che avevo già conosciuto. Approfittavano delle vacanze per stare insieme a fare bravate anche in mattinata, e in quel momento si trovavano nel cortile ad armeggiare con dei petardi destinati a non esplodere mai sulla neve fitta. Si fermarono vedendomi uscire dal bosco, e le loro voci cessarono di fendere l'aria fredda con la spensieratezza che Sebastian ed io non avevamo.

Ci guardavano camminare ad ampie falcate fra la neve, diretti verso di loro. Sventolai la mano con le dita ghiacciate, lui non fece altrettanto. Quando gli arrivai dinnanzi Bid non disse nulla e neppure io. Lui fissava Sebastian. Si guardarono in quel modo che hanno quasi solo i bambini per vedersi nell'anima, ed i ragazzini indiani alle sue spalle tacquero imitando l'amico. C'era qualcosa in entrambi loro due. Non solo si stavano studiando, stavano fissandosi più nel profondo per decretare se fossero un pericolo l'uno per l'altro.

Sono Sebastian, suo fratello. Borbottò alla fine, immobile al mio fianco.

Lo sono anche io, mi chiamo Bidzil. Gli rispose inespressivo, e Sebastian sbuffò un riso. Sono il suo fratello d'anima. L'espressione di Bid, avrebbe già allora dovuto farmi capire cosa sarebbe divenuto per me, ma ero una bambina.

Owen sorrise.

Ha finito per innamorarsi di te, non è vero?

Io non saprò mai con certezza che cosa gli altri provino. Le parole dopo tutto sono differentemente interpretabili, così come i gesti. Ciò che per me è odio per qualcun altro è affetto. Pensa a Carson e all'educazione che ci diede... per lui era giusta e benevola quando a chiunque altro sarebbe parsa inumana.

Stai svicolando. Lei alzò gli occhi sul sorriso di lui, che credeva di averla messa all'angolo.

C'è la possibilità che lo fosse.

E Sebastian? Anche lui era innamorato di te? Jane lo studiò priva di espressione, e parve farsi lontana.

A volte se ci si aggrappa ad una persona troppo si scambia un simile bisogno per amore. Perché l'irrazionalità di quel sentimento giustifica tutto. L'emozione nasce dal bisogno della materia vivente di conservarsi.

Passarono mesi, anni perfino. Bid, Sebastian ed io divenimmo come i tre moschettieri. Eravamo inseparabili. D'estate passavamo le serate fra falò e bagni al lago, in primavera provavamo a coltivare i frutti delle stagioni e ce li godevamo. In autunno ed in inverno invadevamo la casa dei Portnov.

Insegnai a leggere a mio fratello, a entrambi piaceva molto farlo perché dai Campbell non potevamo. La tv era una cosa rarissima ai nostri occhi, inoltre apprezzavamo la cucina di Violet e ci ingozzavamo ad ogni occasione. Crescendo invece Bid divenne un tipo più sportivo e fisico. Gli piaceva stare all'aria aperta e giocare in ogni momento. La sua risata riecheggiava in ogni angolo della riserva perché era sempre in giro. Dapprima con la voce infantile e sui pedali di una mountan bike perennemente sparata ad alta velocità, e poi con il pick up del padre preso precocemente e il tono del giovane uomo. Noi lo seguivamo ed a me piaceva alternare il tempo in casa immersa in solitarie letture ed esercizi di disegno e studi d'arte con Violet, a momenti vivaci e corse a perdifiato per realizzare bravate o esplorare la riserva.

A Sebastian invece le nostre uscite non erano molto gradite, lui era il bambino timido che divenne poi un ragazzo solitario. Bid lo prendeva in giro perché non era cresciuto velocemente come noi, ed anche per la sua goffa sgraziatezza. Pareva un corvo alto e secco, ricurvo e sempre in soggezione davanti agli altri. Sia a casa che fuori, le persone lo ritenevano diverso. Magari le interesserà sapere che Sebastian era gay, signor Walsch. Certo, ancora lui non lo sapeva. Come già detto, avevamo solo tredici anni allora. 

Il RitrattistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora