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E lo fece?

Che cosa? Domandò a sua volta il Ritrattista.

Il 14 rosso vinse?

Ma certo. Altrimenti perché avrei dovuto dirgli una cosa simile? Jane sembrava offesa mentre gesticolava con le manette che da sempre, accompagnavano rumorosamente ogni sua mossa. Owen non nascose la sua perplessità.

E come poteva esserne certa? Jane sorrise guardandolo fisso, una di quelle sue espressioni da chiaroscuro.

Siamo arrivati a questo punto. Sospirò.

Cosa vuole dire?

Signor Walsch, ora è bene chiarire una questione. Lei mi sentirà dire a voce alta cose di me che non ho mai detto a nessuno. Suppongo che già lo sappia. Ma vede, ci sono anche altre cose di me, profonde, e a cui non so neppure dare un nome. Le tengo custodite in un luogo inaccessibile e solo mio. E queste cose inspiegabilmente e unicamente per me, non le condividerò mai con nessuno al mondo. Lei non sarà certo l'eccezione, perciò faccia come Coleen: chieda pure tutto ciò che vuole, ma non si aspetti sempre delle risposte.

Owen restò in silente osservazione per un po', giocherellando con la penna fra le mani.

E questo rifiuto per parlare di certe cose deriva davvero da una forma di egoismo personale, o è solo codardia nell'affrontare certi argomenti.

Sapeva di averla quantomeno infastidita, mentre sfoggiava un'espressione sprezzante che fino a quel momento dubitava di poter assumere in sua presenza.

Forse l'una, forse l'altra. Forse semplicemente dubito che esista qualcuno in grado di comprendere, o che meriti di averne l'occasione. Ad ogni modo, non è tanto diverso dal silenzio che mantiene lei su certe questioni, non crede? Nel signor Wlasch andò crescendo la sensazione che lei sapesse troppo di lui, e che si stesse riferendo al suo orientamento sessuale. Una sensazione netta.

Tutti noi abbiamo un lato segreto, io diversamente da molti non ho problemi ad ammetterlo, ma non sono così stupida da rivelarne i dettagli. Ancora una volta, quando Jane parlava, in lei non vi era traccia di emozioni predominanti. Owen si chiedeva se la sua era solo bravura nel saper regolarsi, o se semplicemente fosse impossibilitata a provare qualsiasi cosa.

Tornando a Chase, sappia che non le dirò come facevo a sapere che avrebbe giocato, anche se non ci sarebbe voluto certo un genio. E di sicuro non le dirò come sapevo del 14 rosso vincente quando avrebbe puntato. 

Perché no? Aveva un complice?

Il mio unico complice sono io stessa, ma è anche vero che saper usare le persone può rivelarsi utile, e so farlo bene.

È un sì?

Non è proprio niente.

Owen ormai aveva i suoi dubbi, e dentro di sé cresceva irrefrenabile l'angoscia dovuta alla consapevolezza che fuori di lì, probabilmente c'era qualcuno asservito a quella donna. Stava già ripetendosi mentalmente che avrebbe di certo fatto di tutto per verificarlo, e lei riprese con la storia.

La sera seguente mi presentai alla stessa ora nel vicolo in cui avevo incontrato Chase, e lui era lì. Non feci nemmeno in tempo ad avvicinarmi che mi fu addosso.

Come hai fatto?! Come diavolo hai fatto?! Chiedeva col fumo fra le labbra e scuotendomi un braccio. Non apprezzai il contatto, e con un gesto fulmineo gli colpii i testicoli facendogli comprendere fin dal principio cosa poteva o non poteva azzardare con me. Per un po' si lamentò in disparte, piegato in due mentre mi insultava. Poi tornò a guardarmi con più calma ma con la stessa ardente curiosità. Prima che domandasse altro decisi di spiegare.

Stasera puoi avere solo una risposta da me.

Cosa?

Puoi domandarmi tutto ciò che vuoi, ti risponderò dicendo la verità. Ma lo farò una volta sola, e poi tornerò l'indomani e ancora potrai chiedermi ciò che vorrai sapere solo una volta, ed io, solo una volta risponderò. Seguì un istante di silenzio. Chase rifletteva. Per un po' quei suoi occhi grondanti di curiosità per ciò che avevo reso inspiegabilmente possibile la sera prima, tremarono. Brulicavano, come se avessero il fisiologico bisogno di sapere in che modo ero riuscita ad inserire il fattore vincente nella sua vita con due sole parole. Fremevano, come i suoi signor Walsch. Poi, calma piatta. Aveva assimilato ciò che gli era stato riferito. Aveva compreso che potevo divenire ciò che lui voleva, ed ora sapeva cosa chiedere.

Stasera su che numero punto?

In un istante, scelse di saziare la fame di ricchezza lasciando in disparte quella curiosità umana in grado di far spostare le montagne. Chase ancora non lo sapeva, ma è scegliendo questa strada che si muore ogni giorno un po'.

Sei. Nero. Gli dissi, e lui sorrise fiero del destino che si era scelto. 

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