Rividi Bid dopo tre mesi o poco più. Avevo iniziato nuovamente, se pur gradualmente, a rimettere piede alla riserva. Lo facevo più che altro per necessità, perché apparentemente era come se avessi perso interesse per ogni cosa. Carson portava Hunter e me con sè, come fossimo degni di seguirlo al di fuori del suo regno. Trasportavamo il legname alle rivendita giù in città due volte la settimana, e con i soldi compravamo la benzina e qualche cosa da mangiare. Non c'era quasi mai nessuno, perché ci muovevamo solo alle prime ore del mattino.
Incontrai Bid lì.
Grace? Mi chiamò quella voce che non dimenticai mai. Era dietro di me, sorpreso quanto felice ed immobile infondo ad una corsia dell'emporio. Corse da me dopo un istante di esitazione e mi abbracciò. Mi strinse forte e ci misi un secondo di troppo prima di capire che avrei voluto ricambiare. Come stai? È da una vita che non ti fai viva, ero preoccupato che ti fossi ammalata ancora. Hunter e Carson mi aspettavano in auto. Riuscivo a pensare solo a questo. Sei... diversa. Aggiunse. Ti sei lasciata crescere i capelli. Mi piacciono.
Non possiamo più vederci. Le mie parole parvero un fulmine a ciel sereno, ma sentivo gli occhi di Carson su di me.
C-che cosa? È per quello che è successo al lago? Ci ho pensato molto e con una amicizia come la nostra sono sicuro che dimenticheremo tutto e le nostre vite torneranno alla normalità.
No. Lo interruppi. Le cose sono cambiate. Non possiamo più vederci. Lui restò a guardarmi cercando di capire cosa si muovesse nella mia mente senza riuscirci. Nel suo viso...c'era così tanta serietà.
La campanella della porta suonò facendo entrare aria fresca, ed io abbassai lo sguardo.
Gracie. Mi chiamò la voce di Hunter. Dobbiamo andare. Lo percepivo immobile sulla porta, e trovai il coraggio per respirare ancora.
Non cercarmi più, Bid. Fa come se non fossi mai esistita. Me ne andai, lasciandolo. In auto Carson mi rivolse parole di approvazione che non sentii mentre Hunter di quando in quando mi spiava dallo specchietto retrovisore.
Forse, Owen, solo a Bid ho voluto realmente bene. Non l'ho mai capito con certezza. Altrimenti perché sarei stata al ricatto di mio padre? O per reale affetto, o magari perché non ero pronta a combattere andando fino in fondo accettando perdite inevitabili. Magari entrambe. Di sicuro ero molto stanca di tutto.
Quella notte, sentivo Hunter incapace di addormentarsi. Non ci eravamo ancora scambiati una parola nonostante le settimane in cui avevamo vissuto insieme così, entrambi costretti alla convivenza ed incatenati all'esistenza scelta per noi da qualcun altro.
Era lui, oggi. Il ragazzo indiano di cui parlava papà quella notte. Non era una domanda, non del tutto, così evitai di rispondere. Dopo un po' lo sentii muoversi, ed il suo respiro mi arrivò appena. Si era girato verso di me. Ti prego, parlami. Mi voltai sentendo il peso del mondo addosso, scivolando forse troppo vicina e per un po' restammo così.
Era lui. Confermai.
Sei rimasta per paura che gli accada qualcosa, questo lo so.
E tu? Perché sei rimasto? Le parole di entrambi parevano estremamente lente, distanti, e quell'intimità fra noi sembrava naturale. Un piccolo conforto nella bruttura di vite non più nostre.
Era l'unico modo. La sua voce era roca. L'unico modo per starti vicino. Abbassò lo sguardo nell'ombra, vergognandosi per ciò che aveva detto, nascondendosi. Per un po' lo studiai.
Hunter. I suoi occhi tornarono su di me. Non voglio farlo vincere.
Neppure io. Gli accarezzai il viso. Era ruvido, ed i suoi occhi brillavano nella notte.
In nessun modo. Aggiunsi.
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Il Ritrattista
Mystery / ThrillerAl Barker, carcere psichiatrico situato a Glenn Dale, il signor Owen Walsch sta per incontrare il suo nuovo cliente. Ha infatti come incarico quello di redigere la biografia del killer seriale che tutti conoscono come il Ritrattista, e di cui non si...