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Passò un istante estremamente lungo, in cui Jane si limitò a squadrare Owen ticchettando con le dita sul tavolo. Lui ebbe l'impressione che lei attendesse che fosse l'altro a parlare, per una volta.

Che cosa ti aspetti da me? Ti ascolto cercando di non pensare all'uomo che, là fuori da qualche parte, programma di uccidermi.

Tu non morirai Owen, hai troppa paura. Ancora silenzio.

D'accordo. Torniamo alla mia cupa adolescenza. Hunter era ferito gravemente, il neonato frutto dell'incesto fra Carson e sua figlia Jocie, deceduto in maniera terribile. Per poco più di una settimana non lasciai mai la casa, no, rimasi ad assistere Hunter e a vegliare sulla situazione.

Fra me ed il mio fratello maggiore che mi era sempre stato più o meno indifferente quanto tutti gli altri se non Sebastian, si instaurò un inatteso legame che tuttavia avvertivamo silente fra noi fin dal principio. Ma le circostanze di quel periodo crearono un'intimità forzata che ci portò ad avvicinarci molto in fretta e senza che lo volessimo. Dopo le prime ore lo avevamo rimesso a letto, con la febbre che gli calava ma ancora presente. Per un giorno intero dormì e basta, poi cominciò a riprendersi gradualmente. Gli davo da bere e da mangiare, gli sistemavo i cuscini e mi assicuravo che prendesse le medicine.

Dopo quattro giorni gli dissi che doveva ripulirsi.

Non posso uscire a fare il bagno. Non riesco a reggermi in piedi e il freddo mi farebbe star peggio.

Non intendevo questo. Ti laverai qui.

E come? Nessuno lì era una cima.

Me ne occuperò io, così sistemerò la ferita. Per un istante Hunter si fece pensieroso, non capendo come fosse possibile.

No. Disse poi. Sebastian seguiva il discorso intimorito, ma sorrise per un lato comico che io non coglievo.

La mia non era una domanda. Sei sudicio, e soprattutto, devo controllare come sta reagendo la ferita.

No, non voglio. Ribadì secco.

Si vergogna. Non vuole farsi vedere nudo da una donna. Rise Sebastian con le braccia incrociate.

Non è vero. Ribadì Hunter, ma era evidente che così fosse.

Sospirai cercando un compromesso sapendo che Hunter era sufficientemente testardo da potersi rifiutare sino a infliggersi altro dolore.

Cominciai a muovermi per preparare secchi, acqua e tutto il necessario per procedere. Mi hai sentito? Non voglio farlo. Ribadì sporgendosi dal letto per seguirmi con gli occhi.

Devi farlo. È per il tuo bene. Perciò se ne occuperà Sebastian così non dovrai vergognarti.

Che cosa? Il più piccolo non era certo entusiasta, ed Hunter stava per protestare ulteriormente.

Ho detto che va fatto. Discorso chiuso. Si arresero al mio più saggio volere. Restai dietro la tenda sottile ascoltando il gorgoglio dell'acqua e la spugna sul suo corpo nell'imbarazzo di entrambi i ragazzi. Forse fu allora che Sebastian si rese conto di essere attratto dal suo stesso sesso, non lo so. Di certo nella sua testa doveva esserci molta confusione.

Com'è la ferita? Domandai seduta dando le spalle alla tenda. Jane, nostra madre, mi guardava con occhi di freddo biasimo, come sempre.

Non saprei. È molto rossa, e nera in certe parti. Sospirai immaginando un'infezione.

Fa dannatamente schifo. Aggiunse Hunter per nulla intimidito.

E perde. Borbottò Sebastian.

Perde sangue?

Il RitrattistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora