Alcuni minuti più tardi, si trovavano tutti nel parcheggio posteriore del Barker, in procinto di partire. Il Ritrattista non aveva più detto una parola da quando era stato riferito di che tipo di emulatore si trattasse. L'aver saputo di essere tenuti d'occhio da un individuo simile avrebbe spaventato chiunque, ma il signor Walsch osservava Jane nel suo silenzio e non notava traccia di timori. Solo una leggera indignazione. Forse era perché dopo tutto non erano poi così diversi, lei ed il suo imitatore.
Stavano sulle gradinate del parcheggio attendendo un furgoncino blindato per il trasporto di criminali.
Owen si aspettava per Jane un trattamento alla "il silenzio degli innocenti", ma differiva da tutti loro solo per le manette e la divisa bianca dei pazienti al Barker. Il dottore prima di lasciarla agli agenti disse sommessamente qualcosa che non riuscì a sentire. Lei pareva presa da altri pensieri e disinteressata, e lo sguardo le si era fatto più serioso già da un po'.
È necessario che venga anche lui? Domandò Reed seccato, indicando Owen. Jane si limitò a spostare gli occhi seri fissi nel vuoto su di lui, e questo parve metterlo a tacere definitivamente per il resto del viaggio. Nel tragitto regnò il silenzio. Tutti involontariamente si adattavano all'atteggiamento del Ritrattista, e la sua predominanza inspiegabile alle leggi del raziocinio umano si era come rafforzata insieme con la durezza dei suoi tratti, e se non parlava lei, Owen aveva l'impressione che un simile lusso non fosse concesso a nessuno. Il tempo parve fermarsi, e tornò a scorrere solo quando il furgone ebbe parcheggiato. L'agente Muller si raschiò la gola.
Seguiteci. Vi mostreremo il corpo. Uscendo si trovarono davanti a quello che aveva tutta l'aria di essere un edificio governativo. Il signor Walsch scoprì subito di essere il solo a non sapere di che luogo si trattasse.
Mi avete portata a vedere il corpo direttamente all'obitorio perché pensate che come killer seriale sia più legata alla esposizione del cadavere piuttosto che alla scena? Beh, in questo caso specifico preferirei esaminare anche il luogo dell'omicidio, o del ritrovamento. Il Ritrattista dichiarò il proprio pensiero come un ordine nonostante la gentilezza di termini, e non attese risposta. Con passo rilassato e al contempo determinato, seguiva gli agenti a testa alta. Ed anche una volta entrati mentre percorrevano corridoi e passavano accanto ad uffici, gli occhi indagatori che le si posavano addosso non riuscivano a raggiungerla. Non si sentiva diversa, era semplicemente abituata ad esserlo.
Per Owen era affascinante osservarla muoversi in un ambiente più ampio della cella di vetro, e si domandava se qualcuno l'avrebbe notata se non avesse avuto manette e quegli abiti tanto bianchi quanto nera era la sua colpa. Dopo un po', una porta d'acciaio infondo ad un corridoio fin troppo illuminato, li portò ad un'ampia e fredda sala. C'erano un medico e quelli che parevano due giovani specializzandi. Erano diversi dal dottor Bersinger, e come era evidente per quest'ultimo che si occupasse di salute mentale, gli abiti azzurri da ospedale chiazzati qua e là di sangue rendevano palese che i tre davanti a loro maneggiassero abitualmente veri e propri corpi.
Agenti Reed e Muller. Si annunciò il detective sventolando il tesserino. Siamo qui per l'analisi del cadavere di Louise Goler. Aggiunse.
Sì, vi aspettavamo. Il dottore più anziano aveva una voce terribilmente lenta.
Lei è chi credo che sia? Domandò con occhi sgranati la specializzanda ragazza riferendosi a Jane, che senza ricambiare l'attenzione si guardava intorno.
Non vorrei perdere più tempo del necessario per questa sciocchezza.
Nessuno lo vuole. Le rispose Reed.
Quando il dottore aprì la cella frigorifera Owen si trovò per la prima volta davanti ad un cadavere, uno vero.
Ne aveva già visti naturalmente, ma solo in tv o ai funerali, e quelli erano corpi che raccontavano storie diverse. Ora era differente. Improvvisamente gli tornò in mente la prima volta in cui si era trovato davanti a un morto.
Al funerale del nonno, quando aveva tredici anni. Steso nella bara, pareva sereno e dormiente, tutto l'opposto di come appariva la donna senza vita che adesso osservava con disgusto senza vederci più nulla di umano. Comprese allora la differenza fra la morte naturale e quella imposta da altri. Una differenza sottile e quasi impercettibile: venivi privato non solo della vita, ma dell'umanità.
Il volto che nelle foto non aveva visto era completamente sfigurato, e non riusciva a smettere di fissarlo mentre la spostavano sul tavolo per esaminarla.
Ho bisogno di lavare le mani ed indossare i guanti. Non voglio compromettere le prove. Diceva il Ritrattista, e Reed rise.
Non esiste. Non maneggerete il cadavere!
Allora perché mi trovo qui se non posso esaminarlo?
Il dottore farà ciò che gli chiederete. Rispose la Muller sempre pacata. Ma Bersinger ha concordato che non sarebbe saggio farvi analizzare il corpo in prima persona. Il Ritrattista sospirò.
E sia. Mi auguro che siate bravi nell'eseguire ordini alla lettera, perché se succederà qualcosa a queste prove so a chi daranno la colpa. Spiegò ai medici. La ragazza non la smetteva di fissarla con evidente quanto inspiegabile ammirazione.
Stia tranquilla. Dopo trent'anni di carriera direi che sono in grado di eseguire un'autopsia. Il dottore parve offeso solo per un momento.
Cominciamo allora. Il Ritrattista fece loro segno di parlare.
La causa della morte è dovuta alle coltellate che vanno a mostrarsi nell'area addominale e nella regione cardiaca. Non ci sono segni di abusi sessuali, ma è chiaramente stata malmenata. Ha tentato di difendersi e di certo ha graffiato il suo aggressore. Ma come potete vedere, è impossibile rinvenire del DNA sotto le unghie, che sono state rimosse dopo la morte.
Questo non è un dettaglio estetico. Jane prese la parola con aria trasognante. L'assassino l'ha fatto solo per proteggersi. È stato meticoloso e dubito fortemente che troveremo tracce fisiche che possano portarci alla sua identificazione. Detto questo è bene che sappiate che tutto ciò che si può fare analizzando i resti di Louise Goler è determinarne la causa della morte e tracciare un profilo psicologico del killer in attesa che colpisca ancora.
Ancora? Domandò la specializzanda dal tono sempre troppo alto.
Chiunque sia ad aver provocato la morte della donna, ha atteso ben due anni prima di uccidere, forse di più. Tuttavia è evidente che questo è solo il lavoro di una mano inesperta ma anche di una mente ormai forte della propria determinazione ad uccidere. Potrebbe trattarsi di un unico individuo molto malato, o anche di due persone distinte. È evidente il contrasto fra la mano goffa nel togliere la vita e la psiche forte nella propria perversione di esporre il corpo imitandomi con dettagli estremamente accurati. La scelta del coltello è grottesca, come tutta l'uccisione in sé. Il viso di questa donna è ridotto in poltiglia perché colui che ha commesso il crimine non sapeva come fare ed ha agito lasciandosi guidare dall'impeto e non dalla fredda e ben più controllata logica. Ma l'esposizione del corpo è tutt'altra cosa. A partire dalla cura nel procurarsi un simile abito, sino alla furba scelta di ripulire e rimuovere le unghie per tutelarsi e lasciare nascosta la sua identità, queste decisioni dimostrano una calma ritrovata dopo aver ucciso la donna, e saper che prima di colpire era così agitato conferma l'inesperienza nell'uccidere. La scelta dell'arma mi fa pensare che si tratti di un uomo, o nel caso fossero due individui, quasi certamente dovremmo cercare un uomo e una donna.
E tutto questo lo dice con quale certezza scientifica? Chiese Reed sprezzante.
Nessuna certezza scientifica, detective. Solo la stessa consapevolezza istintiva che mi ha permesso di poter scegliere di mia volontà se consegnarmi alle autorità o meno.
Beh, non c'è molta furbizia nello scegliere di perdere la libertà.
In un individuo sufficientemente forte non si può scindere la libertà dalla pazzia.
Voi di certo siete pazza. Rise.
Così come sono libera. Per un po' calò il silenzio. Gli occhi di Jane fissi sul viso sfregiato della defunta. Tu evidentemente non eri abbastanza forte. Le sussurrò. Ancora un istante di attesa. Tutti la guardavano, e Reed aveva soppresso il disprezzo col timore per quella creatura. Ora andiamocene, prima che il signor Walsch vomiti. Dopo tutto, lui è solo uno scrittore.
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Il Ritrattista
Mystery / ThrillerAl Barker, carcere psichiatrico situato a Glenn Dale, il signor Owen Walsch sta per incontrare il suo nuovo cliente. Ha infatti come incarico quello di redigere la biografia del killer seriale che tutti conoscono come il Ritrattista, e di cui non si...