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Quando quel pomeriggio Owen si ritrovò davanti alla lapide a forma di croce di Jake, aveva molti dubbi. 

Parlare con lei oggi, mi ha fatto pensare a quanto davvero tutto, anche il battito d'ali di una farfalla, incida davvero nella nostra quotidianità. Ed ora mi chiedo se le scelte che ho preso nel corso della mia vita siano davvero mie. Con te è stato facile, hai fatto tu tutto il difficile. Ed io invece? Avrò influenzato almeno un po' le vite degli altri. Quella della mia famiglia di sicuro, la tua anche, credo. Pensi che faccia lo stesso con l'esistenza di Jane, se pur in minima parte e in modo sottile? Gli piaceva pensare di sì.

Pochi giorni dopo si recò al Barker ormai con una certa quotidianità. Lungo la strada pensava a come si sarebbe conclusa la storia di Chase Bennett Jr, l'uomo che voleva i soldi. Ovviamente, già lo sapeva, ma quando parlava il Ritrattista esprimeva qualcosa che andava oltre la tecnica delle azioni, qualcosa che ti si legava addosso.

Quando Owen svoltò nel parcheggio interno del Barker però, si trovò di fronte ad uno scenario insolito. Un uomo in completo nero affiancato da una donna con un tailleur dalle stesse tonalità, sembravano attendere il suo arrivo. Stavano in piedi vicino all'edificio con addosso una strana tensione quieta, e probabilmente sarebbero entrati se non l'avessero visto arrivare.

Salve. Disse studiandoli e chiudendo lo sportello.

Buongiorno. È lei il dottor Erwin Bersinger? Domandò l'uomo. Owen aveva la strana sensazione che qualcosa non andasse.

No. No, sono Owen Walsch. Redigo la storia di Jane Doh. Aggiunse avvertendo che lo avrebbero chiesto.

Si riferisce al Ritrattista per caso? Domandò lui. Owen annuì senza smettere di guardarli perplesso. C'era qualcosa nella loro presenza che lo irritava.

Posso sapere chi siete? Domandò senza mezzi termini. Quasi simultaneamente i due individui estrassero dei tesserini.

FBI. Agente Antony Reed e agente Lia Muller. Si vedeva che erano abituati a presentarsi in quel modo. Dei due solo l'uomo parlava, ma manteneva una fredda e asettica distanza forse più prepotente di quella che dimostrava la donna. Owen si ridimensionò sapendo la loro identità, e si sforzò per sopprimere il fastidio immotivato che gli dava la loro presenza.

Posso esservi di aiuto? Ma si stavano già allontanando, consci di non ritrovare in lui ciò che cercavano. 

Dobbiamo parlare con Bersinger. Nel caso, si mantenga a disposizione. Terminologia spicciola che voleva dire tutto e niente.

C'era in quell'agente una arroganza che Owen mai aveva visto in nessun altro, e per questo mantenne un religioso silenzio lungo la strada che entrambi dovevano percorrere. Quei due gli stavano dietro seguendo un'infermiera agitata dalla simile visita, che li guidava annaspante all'ufficio di Bersinger. Prima che gli ospiti salissero in ascensore, dividendo la loro strada dalla sua, Owen si fermò per scrutarli curiosamente un'ultima volta. Quell'agente Reed fece esitare senza vergogna occhi verdi da segugio su di lui, freddi, e che non lasciavano intravedere pensieri. Ricordarono al signor Walsch il Ritrattista, e così tornò stranito alla sua quotidianità, col timore che qualcosa di terribile stesse per accadere. Ma era già accaduto. Era già accaduto...

Il RitrattistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora