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E il semplice rispetto per gli altri non ha la benché minima rilevanza nella tua visione della vita, "Jane"? domandò seccato imitando il suo modo di parlare evitando il distacco e la professionalità tipici fra loro fino ad alcuni giorni prima.

Sono una nota assassina seriale, credo che il mio concetto di rispetto per gli altri differisca dal tuo sotto parecchi aspetti. La conversazione non ebbe modo di proseguire, perché gli occhi del Ritrattista si puntarono sulla donna che stava entrando nella sala interrogatori dell'FBI. Era da due giorni ormai, che se ne stavano dietro un muro di vetro ad ascoltare inutili testimonianze degli ultimi parenti o amici che avevano visto Louise Goler ancora viva.

Per il momento si era rivelato tutto una colossale perdita di tempo e, sospirando, Owen si appoggiò contro il muro guardando le spalle di Jane. Le avrebbe risposto, perché i tempi in cui la temeva tanto da faticare perfino a rivolgerle la parola erano un ricordo, se pur ancora fresco. Tuttavia ora lo coglieva una diversa forma di timore. Era fonte di segreto turbamento, quella irrefrenabile ed inspiegabile attrazione che provava per il Ritrattista. E lo inquietava non poco il modo in cui era a suo agio stando solo con lei, quando chiunque altro al suo posto l'avrebbe trovato agghiacciante.

Salve, signora De Farou. Sono l'agente Antony Reed. Lei è stata convocata qui perché abbiamo alcune domande da porle sulla sua amica Louise Goler. Lui si rivolgeva ad un'attempata elegantona. Una di quelle vecchie donne di gran classe e dal viso fieramente coperto di rughe e trucco, ormai imperturbabile dopo una vita già quasi completamente vissuta. Non sembrava sconvolta, né sorpresa o timorata dalle ragioni di un simile colloquio.

Non eravamo amiche. Fu ciò che si limitò a chiarire senza incertezze. Reed abbozzò un sorriso.

Ah, no?

No. Louise Goler era una giovane stilista che cercava di convincermi ad indossare alcuni dei suoi capi in occasioni pubbliche ben note. L'apertura di una galleria, una serata di beneficenza... però il suo stile non era di mio gradimento, e le insistenze della ragazza non hanno mai avuto presa. Lei mi era... piuttosto indifferente.

E quando la vide per l'ultima volta?

La vecchietta parve pensarci, e per un istante alzò al cielo i grandi occhi pieni di ombretto.

È stato l'ultimo martedì del mese. Nel primo pomeriggio, fuori dalla boutique Francesca's sulla emerald Way.

Una risposta molto precisa.

La preferiva più vaga, così da avere più lavoro? Cerco di mantenere allenata la memoria. Anche se non sembra, sono avanti con gli anni. Ancora una volta, Reed abbozzò un sorriso, ma evitò lo sguardo fiero ed un poco malizioso della donna.

Come mai vi siete incontrate lì?

Io non la aspettavo, ovviamente. Mi tese uno dei suoi soliti agguati per tentare l'ennesimo approccio. Non funzionò. Parlammo per pochi minuti, il tempo di arrivare dalla boutique all'auto. Il mio autista potrà confermare. Lei ripeteva le ennesime cose, ed io la ignoravo. Tutto qui, è così che faccio con chi mi è indifferente, agente.

Le pareva strana? Avvenne forse qualcosa di insolito?

Insolito? Non saprei... La signora De Farou ritornò ad immergersi nei pensieri. Beh, ci fu qualcosa di curioso quel giorno. Quando me ne andai, salendo in auto notai un uomo poco lontano da noi. Fissava la signorina Goler come se potesse vedere oltre la carne, sa agente, era uno sguardo da folle. Mi fece paura, con quell'aria da fenomeno da baraccone, ma per fortuna me ne andai subito. All'epoca non credevo che la stronzetta fosse in pericolo, altrimenti l'avrei avvisata. Per quanto inquietante, mi parve normale. Dopo tutto gli uomini guardano sempre le belle donne.

Fenomeno da baraccone?

Sì... era raccapricciante, gli mancava una mano, ed aveva il volto sfigurato. Un orrore.

Sarebbe disposta a fare un identikit?

Poco dopo, Reed e la donna uscirono dalla sala interrogatori, lasciando Jane ed Owen ad osservare una stanza vuota. Lei gli dava ancora le spalle.

Sembra che ci sia finalmente un sospettato. I detective hanno una pista. Eppure dirlo non faceva sentire Owen più al sicuro. Ora cercheranno lo sfregiato senza mano. È solo questione di tempo, capiranno chi è e la faccenda si risolverà.

È Fischer. Jane quasi lo interruppe.

Si voltò verso di lui lentamente, con aria sorpresa. Si tratta di Robert Fischer. L'ex paziente del Barker di cui ho parlato con Bersinger, ricorda? Purtroppo, Owen ricordava. 

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