Quello che avvenne quella notte, per tutto il tempo in cui avvenne, fu per Owen qualcosa di inspiegabile e totalmente fuori dal suo controllo. Pochi istanti più tardi l'agente Reed lo gettava sul letto con impeto. Spogliandolo, baciandolo. Mordendolo perfino, ed Owen si sentiva ancora pieno di interrogativi come poche ore prima, ma non lo fermava. Lui era non professionale in un modo imprevisto e violento, come lo era Owen stesso quando doveva sfogarsi.
Anche Reed, magari, doveva solo sfogarsi, o forse c'era una ragione più precisa per spiegare perché un'agente dell'FBI appena conosciuto lo stesse scopando sempre più forte. Gridando, ansimando.
Non sapendo fare altro se non confondersi per gli eventi, Owen lasciò che l'estasi di quel rapporto improvviso lo pervadesse. Al resto avrebbe pensato dopo. Con il corpo massiccio e pesante di Reed che lo avvinghiava da dietro, con le mani di lui che gli scorrevano addosso come se non aspettassero altro, chiuse gli occhi. Attendeva l'orgasmo con quel famigliare senso di crescita del piacere, proiettando nella mente ciò che lo eccitava da sempre. Corpi nudi e genitali maschili, uno dopo l'altro. Bianchi, neri, grossi, lunghi. Uno dopo l'altro. E poi tutta quella umana ed animale depravazione scomparve. I gemiti nella sua psiche si spensero. Comparve il Ritrattista.
Eppure il piacere di Owen non diminuiva, anzi, cresceva come mai prima. La vedeva con chiarezza, quasi fosse lì.
Nuda, come la mente di lui la concepiva, nelle docce del Barker con la cicatrice che le percorreva la giugulare sottile. Il corpo esile ma definito, i capelli bagnati che le scendevano sulla pelle morbida. Gli occhi, così inesplorati. Irraggiungibili come tutto lo era in lei.
Le gambe da gazzella, le natiche piene e sode. La sua figura elegante. Owen avrebbe potuto frenare quella fonte di eccitazione imprevista quanto ciò che stava avvenendo fra lui e l'altro uomo nella stanza, ma scelse di non farlo.
Aprì gli occhi e sentì Reed venire dentro di lui. Se lo scansò di dosso lasciandolo cadere sul letto, e si sedette nudo al suo fianco.
Succhiamelo. Ordinò guardandolo ancora ansimante. Il detective si mise in ginocchio e lo accontentò. Owen spingeva la sua testa sul proprio sesso inturgidito, e senza che l'altro potesse vedere, guardava i ritratti di Jane lasciati sulla scrivania.
Subito dopo Reed se ne andò, e il signor Walsch lasciò perdere gli interrogativi e si mise a dormire. Per la prima volta dopo molto tempo, fece un sogno che ricordò. Sognò di essere al Barker, come sempre nella sala di vetro con il Ritrattista. Sognò di sentirsi felice.
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Il Ritrattista
Mystery / ThrillerAl Barker, carcere psichiatrico situato a Glenn Dale, il signor Owen Walsch sta per incontrare il suo nuovo cliente. Ha infatti come incarico quello di redigere la biografia del killer seriale che tutti conoscono come il Ritrattista, e di cui non si...