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Il giorno seguente, il signor Walsch osservava Jane seduta di fronte a lui nella cella di vetro. Sembrava pensierosa. Lei non aveva detto agli agenti di conoscere il loro sospettato, non lo aveva fatto neppure dopo che le fu mostrato l'identikit senza troppi convenevoli, e di certo non si era espresso lui al suo posto.

Perché non abbiamo detto niente agli agenti? Chiese giocando con la penna, teso dal fatto che ormai esistesse davvero un noi per indicarli

Perché questa storia non mi convince affatto. Se avessimo detto a Reed e a Muller che l'uomo visto dalla signorina De Farou è un sociopatico sotto farmaci, l'avrebbero portato a processo anche senza altre prove. Stavolta non sarebbe finito in una struttura così, ma in carcere. Uno come lui in prigione è destinato a divenire solo più folle e pericoloso viste le condizioni di quei luoghi. Non farò partire un mandato di cattura fino a che non sarò certa della sua eventuale colpevolezza, cosa che vedo poco realistica.

Poco realistica? Perché? Ieri sera ho controllato nei registri del Barker. Era qui per aver ucciso una bambina di nove anni, non mi pare uno che viene bloccato dal rimorso.

Hai guardato nei registri? Jane era sorpresa.

Sì, ho detto che dovevo verificare la tua documentazione per il libro e che Bersinger mi aveva autorizzato. Le guardie mi hanno creduto e ho dato un'occhiata. Il Ritrattista rise.

Allora sai essere divertente anche tu. Constatò. Buon per te. Ma fai male a pensare che Fischer sia un assassino incapace di provare rimorso. Ha un quoziente intellettivo molto basso e soffre di bipolarismo. Ha ucciso quella bambina in un raptus e non se lo è mai perdonato. Non è uno che premedita un'azione come quella ai danni di Louise Goler... toppo calcolata e fredda. E poi, come potrebbe? Era già qui al Barker quando ho fabbricato il vestito per Coleen. Però credo che il modo per accusarlo l'avrebbero trovato lo stesso. Ha la faccia da criminale.

Come sai che è pieno di rimorsi per ciò che ha fatto alla bambina?

Sedute di gruppo, ottima capacità di osservazione e un istinto infallibile nell'inquadrare la gente. La mano se l'è tagliata da solo per punirsi. Non può essere stato lui a ridurre così la Goler.

Per un po' tacquero, Owen le credeva. Non c'è bisogno di dire, che se io scelgo di tacer questi dettagli alla polizia, voi siete tenuto a fare lo stesso. Non le rispose. Sapeva che se avesse disobbedito Jane avrebbe trovato il modo di fargliela pagare amaramente. Lei non era facile al rimorso come Robert Fischer.

Siamo arrivati all'ultimo capitolo della mia storia. O per meglio dire, all'origine.

Lo interruppe dai suoi angosciosi pensieri a cui era ormai abituato. Dovresti essere entusiasta, è dal primo giorno che mi chiedi della mia avventura con i Campbell. È arrivato il momento di spiegarti, ma sappi che è un racconto un po' più lungo degli altri, perché ho imparato a conoscere quella famiglia fin dai miei otto anni.

Owen ne restò sconcertato.

D-da quando avevi otto anni?

Esatto. Confermò con poco entusiasmo.

Nessuno aveva mai menzionato un simile dettaglio nei giornali ai tempi dell'arresto. Né c'è nulla del genere fra la documentazione processuale sul caso Campbell.

Questo perché, sei il primo a cui ne parlo. Owen venne percorso da un brivido di amore e timore. Sentiva che quello era un momento grandioso, un momento che avrebbe segnato la sua intera vita. Ma Jane non parve notarlo, e continuava imperterrita a giocherellare con la sua catenina come al solito, con quell'apparente e perenne distrazione addosso.

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