035

52 2 3
                                    


Ebbe modo di calmarsi solo dopo aver messo insieme i fatti, una serie di logici e prevedibili eventi piuttosto sensati, dopotutto. Gina Tucci, editrice capo di una grande casa editrice, era una donna di società e dalla vita molto attiva sia dentro che fuori dall'ufficio. Grazie al suo lavoro conosceva persone influenti in ogni più disparato settore, perché di solito, chi si afferma nel proprio mondo lavorativo prima o poi comincia a desiderare di mettere per iscritto la propria esperienza e ricavare così maggior lustro. Louise Goler, stilista mediamente conosciuta, non differiva da un tale profilo. Era logico che due persone simili finissero per incontrarsi, prima o poi. Così come era logico prevedere che, visti i loro caratteri tanto affini e condividendo lo stesso sottile disprezzo per gli altri, prima o poi le due donne affermate avrebbero istaurato una sorta di legame.

Sì, quel tipo di amicizia critica che le donne di un certo stampo potevano mantenere anche per tutta la vita e considerare uno dei piatti alla base della loro secca dieta emotiva.

Rigirandosi nel suo letto Owen ebbe modo di ripetersi a sufficienza, fino a convincersi, che se Gina conosceva Louise non c'era proprio nulla di strano. Eppure ora, aveva l'orrenda e viscerale sensazione di essere a sua volta nel mirino, insieme al Ritrattista, e forse anche maggiormente. Non poteva evitare di chiedersi se quella morte dopo tutto non fosse un modo malsano per arrivare a lui, e non riusciva a calmare la vocina esperta di complotti malati che gli sussurrava per la testa. E così non dormì. Non lo fece neppure dopo la seconda visita improvvisa di Antony Reed, che, come in precedenza, lo sorprese a gli distese i nervi. Pensava ancora a Jane, al suo corpo dilaniato da cicatrici, alla sua anima nera. 

Il RitrattistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora