Ventitreesimo capitolo.

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Roberta's pov.
è mercoledì, oggi vedo Ben per la lezione di chitarra e se dicessi di non essere agitata, mentirei spudoratamente. Devo ammetterlo: sono agitata ed ansiosa, perché non ci vediamo da domenica e sento un po' la sua mancanza.
Con Ben ho parlato comunque parecchio al telefono, tanto da finire i minuti della mia promozione -cosa mai capitata prima-. Ma sinceramente avevo troppo bisogno di sentirlo, anche perché la sua voce mi rilassa tantissimo.
Dopo aver notato lo sguardo della prof di latino su di me, ritorno al contatto con la realtà, rendendomi conto che sono ancora in classe a "seguire" una lezione di cui non sto capendo e seguendo proprio nulla. La professoressa continua a parlare, parlare e parlare ancora ed io mi domando seriamente come faccia a non scocciarsi. Non si stanca? Non le si secca la gola? Non ha bisogno di bere? Inizio seriamente a considerare l'opzione che non sia umana.
E fra l'altro, col suo chiacchiericcio, mi distrae dai miei film mentali, cosa parecchio fastidiosa.
Di solito prendo appunti, seguo, ma in questo momento sento veramente la necessità di pensare al mio ragazzo e sento la necessità di averlo accanto.
Mi giro verso sinistra, notando la mia migliore amica impegnata a fissare il vuoto con la bocca leggermente aperta, mentre tenta -fallendo miseramente- di prendere appunti di tanto in tanto. Non voglio sapere a cosa stia pensando, però mi sembra abbastanza presa dalla sua immaginazione e mi sembra abbastanza incantata.
La campanella tutt'ad un tratto suona, facendomi sobbalzare dalla sedia, mentre poso le ultime cose nello zaino, velocemente. Aspettavo questo momento dalle otto di questa mattina.
«Quello della campanella è veramente un suono molto soave» esclamo mentre esco dalla classe con i miei amici, che mi dedicano uno sguardo confuso, nonostante io sappia che siano d'accordo con me. Scendiamo velocemente le scale della classe -rischiando pure di inciampare- e usciamo dal portone principale, mentre io sento il freddo pizzicarmi il viso. Mi stringo nel mio giubbotto verde scuro, mentre mi sistemo i capelli che come al solito, mi sono ricaduti sul viso. In lontananza, riconosco una figura molto familiare. Dopo aver strizzato gli occhi -visto che non indosso i miei fedeli occhiati-, riconosco il mio ragazzo poggiato alla propria moto.
Vorrei negarlo, ma il cuore mi batte così forte che sento mi possa uscire dal petto da un momento all'altro. È da tanto che non provo nulla del genere e non sono più abituata, ad essere sincera. Mi mancava questa sensazione, questo batticuore, questa dolcezza da parte mia.
Dopo qualche attimo in cui sono completamente incantata, torno alla realtà e ricordo il modo in cui sono conciata dopo sei lunghissime ore di scuola.
«Oddio, Matt, ti prego coprimi» borboto velocemente, tirando il mio amico davanti a me e facendo in modo che mi copra dalla visuale di Benjamin.
Fran, confusa, mi guarda e cerca di capire che sta succedendo. Quando se ne rende conto, sorride radiosa e mi si avvicina.
«Ma Ben è venuto a prenderti! Che ragazzo dolce!» esclama ad alta voce -come suo solito-, facendo girare alcuni ragazzi che ci passano accanto e che le dedicano sguardi confusi.
«Puoi andare da lui e dirgli che sono assente? Ti prego» le domando gentilmente, cercando di convincere la mia amica con qualche faccia tenera. Lei ride e fa "no" con la testa. Stronza.
Io non voglio farmi vedere in queste condizioni dal mio ragazzo, anche se, ad essere sincera, in questo momento vorrei tanto corrergli incontro e abbracciarlo con tutte le mie forze. Alla fine capisco che è questa l'unica cosa che conta, quindi sistemo al meglio i miei capelli e dopo aver salutato i miei amici, mi dirigo verso il chitarrista. Lui appena mi vede, mi dedica il sorriso più bello che io abbia mai visto in questi diciotto anni e mezzo di vita. Quando siamo a pochi metri di distanza, gli domando cosa ci faccia qui, come se poi non sapessi il motivo.
«Mi mancava tantissimo la mia meravigliosa ragazza, non riuscivo più a starle lontana e quindi ho pensato di passarla a prendere a scuola» mi risponde semplicemente, avvicinandosi al mio viso e poggiandomi una mano sulla guancia, stampandomi un piccolo e casto bacio sulle labbra. Non poteva fare scelta migliore, visto la mia timidezza. Sento comunque uno strano calore prendere la meglio sulle mie guance -segno che io sia arrossita-, nonostante faccia un freddo tremendo. Rabbrividisco visibilmente, mentre lui con delicatezza si stacca dalle mie labbra e mi esorta a salire sulla moto.
«Mangi con me, passiamo il pomeriggio assieme e poi facciamo la lezione di chitarra. Ti va? Ti piace come idea?» mi domanda con una dolcezza assurda. Noto il suo naso leggermente arrossato e i capelli scompigliati dal vento. Annuisco con un grande sorriso.
Sono così felice.
Lui sale sulla propria moto ed io lo imito anche se in imbarazzo, mentre poggio le mie braccia ai lati del suo bellissimo corpo.
«Ti puoi stringere, sai?» mi dice contento con un sorriso malizioso che noto grazie allo specchietto retrovisore.
«Non ho la chitarra per la lezione, sai?» gli rispondo, cercando di snobbare completamente la sua provocazione.
«Passiamo a prenderla a casa tua, tranquilla, tanto ormai conosco la strada per arrivarci praticamente a memoria» mi risponde, prendendomi le mani fra le sue e poggiandole sul suo petto, facendo sì che le mie braccia stringano il suo bacino. Poi parte, veloce.
Poggio la fronte contro la sua spalla, cercando di proteggermi dal vento a dal freddo. Rabbrividisco più volte, stringendomi forte a Ben, che continua a dedicarmi sguardi dolci attraverso lo specchietto retrovisore.
«Hai freddo?» mi urla ad un tratto, per farsi sentire. Io con un filo di voce, gli rispondo di sì.
«Appena arriviamo a casa ti stringo e ti scaldo io, promesso» mi dice ed io so che lo farà sicuramente. Non vedo l'ora di stare fra le sue braccia e bearmi del suo amore, della sua dolcezza.
Sto così bene con lui, nonostante il freddo, nonostante il mondo attorno a noi, un po' mi distrugge sempre.

Come Un Fulmine A Ciel Sereno. |Benji e Fede|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora