Trentottesimo capitolo.

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Francesca's pov.
Esco a scuola guida molto soddisfatta ed entusiasta: sono ufficialmente patentata.
Ora mi sento molto più sicura di me, più autonoma e più libera.
Poi mi ricordo che comunque dovrò esercitarmi ancora molto, prima di poter guidare liberamente da sola e anche quando sarò in grado di farlo, dovrò condividere la macchina con i miei genitori e quindi non potrò usarla sempre. Che vita triste.
Ovviamente, per questo mio obiettivo raggiungo, avviso mezzo mondo attraverso gruppi whatsapp e quant'altro. Una di queste sere usciremo e guiderò io.
Questo solo perché in auto con me avrò altri tre patentati, altrimenti i miei genitori non me l'avrebbero fatto mai fare...pazienza.

Sono carica ed entusiasta.
Quando arriva il fine settimana, lo sono ancora di più.
Per questa sera indosserò un vestito carino, con le mie amatissime scarpe basse e comode.
Abbiamo optato per una pizza e qualche locale, anche se dovrò per forza essere una dei pochi sobri che guidano...'sti stronzi si sono approfittati di me. Però nonostante tutto, gli voglio bene, giuro.
Prima di lasciarmi guidare, i miei genitori mi fanno mille raccomandazioni.
Io cerco di rassicurarli, sottolineando ancora una volta, che in qualunque caso, accanto a me, ci saranno solo patentati.
Infatti ci saranno con me: Rob, Ben e Fe'.
Ormai siamo un vero quartetto e non potrei desiderare nulla di meglio, perché quando stiamo tutti assieme, mi sento seriamente bene.

I tre arrivano sotto casa mia a piedi e mi aspettano fuori il palazzo.
Nel momento di entrare in auto, ammetto che mi sale un po' di ansia e sono non poco agitato.
Federico si siede accanto a me e mi guarda con un sorriso di incoraggiamento, mentre sui sedili posteriori ci sono la mia migliore amica ed il suo ragazzo.
Quest'ultimo, mette immediatamente la cintura di sicurezza.
«Non c'è un'altra cintura? Ho troppa paura. Ti prego Fra', non ci uccidere, vorrei arrivare almeno al mio compleanno» commenta Ben, lamentandosi scherzosamente. O almeno, spero che scherzi.

«Ben, ti picchio. Lasciala stare» sento borbottare da parte della mia migliore amica, mentre il suo ragazzo scoppia a ridere.
Sento anche il rumore di un piccolo schiaffo, probabilmente tirato sul braccio del chitarrista.
Nel frattempo, metto in moto.

«Stai tranquilla, piccola» sento dirmi da Federico.
Gli dedico uno sguardo ed un sorriso, mentre inizio un po' a sudare.
Per fortuna, man mano, riesco a tranquillizzarmi e l'ansia diminuisce...anche grazie ad un certo moretto al mio fianco che inizia a cantare.
Certo, ammetto che sentirlo cantare mi distrae un pochino e mi emoziona, però va benissimo così.
Arriviamo alla pizzeria dove abbiamo deciso di andare e ci incontriamo con i nostri amici.
I camerieri ci dicono che però, dovremo aspettare un po', prima di entrare.
«Visto? Sei arrivato sano e salvo!» dico a Benjamin che continua lo stesso a prendermi in giro.
Rob mi dice che sono abbastanza brava, facendo la linguaccia al suo ragazzo, che in tutta risposta le mette un braccio attorno alle spalle e la tira a sé, nonostante lei finga di essere contrariata.
«Da oggi mi fai da autista?» mi domanda Federico, poggiandomi un braccio attorno al bacino e stampandomi un bacio sulla guancia.

«Solo se mi fai da radio e canti tutto il tempo» gli rispondo con un sorriso, poggiandogli le braccia attorno al collo e avvicinandomi di più a lui.
Il mio viso finisce nell'incavo del suo collo, beandomi del suo profumo, mentre lui mi chiacchiera nell'orecchio. Poi però sento alle mie spalle le urla e le risate dei miei amici e non posso evitare di unirmi a loro.
Il mio stomaco brontola ripetutamente, ma per fortuna, il cameriere arriva e ci invita ad entrare. I miei occhi si illuminano e diventano a forma di cuoricini. Finalmente si mangia!
Dopo aver mangiato le nostre amate pizze e dopo aver fatto una breve passeggiata, scegliamo il locale dove andare per stare assieme, ballare e bere.
Dopo che tutti gli amici mi prendono per il culo, dicendomi di voler venire in macchina con me, ci dividiamo e guidiamo fino al locale desiderato.
Mi guardo attorno con grande attenzione, finché non arriviamo.
Mentalmente dico a me stessa che stasera i drink non devo neanche guardarli. Al massimo prenderò una bella coca cola!

Benjamin's pov.
Siamo in uno dei localini del centro che ci ha proposto uno dei ragazzi del gruppo di Rob e Fra.
Non è per niente male, se non fosse che ad ogni passo fatto, rischio che qualcuno mi rovesci il proprio drink addosso e non ci tengo minimamente che questo accada.
Per fortuna però, a differenza di molti altri locali dove sono stato, non fa troppo caldo, visto che i proprietari hanno avuto la meravigliosa idea di mettere una fortissima aria condizionata nonostante siamo ad inizio maggio.
Mi porto una mano sulla fronte, spostandomi il ciuffo castano dagli occhi, visto che mi limitava la vista, mentre la mia ragazza mi si avvicina con l'ennesimo drink fra le mani.
Ne avrà bevuti già un paio, come minimo.
Ha un vestito bianco e corto -fin troppo corto- che le arriva a metà coscia e le fascia tremendamente bene il corpo. Non riesco a smettere di guardarla.
«Non credi di star bevendo troppo?» le domando all'orecchio, poggiandole una mano sul fianco e facendo pressione su questo, facendola avvicinare di più a me.
Le esce un piccolo verso strozzato e poi mi sorride già poco sobria, facendo "no" con la testa.
Alzandosi sulle punte, porta la sua fronte sulla mia, per poi tentare di baciarmi, ma io mi allontano.
Non mi piace baciarla quando è ubriaca.
Lei in risposta, mi fa un faccino tenero e dispiaciuto che mi fa un po' sciogliere.

Come Un Fulmine A Ciel Sereno. |Benji e Fede|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora