Ventiquattresima parte.

61 9 0
                                    

Francesca's pov.
Arriva finalmente per noi il mio amato venerdì. Amato perché appena tornata da scuola posso buttarmi a peso morto sul letto e dormire per tutto il tempo che voglio, senza pensare a esercizi da svolgere e materie da ripetere. Questo venerdì sera nello specifico, io e i miei amici abbiamo deciso di andare al cinema per vedere "animali fantastici e dove trovarli", film legato alla saga di Harry Potter.
Generalmente a me il cinema non entusiasma particolarmente, ma se si tratta di andare a vedere un film che mi interessa –come in questo caso-, ci vado ed anche volentieri.
In più ci sarà con me il mio piccolo Federico e per la prima volta potrò vivermi per bene la nuova coppia del momento -Rob e Ben-, a cui ho dato un nomignolo: Ronji.
Appena li incontro e ci resto assieme per più di dieci minuti, penso che la mia migliore amica non sia così felice da parecchio, parecchio tempo e ciò, rende felice anche me. Continua a sorridere esageratamente al ragazzo, anche se quando lui ricambia, lei distoglie lo sguardo. Sono particolarmente dolci e carini.
Ci mettiamo tutti insieme in fila per prendere i biglietti per entrare al cinema. Questa sera molti altri ragazzi hanno fatto la nostra stessa scelta, forse anche per le temperature che stanno calando a picco un giorno dopo l'altro.
Federico mi tiene un braccio attorno alle spalle, chiedendomi cosa io abbia fatto in questi giorni che non ci siamo visti. Ad essere sinceri, non mi fa finire neanche un discorso, perché di tanto in tanto mi stampa baci leggeri, distraendomi. Lui ride alle mie reazioni –poiché perdo il filo del discorso ogni volta che poggia le sue labbra sulle mie- ed io vorrei tirargli un piccolo schiaffetto sulla guancia, anche se poi mi dispiacerebbe fargli male.
«Scemo!» gli dico, mentre mi sfrega il naso contro la guancia, per poi baciarmela. Mi fa il verso –ricevendo una mia occhiataccia-, mentre finalmente è il nostro turno e poggiamo avvicinarci alla cassa per prendere i biglietti.
«Siete proprio carini» esclama Rob, mettendosi al mio fianco per qualche attimo, mentre Ben dice al cassiere –uomo sbarbato, dagli occhi scuri e annoiati- quanti biglietti ci servono.
«Lo stesso posso dire di voi. Lui ti rende felice e si vede» le dico, chinandomi verso di lei che annuisce e mi sorride dolcemente, mentre dedica uno sguardo al suo ragazzo.
Dopo aver preso i nostri quattro biglietti, percorriamo il lungo corridoio del cinema, che ci porta ad una rampa di scale, per poi arrivare ad una grande sala centrare con il bancone bar e tante diramazioni che dirigono alle varie sale per gli spettacoli.
I capelli –lavati nel pomeriggio mi ricadono perennemente davanti gli occhi ed è una cosa che mi irrita non poco, quindi decido di legarli in una crocchia disordinata con il mio fedelissimo codino nero. Certo, non sono come le altre ragazze che quando legano i capelli sono fighe lo stesso, no, per niente.
Federico, che mi cammina avanti, si gira un secondo e mi dedica uno sguardo particolarmente colpito, stupido, ma in senso positivo. Ha la bocca leggermente aperta e le sue labbra si incurvano poi in un sorriso meraviglioso. Il mio stomaco si contorce violentemente in una morsa, perché nessuno mi aveva mai guardato e sorrido in questo modo.
«Hai legato i capelli? Ti stanno molto bene, così sistemati» esclama contento, per poi avvicinarsi al bancone del bar, lasciandomi sola, al centro della grande sala dal pavimento scuro e dal soffitto altissimo.
Non mi sono mai sentita così bella come in questo momento. Ho sempre creduto di essere la cosa più brutta del mondo, ancor di più con i capelli legati, ed invece lui mi ha fatto sentire incredibilmente bella. E mi ha fatto sentire così non solo perché mi ha praticamente detto che sto bene con i capelli legati in questo modo, ma soprattutto per l'espressione che mi ha regalato, che avrò stampata in testa per il resto della mia vita. Non l'avevo mai vista in volto a nessuno, se non nei film, forse. Nei film forse l'avrò viste in una di quelle scene dolcissime dove lei scende dalle scale tutta preparata e sistemata e lui, accanto alla porta d'ingresso, l'aspetta con il suo sguardo colpito.
«Fran? Tutto bene?» mi domanda Benjamin con un'espressione confusa e corrucciata, passandomi una mano davanti al volto. Io smetto di vagare con la fantasia, tornando alla realtà ed annuendo.
Sorriso e mi avvicino al mio nuovo amico, mentre i nostri rispettivi ragazzo e ragazza parlottano fra di loro su quali cibi prendere per vedere il film.
«Grazie Ben» dico al ragazzo, chinandosi verso di lui, che mi dedica uno sguardo più che confuso. In fondo, come dargli torto, visto che lo ringrazio tutto ad un tratto. Decido quindi di spiegare a cosa deve il mio ringraziamento.
«Non vedevo Rob così felice da moltissimo ed io te ne sono grata, perché se ora sta così, è soprattutto merito tuo» aggiungo al mio "grazie", chiarendogli le idee. Lui mi sorride spontaneamente, giocando co le sue stesse dita affusolate.
«Non mi ringraziare. Ci tengo a renderla felice, perché è speciale, anche se non se ne rende conto, e se lo merita veramente. E poi, non c'è cosa più bella di vederla ridere» mi risponde lui ad alta voce, mentre guarda da lontano la mia migliore amica con un sorriso e uno sguardo innamorata. Io mi stringo nella mia giacca scura, rabbrividendo, nonostante non faccia così freddo nella struttura dove ci troviamo.
«Sì, è davvero speciale. Mi auguro che tu non la faccia mai soffrire, perché sono la persona più amichevole del mondo, ma se si sfiora in modo negativo le persone a cui tengo, divento cattiva e violenta» lo avviso seriamente, per poi dedicargli uno sguardo più dolce che forse deve sembrargli abbastanza inquietante.
Mi dice che non lo farà, che non la farà soffrire ed io spero vivamente che le sue parole saranno poi vere. Nonostante la paura iniziale, sento che di lui mi devo fidare, perché a lei ci tiene realmente.
Rob e Fe' si avvicinano a noi nuovamente con due ciotole di pop corn fra le mani. Entrambi sono da mangiare mentre vediamo il film, ma io già so che alla fine della pubblicità li avremo già svuotati di circa la metà del contenuto.
Sbadiglio rumorosamente, facendo sì che i miei accompagnatori mi guardino particolarmente male.
«Sei stanca?» mi domanda il mio ragazzo mentre varchiamo la porta della sala 6, quella che a noi interessa. Io annuisco in risposta, mentre cerco la fila dove sono i nostri posti.
«Dopo potrei usarti come cuscino, sappilo» lo avverto, dedicandogli poi un sorriso.
Trovo finalmente la nostra fila ed i nostri posti, che per fortuna non sono per niente male, perché sono al centro della sala. Prendo posto sulla poltroncina nera e pochi minuti dopo, la mia guancia e schiacciata contro la spalla di Federico, mentre indosso ho la sua giacca. Me l'ha poggiata sulla parte alta del mio corpo senza che io gli dicessi nulla. Si è accorto da solo che sentissi freddo.
Mi ha osservato e ha provato a capire di cosa avevo bisogno, riuscendoci fra l'altro. Mi ha capito, mi ha compreso ed ha cercato di accontentarmi. Non c'è nulla di più bello di qualcuno che vuole renderti felice e prova a farlo. Lui poi, ci è anche riuscito. Riesce a rendermi felice veramente molto facilmente con tanto affetto e forse, anche un po' di Amore.

Come Un Fulmine A Ciel Sereno. |Benji e Fede|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora