Quarantesimo capitolo.

39 4 0
                                    

Benjamin's pov.
Con un grande sbadiglio, dopo essermi stiracchiato a dovere, cercando tutte le forze a mia disposizione, mi alzo dal letto.
Oggi sono più vecchio di ieri, perché è il mio compleanno.
In realtà ogni giorno sono più vecchio del giorno prima, ma questi sono soltanto piccoli dettagli. Sono molto carico, devo essere sincero, anche se non ho proprio idea di che cosa fare in questo giorno particolare.
Arrivo in salone con i piedi scalzi, convinto di essere l'unico sveglio, poiché Federico dorme fino a tardi, ma per mia piacevole sorpresa invece è in piedi, già sveglio e vestito per andare al mare. Accanto a lui ci sono la sua ragazze e la mia, che appena mi vede sveglio, si alza divano su cui era seduta e mi corre incontro, urlandomi "auguri amore mio!", per poi stamparmi un grande bacio. Mantenendola per le cosce, la tengo praticamente in braccio, la tengo stretta a me.
Noto che anche lei è vestita per andare al mare e all'ingresso sono poste due grandi borse che sono delle ragazze.
«Perché siete vestiti così? Andate al mare?» domando ai tre, particolarmente confuso visto che non mi hanno svegliato e avvisato.
«Andiamo» mi corregge la mia ragazza.
«Sorpresa!» esclama Federico, per poi spingermi in bagno, dicendomi di prepararmi.
Mi consiglia di indossare un costume da bagno. Chissà perché, me lo immaginavo che dovessi mettere quello.
Indosso il mio costume rosso, con un pantaloncino comodo e una canotta.
Quando torno dai miei amici e dalla mia ragazza, sono tutti impegnati a borbottare di loro. Appena mi vedono, si bloccano. Cosa tramano alle mie spalle?

«Allora andiamo?» domando un po' confuso.
Se dobbiamo andare al mare mi sa che non dobbiamo perdere troppo tempo, perché arrivarci non è una cosa così veloce, visto il posto in cui viviamo.
Infatti come avevo previsto ci impieghiamo più o meno un paio di ore, prima di fermarci definitivamente e scendere dall'auto.
Federico ha fermato l'auto in un porto dove attraccano tutte barche private, una più grande e bella dell'altra.
Se prima ero confuso, ora lo sono ancora di più.
Sento delle voci e dei borbottii alle mie spalle, così mi giro di scatto e trovo circa una trentina di persone, tutti miei amici, che mi accerchiano facendomi gli auguri.
Vedendoci da lontano probabilmente sembra che mi stiano pestando e per essere preciso, sì, ho ricevuto parecchie pacche sulle spalle e dietro al collo.
Dopo i saluti generali, tutti si spostano verso una meta, si muovono verso un punto preciso che io però non conosco.
Percorriamo una lunga banchina di legno, a cui sono legate le più svariate barche.
I miei amici si fermano davanti ad uno yacht.
Sono sempre più confuso.
Zambo mi fa segno di salire.
«Non vorrei essere arrestato per violazione di proprietà privata proprio il giorno del mio compleanno» dico scherzoso, ritrovandomi in risposta dei sorrisi divertiti.
«È nostro per oggi, è un regalo, auguri scemo!» mi informa Zambo piuttosto divertito.
Alla sua frasi segue un boato assurdo di tutti gli altri amici.
«Voi siete completamente pazzi» esclamo in modo spontaneo, per poi ringraziarli.
Salgo sulla barca grazie ad una passerella in ferro e gli altri mi imitano.
Quando tutti siamo a bordo, ci stacchiamo dalla banchina ed il divertimento inizia.
Con la musica di sottofondo, iniziamo a prendere il sole, a ridere, scherzare.
Mi sento così rilassato, come se niente e nessuno possano mai infastidirmi o farmi soffrire.
Lo stesso non si può dire della mia ragazza, che noto sia un po' in difficoltà. Mi avvicino a lei dopo aver preso un drink analcolico che ci hanno offerto quando siamo saliti a bordo.
È seduta accanto al bordo della barca, con i piedi all'esterno ed è ancora vestita.
Mi chino verso di lei e dopo averle stampato un bacio sulla spalla -consapevole che lei ami quando lo faccio-, le chiedo cosa ci sia che non va, poi la sprono a rimanere in costume da bagno.
Dopo svariati tentennamenti mi rendo conto che sia questo il problema, il mostrarsi in costume.
«Amore mio» le dico facendole girare il viso verso il mio, così da essere faccia a faccia.
«Lo so che sei una tipa timida, ma davvero non c'è bisogno in questa circostanza. So che non puoi controllare ciò che sei, però, guardaci...siamo tutti i costume, ci stiamo divertendo. Unisciti a noi» l'esorto, ma lei non sembra molto convinta ed inizia a guardare l'orizzonte lontano.
«E poi sei bellissima, lo sei tanto ed io lo so bene, perché ti ho visto in tutti i modi possibili e ti ho amato in ognuno di questo. Non c'è stato un momento in cui non ho pensato che tu fossi uno spettacolo» aggiungo con un sorriso, baciandole la guancia.
Arrossisce alla mia affermazione, probabilmente perché ha colto il significato malizioso della frase, ma dopo di questo sembra convincersi.
Le prendo le mani ed inizio a fare uno strano balletto, con lei stretta a me, al centro della barca e gli amici ci seguono.

Come Un Fulmine A Ciel Sereno. |Benji e Fede|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora