27] Cofee 🎆 Miralem Pjanic

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Miralem Pjanic ■ Juventus

La ragazza entrò nel bar senza neanche leggere l'insegna di quest'ultimo, prestando solo una minima attenzione al cartoncino con la scritta 'Aperto' appesa sulla porta d'entrata.

<<Un caffè>> ordina subito al barista appena arriva al bancone.

<<Macchiato, lungo...>>

<<Normale!>> lo blocca prontamente la giovane con voce greve.

Il barista, per nulla colpito dal comportamento della sua nuova cliente, le prepara il caffè da lei domandato.

<<Eccole>> le dice porgendole la tazzina con la preziosa bevanda dal colore scuro.

La ragazza prende la tazzina e inizia subito a berne il contenuto, senza aggiungere zucchero o aspettare che si raffreddi un minimo.

<<Signorina con calma!>> cerca di fermarla il cameriere sconcertato dal suo atteggiamento <<Rischia di ustionarsi!>>

La ragazza porta la tazzina sul piattino, mettendola esattamente nella stessa posizione di pochi minuti prima.

<<Il caffè a me piace berlo caldo e puro, senza danneggiare il suo gusto con zucchero o latte>> spiega alzando lentamente gli occhi dalla tazzina <<Bere un caffè nero bollente con questi freddi è il massimo del piacere>> conclude pulensodi gli occhiali appannati per colpa del contrasto tra la temperatura esterna e quella interna del bar.

Con un alzata di spalle il cameriere decreta la fine del loro colloquio, tornando a preparare le cioccolate calde che aveva dovuto sospendere per l'improvviso arrivo della sua nuova particolare cliente.

<<Prendo l'ultima brioche>>lo avverte la ragazza prima di appropriarsi dell'unico dolce restante nella vetrinetta.

Senza attendere una risposta dal gestore la giovane si dirige a grandi falcate verso un tavolo libero, lungo il breve percorso prende pigramente l'unico giornale sportivo del bar.

Lei non è una grande tifosa di calcio o di altri sport, non è appassionata di nessuna attività sportiva eppure, per abitudine, legge i principali titoli degli articoli presenti nei quotidiani sportivi.

<<Quello era mio>>la informa una voce maschile interrompendo la sua lunga lettura.

La ragazza alza svogliatamente lo sguardo, fulminando con gli occhi un ragazzo parecchio alto con il cappuccio della felpa tirato su, ovvero il suo disturbatore.

<<Mi sono appena seduta, cosa vuole?>> domanda con voce falsamente dolce.

<<Che lei mi ridia il giornale>> puntualizza lo sconosciuto.

<<L'ho appena preso>> protesta lei con voce polemica.

<<In verità l'hai preso dal tavolo ove ero seduto io senza chiedermi se lo potevi prendere o no>> le fa sapere lui.

La giovane ammutolisce nello scoprire ciò, improvvisamente tutta la sua balzantessa e sicurezza sono sparite: evaporate come l'acqua sotto il sole cocente d'agosto inoltrato.

<<Davvero?>> balbetta non sapendo cosa dire.

<<No, guardi sto scherzando>> le risponde ironicamente il suo interlocutore.

<<Ah, mi scusi >> si affretta a parlare la giovane.

<<Se vuole lo possiamo condividere>> dicendo ciò si siede di fronte a lei prendendole il giornale dalle mani.

La ragazza l'ho osserva con espressione interrogativa.

<<Cosa vorrebbe fare?>> domanda non capendo nulla.

<<Che squadra tifa?>> le chiede lui continando a sfogliare il giornale.

<<Juventus>> risponde lei senza riflettere.

<<Ah, davvero?>> chiede lui divertito guardandola con espressione divertita.

<<Sì, qualche problema uomo felpato?>> risponde lei per le rime leggermente irritata.

<<Come?>>

Dal tono della voce si deduce che il ragazzo non abbia capito il nomignolo col quale Martina l'ha chiamato, anche se lei non lo può vedere il suo viso.

<<Uomo felpato, ovvero uomo con la felpa>> spiega spiccia lei <<Preferisci uomo incappucciato?>> conclude ridendo.

<<Se tu mi chiami così io ti chiamerò 'falsa-juventina>> le fa sapere lui con tono allegro.

<<Perché mai?>> domanda lei offesa.

<<È la verità>> ribadisce lui serio.

<<Perché?>> richiede lei dando un pugno al tavolino.

<<Molti tifosi mi riconosco semplicemente dalla voce>> inizia lui <<È da dieci minuti che ti parlo e tu non hai fatto il minimo cenno di sclero o entusiasmo, ti sei solo arrabbiata>>

Finito di parlare si toglie il cappuccio rivelando la sua vera identità.

Quando vede il suo viso Martina vorrebbe picchiarsi da sola per non aver aver riconosciuto la sua voce, la voce del regista della squadra bianconera di Torino.

La voce di Miralem Pjanic.

Per i successivi minuti il silenzio regna sovrano tra loro mentre nella mente della ragazza la confusione è l'elemento principe.

<<Ehm...stavo scherzando>> mormora il bosniaco preoccupato dal comportamento della giovane <<In verità in molti non mi riconoscono sentendo solo la mia voce, non mi sono per nulla offeso. Però sapendo che sei juventina mi ha fatto strano che tu non mi abbia riconosciuto>> tenta di rassicurarla.

Purtroppo le sue parole non hanno nessun effetto sulla ragazza, la quale si limita a sbattere gli occhi ogni tanto.

<<Scusami se ti ho offesa...>> inizia il calciatore della Juventus alzandosi.

<<Tu sei uno dei miei idoli!>> strilla Martina alzandosi e bloccando il giocatore prendendolo per un braccio <<Ma oggi è una stata una giornata molto stressante! Ho dato un esame universitario molto difficile, ho perso il tram e sono dovuta andare alla sede a piedi... Non ti ho riconosciuto non perché non sono una vera tifosa ma per altri motivi!>> conclude lei rafforzando la presa al braccio di lui.

<<Capitano a tutti delle giornate storte>> la rassicura lui un po' imbarazzato <<Se vuoi resto ancora un po', l'importante è che non mi stacchi il braccio>>

Martina li lascia subito l'arto sedendosi al suo posto e invitando Miralem a imitarla.

<<Non posso stare molto, poiché tra poco devo andare a prendere Edin>> informandola di ciò il calciatore inizia a parlare con lei.

Miramel passò tutto il suo restante tempo a disposizione con Martina, venuta l'ora di andare via riuscì a strappare un appuntamento con lei per il giorno seguente.

Essere timidi è una cosa che tarpa molto le ali alle persone.
La caratteristica principale di Miralem purtroppo è proprio essa.
Senza il pretesto del giornale forse non avrebbe mai e poi mai parlato a Martina.

O forse no?

Alcuni amori fanno giri immensi, coloro che sono destinati in un modo o nell'altro si incontrano sempre.

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