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Giusto cinque giorni dopo aver spedito la lettera al penitenziario di Miami mi arriva la risposta di Jahseh in una lettera che Lamar aveva scritto a Tori in cui diceva che il giovedì prossimo sarei dovuta recarmi da lui per parlarne meglio.

Nessuno sa che mi sto dirigendo lì, tranne Tori ovviamente e Mac che mi sta scortando su richiesta di Jahseh, affinché possa controllare la situazione dall'esterno.

Mac rallenta fino a fermarsi in presenza di una sbarra e della guardiola. Abbassa il finestrino e sporge la testa di poco per farsi vedere

«Siamo venuti per fare visita» spiega

La guardia annuisce premendo un pulsante che fa alzare la sbarra di ferro, dandoci l'accesso ad un grande spazio contornato per tutto il perimetro da rete e filo spinato, al centro del quale vi giace un edificio abbastanza grande, dal colore grigio, il senso di desolazione mi pervade e anche un po' l'ansia al pensiero di vederlo. Abbandoniamo il veicolo nel parcheggio e camminiamo fino all'edificio.

«Io resto qui, tu vai» dice Mac lasciandomi fuori

Annuisco e sospiro prima di entrare. Apro la porta e trovo delle guardie che vedendomi mi chiedono un documento e una firma. Poi mi indicano la direzione per la sala visite.
Prima di accedervi, però, un'agente mi perquisisce controllando che sia pulita.
«Apposto» dice la signora acconsentendo. Mi fa cenno di seguirla.

«Hai un ora di tempo a disposizione» mi spiega con fare un po' duro

Annuisco un po' persa. «Il contatto fisico è vietato. Hai la possibilità di abbracciare il detenuto soltanto due volte: una all'arrivo e un'altra al ritorno» soggiunge continuando a camminare fino a darmi accesso alla sala.

«Grazie» le sorrido, mentre lei continua a guardarmi in modo intimidatorio quasi.

Entro nella sala, dove ci sono più persone sedute al tavolo con dei detenuti. Vedo Jahseh che si alza per farsi vedere, m'incammino a passo svelto verso di lui bloccandomi quando siamo abbastanza vicini. Mi si riempiono gli occhi di lacrime a vederlo, lui mi rassicura sorridendo. Allorché mi butto tra le sue braccia stringendolo più forte che mai. Lui ricambia lasciandomi un bacio tra i capelli.

«Onfroy, il contatto fisico!» dice una guardia ricordandogli le regole

Allora lui gli rivolge uno sguardo minaccioso e si stacca da me, prendendo posto. Così faccio anche io.

«Come stai? Ti vedo cambiato» osservo i suoi occhi cupi per poi scrutarlo meglio «Hai fatto crescere la barba!» esclamo sorridendo

«Sto bene, penso» fa spallucce «Na, semplicemente mi hanno tolto le lamette per colpa di uno stronzo dei sobborghi» spiega velocemente «Allora, non perdiamo tempo, parliamo di cose serie» soggiunge guardandomi attentamente

Annuisco «Cosa sta succedendo? Miles ha detto di aver ricordato un litigio con Tyler stesso quella notte» spiego

Lui si inumidisce le labbra per poi accennare un sorriso compiaciuto, mentre io vorrei fare diecimila volte testa e banco per quanto mi sto sciogliendo.
«Il tuo fidanzatino ci ha infamati» abbassa la voce avvicinandosi a me per spiegarmi

«Cosa?» mi acciglio incredula

«Credimi, quella sera le cose stavano andando bene, io ero con Miles che d'un tratto si è allontanato e stavo andando a riprenderlo quando poi è scattato l'allarme, ho sentito tra le sirene la voce del tuo ragazzo e l'ho visto dal riflesso di un pilastro, era lui ed era con Jayden» spiega il ragazzo

Mi porto una mano davanti alla bocca, incredula, resto pietrificata davanti alle sue parole «Non ci posso credere...» dico abbassando lo sguardo «E fammi capire, perché ti rivolgi a me per raccontare queste cose sul mio fidanzato?» ci penso reclinando il capo «Va be' ex ormai» faccio spallucce

«Non prenderla a male, sono serio» si giustifica «Ah sì, ex?» sorride facendomi l'occhiolino

«Be' sì» mi imbarazzo arrossendo vivacemente

«Allora, mi dispiace dirtelo, ma non puoi lasciarlo»

«Come no?» chiedo confusa

«Jade» mi prende la mano «Sono in pericolo e qua dentro siamo soli io e Lamar, quel bastardo di Ty sta dando la nostra roba a Jayden per non farci mangiare, perché così non possiamo pagare i legali e io di qui non ci esco più perché nel frattempo mi uccideranno» mi stringe la mano
«La notte non dormo, se Tyler scopre solo che io e te ci scriviamo i nostri piani sono fottuti» conclude

Mi sento male al suono delle sue parole «Non lo dire, ti prego» scuoto la testa «Farò quello che mi dici però ti prego non voglio portarmelo a letto, non voglio che mi tocchi» dico con voce spezzata mentre abbasso lo sguardo

«Non me lo dire, sto uscendo pazzo» si ritira le mani stringendole in pugno

Sospiro facendomi coraggio «Farò pace con lui, cercherò di fingere al meglio» sospiro

«Brava e poi informati degli affari che fa» mi prende il viso tra le mani «Andrà tutto bene» mi rassicura

«Il tempo a vostra disposizione è finito» annuncia la guardia urlando

Scuoto la testa debolmente «Almeno posso abbracciarti» sorrido malinconica

«Vieni qua baby» apre le braccia accogliendomi

Lo stringo fortissimo a me accarezzandogli il viso ed i capelli «Non vedo l'ora di scriverti» dico attaccata al suo petto

«Tra una settimana ci rivedremo tanto» dice lasciandomi un bacio sui capelli

Annuisco felice «Ciao Jah» gli do un bacio sulla guancia

Accenna un sorriso spiaciuto «Ciao baby» si stacca.
Mentre io mi allontano resto a guardare le guardie che lo scortano via

Vengo perquisita nuovamente, dopo aver firmato l'orario di uscita abbandono l'edificio felice di aver passato un'ora insieme a lui.
Fuori ritrovo Mac che mi aspetta

«Eccoti» dice notandomi «Vieni, andiamo» s'incammina mettendosi al mio fianco.

Mi chiede cosa mi abbia detto Jahseh, dunque io vago senza parlare troppo. Le cose nostre son cose nostre.
Mac mi accompagna qualche isolato prima di casa mia, così che nessuno possa vederci insieme e sospettare.

Buona lettura amori, all love
_xlellax_

GHETTO LOVE// xxxtentacion Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora