Dove l'acqua diventa nera

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Christine Morel e Jacques Leroux si erano conosciuti di fronte a una bancarella che vendeva libri usati a Parigi, sulla Rive Gauche, nel quartiere latino, soltanto un anno prima dei fatti che nel corso di un'estate avrebbero stravolto le loro esistenze.

Lei era la ragazza meno appariscente e al tempo stesso più attraente che lui avesse mai incontrato e amava la fantascienza e la musica rock. Lui invece era il musicista più talentuoso che lei avesse mai conosciuto, e si perdeva leggendo romanzi d'amore. Poteva sembrare strano che esistessero ancora dei sognatori, e ancor più strano che si incontrassero, si innamorassero e decidessero di sposarsi da un giorno all'altro, eppure la loro storia era andata proprio così. Non erano ricchi e non avevano famiglie che li mantenessero ma erano sempre stati bravi a tenersi a galla senza piangere o piangersi addosso. Lei era stata Christine la cameriera, Christine la commessa, Christine la babysitter, Christine la receptionist di una piccola biblioteca parigina, Christine la cassiera di un vecchio centro commerciale di provincia. Lui aveva lavorato un po' ovunque, sempre poco e poco attentamente, perché la sua testa era persa tra gli accordi che avevano plasmato la sua infanzia e la sua adolescenza.

Quando si erano incontrati, in quella calda mattina di luglio, di fronte a una bancarella in mezzo a mille altre persone, l'avevano capito subito: era scritto che dovessero stare insieme. L'avevano sentito.

Il primo anno che avevano imparato a condividere era stato il più bello della loro vita. Si erano sentiti vicini in un modo talmente autentico che certe volte anche loro stessi ne erano rimasti spaventati. E quei giorni erano volati bruciando come stelle comete. Alla fine, avevano deciso di sposarsi e così era stato.

Forse era a quell'amore tanto assurdo che Christine stava pensando, mentre il taxi accompagnava lei e Jacques dall'aeroporto internazionale Louis Armstrong di New Orleans fino alla piccola cittadina di Dark River , settemila abitanti distribuiti lungo una striscia di terra bagnata dalle acque del fiume Mississipi.

Da Dark River lei e il neo marito si sarebbero imbarcati sul NewStar, un grande battello che li avrebbe accompagnati in un viaggio lungo le sponde del fiume. Sarebbero arrivati fino a Vicksburg, capoluogo della contea di Warren, nello stato del Mississipi, oltre centocinquanta miglia a nord di New Orleans. Due settimane per attraversare e vivere l'anima di quel profondo sud degli Stati Uniti che da sempre aveva affascinato entrambi.

Mentre il taxi continuava la propria corsa in quel pomeriggio afoso dei primi di giugno e si avvicinava sempre di più al confine di Dark River, Christine guardò Jacques e posò la mano dalle dita sottili ed esili sulla sua. Lui ricambiò lo sguardo e le sorrise. Erano entrambi molto belli. I capelli biondi di lei scivolavano sulle sue spalle e sfioravano quelli lunghi, mossi ma ordinati di lui. Jacques aveva un'aria fintamente trasandata e lineamenti delicati che lo facevano somigliare a una giovane star del cinema, di quelle belle e dannate.

<<Sarà incredibile>> le disse, avvicinando le labbra all'orecchio destro di lei, facendole il solletico. Facendola ridere. Anche per questo l'aveva sposato, sì. Perché lui sapeva come farla ridere.

<<Sì. Ci saranno gli alligatori, però.>>
<<Sì, sì. E come potranno resistere alla bianca carne di una giovane e saporita ragazza francese?>>

Christine rise ancora e gli schiaffeggiò il volto con leggerezza.

<<Sei un cretino>> disse, poi lo baciò <<e non sono così bianca.>>

Intanto l'asfalto continuava a scivolare sotto di loro, e non si erano accorti che il taxi aveva appena superato l'area paludosa che delimitava l'ultimo confine che si poteva superare prima di raggiungere Dark River. Imboccò la strada statale che correva parallela alla ferrovia mentre le luci del pomeriggio si affievolivano lentamente, preparandosi a lasciare lo spazio a quelli che sarebbero diventati i colori della loro prima sera in Louisiana.

Percorsero alcune miglia circondati da nulla se non dalla sensazione estrema di un caldo intenso,  appiccicoso. Poi, alla fine, lo videro. Il cartello, vecchio e sporcato un po' dalla ruggine un po' dallo smog, recitava "Benvenuti a Dark River".

Chrisitne ebbe un sussulto improvviso, ma che cos'era? Forse niente, forse soltanto una sensazione strana. Inattesa.

Subito dietro al cartello, in piedi lungo la strada, videro una giovane donna di colore che sembrava fissare il vuoto. Era bella, ma all'improvviso Christine pensò che vi fosse qualcosa di... strano nel suo sguardo. Quando per una frazione di secondo incrociò gli occhi con i suoi, la sensazione di vaga inquietudine che aveva provato un attimo prima si amplificò senza che lei riuscisse a controllarla.
Il taxi superò la giovane donna e a Christine sembrò di vederla sorridere.
Forse sussultò, sorprendendo Jacques.

<<Che cosa c'è?>> le domandò.
Lei esitò, poi si voltò indietro. La ragazza di colore era sempre ferma lungo la strada, e no, non li stava guardando.

Christine scosse la testa sentendosi improvvisamente stupida.

<<Nulla. È stata soltanto... suggestione. Questo caldo... è incredibile.>>
<<Una volta arrivati in albergo faremo una doccia insieme, amore>> le disse Jacques e sul suo viso comparve quel sorriso bellissimo che l'aveva fatta innamorare in una frazione di secondo.

Ma quella ragazza aveva sorriso davvero?

<<Perché si chiama così?>> domandò improvvisamente Christine senza specificare altro.
<<Che cosa?>> chiese Jacques senza capire a cosa sua moglie si riferisse.

A capire fu, invece, il tassista. Era un uomo di colore di mezza età, con una barba bianca corta ma disordinata, poco curata. Puntò gli occhi nello specchietto retrovisore e osservò Christine.

<<C'è una zona della cittadina, quella che parte dal porto e che arriva fino alle paludi, e si estende per alcune miglia, più o meno, in cui  l'acqua del Mississipi assume un altro colore. Molto più scuro, mi capisce. Dicono sia a causa della sabbia delle paludi. Il fondale diviene nero come il carbone e così anche l'acqua del fiume assume quella tonalità. Là sotto è impossibile scorgere alcunché. Ma è avvicinandosi alla parte ricoperta dalle paludi che il fiume diventa realmente spaventoso. Non soltanto per il colore che prende, ma per gli alligatori. Si confondono con quell'oscurità, sa. E una volta che ci si trova faccia a faccia con uno di loro, è già finita.>>
Il tassista tossì, poi accese la radio, tenendo il volume basso. <<Poco importa, comunque>> disse, tornando a guardare Christine dallo specchietto <<perché nessuno è tanto stupido da addentrarsi fino alle paludi.>>

Lei annuì e si appoggiò alla spalla di Jacques. Chiuse gli occhi nell'attimo esatto in cui il taxi si apprestava ad entrare nel cuore di Dark River.

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